Abusivi arrestati, da Salerno lezione
a Napoli: la prova che si può fare

di Francesco Durante
Mercoledì 16 Maggio 2018, 22:48
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A Salerno i parcheggiatori abusivi finiscono in galera, a Napoli restano ai loro posti per strada in servizio permanente ed effettivo. E allora delle due l’una: o a Salerno qualcuno ha sospeso tutte le garanzie costituzionali instaurando un regime liberticida; ovvero a Napoli un eccesso di garantismo (diciamo così) impedisce di provare a incominciare a ridimensionare almeno un poco il problema. A Salerno i carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 32 persone, dieci delle quali, recidive, figuravano già tra le altre 35 arrestate in precedenza, il che vuol dire che a Salerno a non mollare la presa non sono soltanto gli abusivi, ma anche quelli che hanno il compito di perseguirli. Per tutti i parcheggiatori, comunque, l’accusa è di estorsione. E anche se, come ha detto il procuratore di Salerno Corrado Lembo, non sembra che gli abusivi fermati siano affiliati alla criminalità organizzata, si è deciso di intervenire duramente, giacché il fenomeno, «per quanto limitato e circoscritto, continua a verificarsi ed è necessario arginarlo». Non mollare, appunto.
Benché anche Lembo raccomandi agli automobilisti taglieggiati la necessità di denunciare, va notato che a Salerno le denunce hanno innescato un intervento di quelli che si fanno notare e migliorano la percezione della sicurezza. Anche a Napoli, in passato, è stata più volte sottolineata l’importanza delle denunce; e infatti le denunce sono venute, ma non sembra proprio che questo abbia determinato apprezzabili ricadute. Per le strade di tutta Napoli operano sotto gli occhi di tutti battaglioni di parcheggiatori anche di seconda e terza generazione, e per di più si sospetta che a non pochi di loro sia affidata una funzione di controllo del territorio da parte delle centrali criminali: un dettaglio che, tuttavia, non sembra destare eccessivo allarme, tanto che la situazione continua a trascinarsi senza esito, e le poche timide occasioni in cui l’andazzo pare potersi invertire vengono poi deluse dal rapido ritorno a una forma di sostanziale noncuranza.
Ma perché a Salerno si può fare ciò che a Napoli sembra impossibile? Mistero. Di sicuro c’è solo il fatto che anche a Napoli, come a Salerno e in qualsiasi altra città d’Italia, fare il parcheggiatore abusivo è illegale. E tuttavia a Napoli qualcuno si è sempre arrangiato in questa maniera, e allora chissà: può darsi che non vogliamo privarci di una tradizione così pittoresca, la quale, oltretutto, certamente non è l’unica illegale coltivata in città, e neppure la più grave.
Con buona pace del procuratore Lembo e del suo ragionamento, a Napoli il fenomeno non viene dunque arginato, e proprio per questo motivo è tutt’altro che «limitato e circoscritto». È anzi cresciuto a livelli mai visti, e probabilmente è destinato a crescere ancora, e di sicuro lo farà se non ci si mette una pezza, fino a diventare cronico (come già è) e irreparabile (come ancora non è). Intanto, «l’operazione effettuata è un ulteriore segnale che lanciamo per avere una città dove deve vigere il senso di legalità», dichiara il sindaco di Salerno plaudendo con gratitudine alle forze dell’ordine e alla magistratura e a quanti si impegnano «in questa iniziativa di civiltà». Può mai essere che a Napoli del senso di legalità e della civiltà non sappiamo che farcene?
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