Assegno unico figli 2021, niente bonus senza Isee: è assedio ai Caf

Niente bonus senza Isee, assedio ai Caf: otto milioni di famiglie per la richiesta dell'indicatore
Niente bonus senza Isee, assedio ai Caf: otto milioni di famiglie per la richiesta dell'indicatore
di Jacopo Orsini
Martedì 6 Aprile 2021, 10:13 - Ultimo agg. 7 Aprile, 10:07
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L'arrivo dell'assegno universale per i figli fa scattare la corsa all'Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) che serve per valutare reddito e patrimonio delle famiglie e stabilire se si ha diritto alle varie prestazioni. Anche il nuovo strumento unico, che dal prossimo luglio assorbirà tutte le attuali voci di sostegno ai nuclei con bimbi, verrà infatti erogato in base alla fotografia scattata dall'Isee. Sono fra 8 e 9 milioni le famiglie interessate. Finora alcune delle misure che verranno inglobate dal nuovo meccanismo si percepivano anche senza presentare la certificazione (per esempio le detrazioni per i figli o il bonus mamma). Da quest'estate invece con la riforma per avere l'aiuto sarà necessario presentare l'Isee, che può essere compilato in autonomia dal pc di casa sul sito dell'Inps oppure (gratuitamente) da un Caf, un Centro di assistenza fiscale.

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Lo strumento

Il contributo scatterà dal settimo mese di gravidanza e sarà corrisposto sotto forma di assegno o di credito d'imposta.

Quale sarà esattamente la cifra e come varierà in rapporto alla condizione economica delle famiglie deve essere ancora stabilito. Bisognerà aspettare i decreti attuativi su cui il governo è già al lavoro. Il presidente del Consiglio Mario Draghi l'ha quantificato in 250 euro al mese, con maggiorazione per i disabili. Ma l'assegno calerà fino ad azzerarsi con il crescere del reddito. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di disabili. Fino a 18 anni l'aiuto andrà al padre e alla madre. Poi per altri 3 potrà essere corrisposto direttamente ai ragazzi ma l'importo diminuirà e il sostegno sarà erogato solo se i figli sono impegnati in un percorso di formazione o hanno un lavoro a basso reddito.

Per finanziare la riforma la dotazione prevista è di circa 20 miliardi, comprese le prestazioni già esistenti che scompariranno (i vari bonus nascita, bebè, le detrazioni per i figli a carico e l'assegno familiare). Uno stanziamento che non è tuttavia sufficiente a garantire che nessuno ci perda rispetto alla situazione attuale. Ecco perché da più parti è già arrivata la richiesta di aumentare i fondi. «Servono un miliardo forse due perché nessuno ci rimetta», ha detto il senatore del Pd, Tommaso Nannicini.

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In base ad alcune simulazioni, le famiglie interessate dalla riforma dovrebbero essere quasi 8 milioni, corrispondenti a circa 28 milioni di persone. L'Ufficio parlamentare di bilancio stima invece che i nuclei possano essere un po' di più, oltre 9 milioni. In ogni caso una parte di queste famiglie finora non aveva necessità di compilare l'indicatore. «Sarà corsa all'Isee per milioni di famiglie», afferma il presidente dei Caf Cia Agricoltori italiani, Alessandro Mastrocinque. Lo scorso anno sono state poco più di 8 milioni le dichiarazioni presentate attraverso i Caf, il 12% in più rispetto al 2019. L'incremento è dovuto soprattutto al bonus vacanze, che si poteva avere solo presentando un Isee inferiore a 40 mila euro. Un altro milione di dichiarazioni circa sono state invece fatte attraverso l'Inps. In tutto quindi circa 9 milioni.

Fra queste però ci sono anche quelle di moltissimi pensionati, che raramente potranno avere diritto all'assegno universale per i figli. Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf, stima che saranno almeno due milioni in più le richieste di Isee che arriveranno quest'anno alla rete degli sportelli dei centri di assistenza fiscale. E per questo ha già chiesto un incontro ai vertici dell'Inps e al ministero del Lavoro per avere più fondi per coprire l'aumento della domanda innescata dall'introduzione dell'assegno unico.

I Caf, che per ogni Isee ricevono in media 15 euro, puntano a ottenere dal governo uno stanziamento supplementare di 30 milioni, rispetto ai 132 erogati dallo Stato nel 2020 per garantire la prestazione (un importo già aumentato rispetto al finanziamento iniziale). L'alternativa è introdurre un contributo, almeno per le famiglie con Isee più alto. «Non è mai stato previsto. Ci hanno sempre chiesto di farlo gratuitamente, sono scelte del governo - prosegue Angileri -. Noi vogliamo continuare a fornire il servizio, ma se non se ne fa carico lo Stato qualcuno dovrà pagarlo».
 

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