Castellammare, l'Acqua della Madonna diventa frizzante: il giallo dei lavori

Castellammare, l'Acqua della Madonna diventa frizzante: il giallo dei lavori
di Fiorangela d'Amora
Mercoledì 2 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 3 Marzo, 07:13
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Un’esplosione di bollicine. È la versione 2.0 dell’Acqua della Madonna di Castellammare che, dopo i lavori agli impianti, cambia sapore. Rinomata per il suo gusto sapido, con una punta di effervescenza a sorso terminato, la mescita vista mare riaperta da pochi giorni ha riconsegnato agli stabiesi un’acqua diversa. Non certo un miracolo ma l’ennesimo sfregio a un patrimonio storico e ambientale che si sta perdendo. L’Acqua della Madonna, così chiamata perché sgorgava accanto alla chiesa di Porto Salvo, “vicino alla Madonna” appunto, aveva caratteristiche ben definite che restavano tali anche dopo lunghe traversate, per questo motivo diventò l’acqua dei naviganti che se la portavano dietro in tutto il mondo. Oggi l’oro blu di Castellammare non esiste più e a quello che ancora scorre non si sa che nome dare. La denuncia arriva dai cittadini che da aprile erano stati privati della storica fonte a causa della presenza eccessiva di nichel e metalli pesanti. Sono quindi stati effettuati lavori strutturali all’interno dell’impianto ormai datato, che raccoglie e mesce l’Acqua della Madonna e l’Acidula. Quest’ultima non è stata ancora riaperta mentre la prima è tornata a sgorgare, ma al primo sorso tutti hanno capito che qualcosa è cambiato: «È effervescente, sembra quasi l’Acetosella». 

Nemmeno il tempo di gioire per lavori terminati e analisi perfette dal punto di vista batteriologico, con conseguente via libera del ministero della Salute alla riapertura, che si innesca una nuova polemica. «La percentuale di acqua Acidula o Ferrata è aumentata, a chi dobbiamo questa nuova acqua? Ai lavori effettuati, alla natura?» dice Giuseppe Plaitano, cultore della storia stabiese: «Se non le stiamo perdendo, le nostre acque, stiamo oltraggiando».

Plaitano, proprietario dell’omonimo archivio storico, custodisce la storia di Castellammare attraverso volumi, foto, opuscoli e cartoline d’epoca ed è profondo conoscitore delle ricchezze cittadine. «È probabile che i lavori abbiamo smosso qualcosa, oppure che sia avvenuto un cambiamento a monte, quello che è certo - insiste - è che questa non è la nostra Acqua della Madonna». 

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Cosa succederà adesso? Sarà possibile effettuare verifiche sulle fonti, capire se ci sono stati errori nei lavori? Nella attuale situazione amministrativa, con il Comune affidato da due giorni ai commissari prefettizi, è difficile immaginare che sarà questa l’“emergenza” in cima alle priorità. Difficile, oltretutto, che si possa intervenire in qualche modo per “raddrizzare” il sapore. Come un tesoro prezioso le acque andrebbero analizzate anche dal punto di vista organolettico e protette nelle loro caratteristiche. Sono lontani i tempi in cui si arrivava in città da tutta la provincia di Napoli, dal capoluogo e spesso anche da altre regioni con taniche e bottiglie vuote per portarsi a casa le acque minerali e curative, ogni fontana interna ed esterna alle Terme aveva i suoi estimatori e fruitori. L’Acqua della Madonna ad esempio è indicata per abbassare la pressione, quella Acidula per la digestione. Poi ci sono le acque mediche, chiuse da anni assieme alla Terme che le custodiscono, c’era “l’Acqua Stabia” contro l’obesità e la stitichezza, l’acqua Media per curare la colecisti, la Ferrata indicata nelle anemie e durante le convalescenze. Erano, forse sono, 28, divise tra Antiche Terme e città. Sul mercato internazionale erano arrivate tra gli anni ’80 e ’90 le acque minerali Acetosella e Madonna, per entrambe il fallimento delle società di imbottigliamento ha scandito la parola fine, ancora una volta.
 

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