Il popolo di chi teme di rimanere orfano di Sarri, attorno alle 15, quando il tecnico del Napoli fa il suo ritorno a Castel Volturno comincia a interrogarsi e a guardare il camino del centro tecnico. No, la fumata non è bianca. È nera, magari non nerissima. Ma Sarri e il Napoli non hanno ancora trovato un’intesa per la permanenza del tecnico. Una permanenza che deve essere convinta e non forzata. Ne riparleranno a breve, magari già stasera prima o dopo la cena a Villa D’Angelo Santa Caterina, ma il patron non potrà arrivare all’appuntamento con la squadra con l’annuncio della permanenza di Sarri. Per i giocatori sarebbe stato il regalo più bello: forse persino più bello del bonus da 3 milioni di euro che il Napoli - compreso lo staff tecnico e quello sanitario - si dividerà per la qualificazione in Champions. E la cosa non deve stupire perché Maurizio è tecnico che plagia, uno stregone che strappa il cuore, un incantatore della parola e della vittoria.
Ecco, da quando Sarri ha espresso riserve sulla sua permanenza, i giocatori sono saliti in piedi sui banchi: «Capitano, mio capitano». Ultimo, Albiol: «Siamo divenuti tutti più grandi grazie a lui». Capite? Non parla un giocatore qualsiasi ma parla un campione del mondo che con la Spagna per anni ha vinto tutto. Ma Sarri vive di «ma» e «però» di questi tempi. Pure troppi. E davanti a De Laurentiis non ha sciolto i suoi dubbi.
L’incontro
De Laurentiis sarebbe voluto andare a Castel Volturno a tarda mattinata, ma dopo il ritardo del suo treno in arrivo da Roma si è diretto al luogo prescelto per l’appuntamento: nella villetta di Varcaturo del suo tecnico. Quella di cui ha da alcune settimane disdetto il fitto. Alle 13 il faccia a faccia ha inizio: il presidente è con il suo inseparabile braccio destro, l’ad Chiavelli. Sarri arriva nel fuoristrada guidato da Giuntoli e con Edo, il vice presidente, seduto dietro. Nel vertice non c’è l’amico-agente Pellegrini, il segnale che si tratta di una riunione preparatoria e non definitiva. E che di ingaggio si è parlato, ma non in maniera concreta. Sarri ascolta, non fa riferimento alle offerte di altri club, non dice se c’è o non c’è qualcuno disposto a pagare la clausola da otto milioni. Ascolta, per l’appunto. E De Laurentiis riversa l’idea di un nuovo contratto con il ritocco dell’ingaggio (da 1,4 a circa 3,5 milioni di euro), i bonus e le prebende di vario genere (il Napoli tiene per sé i diritti di immagine al 100 per cento), la disponibilità al rinnovo dei suoi più stretti collaboratori e la volontà di allargare lo staff tecnico.
Ma è l’occasione, soprattutto, delle spiegazioni: Sarri chiede del perché di tutte quelle critiche. De Laurentiis ribadisce il suo pensiero: è deluso per la scarsa valorizzazione della rosa. Ma il parlarne è un modo per stemperare le tensioni delle ultime settimane. De Laurentiis è stato chiaro: vuole ripartire con Sarri. Ed è disposto a prolungare di altri due anni la permanenza del tecnico (fino al 2022) e togliere la clausola (che tornerebbe ad essere applicabile nel maggio del prossimo anno). E De Laurentiis ha anche accennato al progetto tecnico, confermando quello che tutti sanno: sarà ancora un Napoli altamente competitivo.
Sarri a questo punto ha preso tempo, non ha ritenuto che fosse quello il momento delle risposte definitive. È combattuto, molto: da un lato è deluso dalle critiche, dall’altro rivede il livello di qualità raggiunto dal Napoli e non vede l’ora di ricominciare. E poi, avrà pensato, in quei minuti, quanto ha dovuto attendere lui per arrivare a questa proposta di aumento dello stipendio che, in cuor suo, aspettava avvenisse già un anno fa.
Ok, ne riparliamo tra qualche giorno. L’ideale, insiste Sarri, è dopo la gara di Crotone. De Laurentiis vorrebbe già rivedere il tecnico oggi, magari domani perché sarà ancora a Napoli.
La strategia
De Laurentiis voleva arrivare alla cena di questa sera dando l’annuncio che la squadra non vede l’ora di sentire. Non è detto che oggi Sarri sciolga le riserva, magari lo farà ma al momento è ancora un «ni» che è pur sempre meglio di un rifiuto ad andare avanti. Sarri ha concluso rapidamente la riunione perché non aveva alcuna intenzione di saltare la seduta di allenamento del pomeriggio: era già stato messo in allerta il vice Calzona, ma Maurizio ha guardato l’orologio e ricordato a tutti che quello del pomeriggio era un allenamento importante per cominciare a parlare della gara con il Crotone. Sembra una scusa, detta così: ma non lo è. D’altronde, non è un caso che la squadra sarà in ritiro sabato sera proprio per preparare al meglio l’ultima partita della stagione. Non è detto, in ogni caso, che qualcosa possa accadere in queste ore: il Napoli ha messo sul tavolo la propria offerta, De Laurentiis ha scoperto le carte. Ora tocca a Sarri farlo, senza tergiversare. Se ritiene che il ciclo è chiuso, lo dica subito. L’incontro all’ora di pranzo ieri, ma non si è andato oltre un caffè, è stato importante per stemperare gli umori. C’era il rischio di una cena da separati in casa.
Insomma, c’è da pazientare ancora. E paradossalmente Sarri sembra quasi essere contento della cosa. Ma non è il momento di tirare più di tanto la corda: perché è arrivato il momento di sciogliere le riserve. Se vuol andare via, è arrivato il momento di dirlo. Se vuole restare accetti la sfida: provare ad andare all’assalto dello scudetto senza aver timore di poter finire quinto o di non poter più conquistare 88 punti. I tifosi, se teme questo, è assai probabile, che se ne faranno una ragione.