Campania, tagli ai bidelli ​per accorpare 146 scuole

La Regione è la più colpita dalla stretta prevista per il 2024 dalla legge di bilancio

Accorpamenti scuole, la classifica delle Regioni
Accorpamenti scuole, la classifica delle Regioni
di Marco Esposito
Domenica 29 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 16:16
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La stretta sulla scuola non colpirà solo i presidi, ma anche i bidelli. La Campania è prima nella lista delle Regioni per accorpamenti di istituti: 146 fusioni. Il taglio dei collaboratori Ata è stimabile in 500 unità e si somma alla cancellazione di 292 dirigenti. La tabella con la proposta di accorpamenti fra istituti è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per un’intesa che in base alla legge di bilancio del 2023 va trovata entro il 31 maggio, in assenza della quale deciderà entro giugno il ministero dell’Istruzione.

Le fusioni tra scuole sono concentrate nel Mezzogiorno con il 70% del totale, dato prevedibile sia a causa del forte calo demografico sia per una situazione preesistente più frammentata. Gli accorpamenti non portano soltanto una riduzione dei dirigenti (sia dei presidi sia dei direttori amministrativi) ma anche dei collaboratori Ata, più noti con il nome tradizionale di bidelli.

Le tabelle ministeriali che individuano l’organico, infatti, seguono un meccanismo che riduce il personale necessario al crescere della dimensione dell’istituto. 

Un esempio concreto rende chiaro l’effetto della fusione. Si supponga che un istituto scolastico con 400 alunni e un plesso secondario sia fuso in un istituto più grande di 800 alunni con due succursali. Dopo la fusione, ovviamente, il preside sarà uno solo (e non due) così come sarà uno solo il direttore amministrativo. Per i bidelli però ci sarà un taglio che non appare giustificato dai “vantaggi” della fusione, perché le aule da pulire e la vigilanza da effettuare ai piani non cambiano.

La scuola più piccola, in base alle tabelle, ha un organico di 6 bidelli più uno aggiuntivo per la presenza di un plesso per un totale di 7. La scuola di 800 alunni ha invece in servizio 10 bidelli in base al numero di studenti più 2 extra per la presenza di due plessi, per un totale di 12. Dopo la fusione ci sarà un istituto di 1.200 alunni con la sede centrale e quattro plessi. In base alle tabelle, i collaboratori Ata previsti sono 12 per gli alunni e 2 extra per le succursali per un totale di 14 contro i 19 iniziali. Moltiplicando la perdita di 2 dirigenti e di 3-4-5 bidelli per le 146 fusioni si arriva alla stima di 800 tagli a fronte, per i bidelli, di nessuna riduzione nel carico di lavoro.

Le Regioni del Sud di fronte ai tagli proposti dal ministero proveranno a fare fronte comune soprattutto per scongiurare il peggioramento del servizio, individuando alcune specifiche eccezioni agli accorpamenti. In base alla norma, si possono tenere in vita istituti con meno di 600 alunni solo in due casi: nelle piccole isole e in località di montagna. L’idea al tavolo delle Regioni è introdurre una terza eccezione per le aree di particolare disagio sociale, cioè con un elevato abbandono scolastico, in modo da garantire un lavoro specifico di presidio del territorio. Il ministero guidato da Giuseppe Valditara può accogliere le proposte se ottengono l’unanimità della Conferenza, tuttavia Regioni come Lombardia ed Emilia Romagna, toccate marginalmente dagli accorpamenti, potrebbero opporre resistenza alle richieste del Sud.

Insomma, la questione è aperta e si intreccia inevitabilmente con il tema salariale (ieri il ministro ha sottolineato che punta a incrementi retributivi per tutti gli insegnanti da Nord a Sud ma ha anche ribadito che la questione del diverso costo della vita va affrontata) e con quello dell’autonomia differenziata. Inoltre c’è il tema drammatico della denatalità e della migrazione giovanile, le quali soprattutto nelle aree interne del Sud rischiano di accentuarsi proprio a causa della riduzione dei servizi scolastici. Qui si scontrano due strategie: quella di chi legge le stime Istat sulla popolazione futura al Sud e ne deduce che i servizi vanno tagliati in proporzione e quella di chi punta a contrastare il declino senza rassegnarsi allo spopolamento. 

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Gli accorpamenti in base alla legge di bilancio saranno decisi quest’anno, entro il 30 novembre, ed entreranno in vigore nell’anno scolastico 2024/25 ma già dal prossimo settembre molti istituti si troveranno a dover condividere il preside. Infatti proprio in vista del taglio dei dirigenti scolastici non ci sarà la sostituzione di chi lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età. 

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