Abusi all'Accademia Belle Arti di Napoli, il direttore: «Pronto ad altre denunce»

Abusi all'Accademia Belle Arti di Napoli, il direttore: «Pronto ad altre denunce»
di Giovanni Chianelli
Domenica 16 Febbraio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:45
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Da lunedì scorso è in malattia il docente dell’Accademia di Belle Arti che ha ricevuto una denuncia per molestie sessuali da parte di un studentessa e che ora è al centro delle indagini dei carabinieri. «A ottobre, su segnalazione della Consulta degli studenti, ho proceduto a notificare al docente un richiamo verbale», dice Giuseppe Gaeta, direttore dell’Accademia.

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Un’Accademia nella bufera. Come vive questo periodo?
«Con grande amarezza ma sono consapevole di aver agito secondo le linee guida del ministero, il modo per garantire serenità a tutta la comunità, studenti, docenti, personale. L’indirizzo istituzionale è l’unica via, quando capitano questi casi, e prevede tre azioni prima di decidere per la sospensione».

Il docente ha ricevuto un richiamo verbale, la prima azione.
«A metà ottobre ci è stata presentata dalla Consulta degli studenti una segnalazione di comportamenti non rispettosi da parte di un docente. Ho provveduto a in 24 ore a fare le opportune verifiche e a notificargli un ammonimento verbale, che poi verbale non è. Lui ha risposto che ne prendeva atto».

Il contenuto della diffida?
«È stato un invito affinché si attenesse al rispetto delle regole del codice comportamentale dell’Accademia: gli ho contestato la notizia di comunicazioni improprie con studentesse. Il mio è stato un richiamo formale cautelativo per interrompere questi comportamenti in attesa di riscontro di atti oggettivi rispetto ai quali non sono state formalizzate denunce scritte. Ho invitato anche la Consulta degli studenti, attraverso la garanzia dell’anonimato, a farsi parte attiva di ulteriori segnalazioni con elementi di prova che potessero sostenere altre considerazioni».

Dopo vi sono state altre segnalazioni a carico del docente?
«No. C’è stato solo un flash mob, il 19 dicembre, da parte di un collettivo studentesco riunito sotto la sigla “Non una di meno”. Ma non sono riuscito ad andare oltre la comunicazione contenuta in alcuni volantini, non ho incontrato alcun rappresentante del collettivo nonostante la porta del mio ufficio sia notoriamente aperta a tutti».

Voci di corridoio a carico del docente, che vengono da più parti e da tempo, hanno influito sulla scelta del richiamo?
«Non hanno validità formale perché l’Accademia, come ogni altro organo universitario, deve rispettare l’onorabilità di tutti, dagli studenti ai docenti. Ma avvalorano la necessità di procedere con urgenza».

Il docente non sta lavorando.
«Lunedì 10 febbraio, alle 7.30, abbiamo ricevuto una notifica da parte della Asl: ha chiesto un periodo di malattia di una settimana, da lui stesso prorogato fino al 21, per il totale, per adesso, di due settimane. È il periodo degli esami e quindi abbiamo provveduto a sostituirlo. Non possiamo in alcun modo stabilire se la malattia abbia a che fare con le indagini che lo riguardano».

Cosa sa di queste indagini?
«Quello che ho appreso dalla stampa. Le forze dell’ordine hanno condotto verifiche all’interno dell’Accademia non interpellando la direzione. Hanno solo richiesto il numero e l’indirizzo del docente ai nostri uffici amministrativi. Noi non siamo tenuti a chiederne i motivi, né le forze dell’ordine a comunicarceli».

Come vi muoverete?
«Attraverso il comunicato del nostro presidente Giulio Baffi abbiamo reso noto che seguiamo con molto rammarico questa vicenda che rischia di appannare il comportamento di centinaia di docenti e di complicare il lavoro di tanti allievi. E ribadisco con fermezza ogni volontà di non sottovalutare e “insabbiare” una vicenda del genere».

Ovvero, se in futuro dovesse essere verificata la fondatezza delle accuse?
«Procederemo con la velocità, la fermezza e la chiarezza dimostrate nel primo passaggio, andando avanti con le misure da adottare senza tentennamenti o prudenze».
 

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