Caravaggio non è stato violato. Anzi, pubblicizzato

di Federico Vacalebre
Martedì 23 Febbraio 2021, 23:36 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 07:00
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Ma chiamare in causa il ministro e la procura non sarà esagerato? Davvero quel video, «Voglia», girato davanti alla «Flagellazione di Cristo» è un errore, un pericolo, qualcosa per cui sdegnarsi? Con i musei vuoti per assenza di turisti quando non chiusi per dpcm davvero quella canzone di Andrea Sannino merita l’ira funesta di Tomaso Montanari e Nicola Spinosa? E davvero il direttore del museo di Capodimonte non ha il sapere e il potere di decidere, tanto da invocarne il commissariamento?

Tira una brutta aria in una Napoli paese per vecchi, in un’Italia paese per vecchi, che si scappella di fronte a Draghi, ma poi raccoglie firme contro la nomina di Zuchtriegel a Pompei, reo di essere troppo giovane e poco esperto. Tira brutta aria dove un gruppo di cittadini invoca la censura preventiva per un murale con il volto di Joker, malvagissima creatura certo, ma di fantasia, straordinaria rappresentazione del mal di vivere che portiamo dentro. Oggi tutti, persino la Meloni, citano il De André orgoglioso di andare in direzione «ostinata e contraria», ma l’amico fragile sulla sua cattiva strada si ritroverebbe da solo, imbarazzato dall’eventuale compagnia dei signori censori, piuttosto pronto a bere, bisbocciare e frequentar puttane come Caravaggio. 

L’arte, ma anche quell’artigianato, quel prezioso utensile quotidiano che è la canzone popolare, è cosa seria. Il j’accuse di Montanari e Spinosa, degli anti-Zuchtriegel e degli anti-Joker dovrebbe farci riflettere davvero su che città vogliamo, che musei vogliamo, che cittadini vogliamo. Andrea Sannino è entrato per la prima volta a Capodimonte, sul web i suoi fan scoprono il Merisi, forse - non è detto, certo - andranno a vederlo da vicino. «La flagellazione di Cristo» non ha subito danni dall’accostamento con la canzone di un artista che l’Italia intera ha scoperto cantandolo dai balconi in pieno lockdown, sino a diventare simbolo della voglia di ripartenza, del bisogno di abbracci sia pur virtuali.

Ma, certo, ai sapienti basta liquidarlo come neomelodico. Le polemiche sono sempre le stesse, sono toccate a Fedez e la Ferragni «indegni» degli Uffizi, a Beyoncé «indegna» del Louvre...

Ma non saremo noi indegni dei nostri musei, di quello che la storia ci ha consegnato, se non riusciamo ad aprirli a tutti, a spiegarli a tutti, a renderli attraenti e accoglienti per tutti? Vuoi vedere che dovevamo fare la rivoluzione, anche per portare la cultura a tutti, e ora ci siamo accodati alla restaurazione per tenerci la cultura solo per noi? Che volevamo fare largo ai giovani quando giovani eravamo noi e che diventati anzianotti reclamiamo solo il primato della saggezza, dell’esperienza, della vecchiaia, insomma?

Forse Andrea Sannino c’entra poco con Caravaggio, anzi di sicuro. Eppure, curioso, stimolato dai suoi collaboratori e dalla voglia di crescere, si è messo piccolo piccolo di fronte all’immensità di un quadro immenso. Forse Gabriel Zuchtriegel potrebbe essere messo alla prova anche a Pompei, dopo Paestum, guardato con meno sufficienza/supponenza. Di sicuro un murale di Joker (bello o brutto è un’altra storia) non farà aumentare la criminalità e la malvagità della nostra città-mondo. 

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