De Laurentiis, maxi-offerta
ma Sarri rinvia la decisione

De Laurentiis, maxi-offerta ma Sarri rinvia la decisione
di Pino Taormina
Mercoledì 16 Maggio 2018, 22:48
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Sarri tace. Ascolta con la mano appoggiata sul mento per un’oretta circa le frasi di De Laurentiis ma non dà la risposta che il numero uno del club azzurro voleva sentire. Sarri è lì, nella sala da pranzo di casa sua, a Varcaturo, dove il vertice ha luogo. Non se ne sta completamente muto, ribatte con qualche battuta, replica con qualche frecciatina, ma prende tempo. Altro tempo. E rinvia. Sente il fiume di frasi che il presidente gli fa scorrere sul tavolo e conferma i suoi dubbi: non sa ancora cosa farà, anche perché ancora un po’ gli bruciano le critiche del presidente degli ultimi tempi. Il ds Giuntoli prova a mediare e a far comprendere che in fondo quella dell’allenatore è solo una legittima pausa di riflessione. Ma era un incontro necessario, dopo gli affondi di De Laurentiis che Sarri ha soltanto finto di aver assorbito bene. Ma per cui è rimasto assai male. L’appuntamento di ieri ha fatto superare la fase critica. E sotto questo aspetto, un buon passo in avanti. Non l’inizio di una vera trattativa, ma un incontro preliminare per capire cosa vuole la rispettiva controparte. 
Il popolo di chi teme di rimanere orfano di Sarri, attorno alle 15, quando il tecnico del Napoli fa il suo ritorno a Castel Volturno comincia a interrogarsi e a guardare il camino del centro tecnico. No, la fumata non è bianca. È nera, magari non nerissima. Ma Sarri e il Napoli non hanno ancora trovato un’intesa per la permanenza del tecnico. Una permanenza che deve essere convinta e non forzata. Ne riparleranno a breve, magari già stasera prima o dopo la cena a Villa D’Angelo Santa Caterina, ma il patron non potrà arrivare all’appuntamento con la squadra con l’annuncio della permanenza di Sarri. Per i giocatori sarebbe stato il regalo più bello: forse persino più bello del bonus da 3 milioni di euro che il Napoli - compreso lo staff tecnico e quello sanitario - si dividerà per la qualificazione in Champions. E la cosa non deve stupire perché Maurizio è tecnico che plagia, uno stregone che strappa il cuore, un incantatore della parola e della vittoria. 
Ecco, da quando Sarri ha espresso riserve sulla sua permanenza, i giocatori sono saliti in piedi sui banchi: «Capitano, mio capitano». Ultimo, Albiol: «Siamo divenuti tutti più grandi grazie a lui». Capite? Non parla un giocatore qualsiasi ma parla un campione del mondo che con la Spagna per anni ha vinto tutto. Ma Sarri vive di «ma» e «però» di questi tempi. Pure troppi. E davanti a De Laurentiis non ha sciolto i suoi dubbi.
L’incontro
De Laurentiis sarebbe voluto andare a Castel Volturno a tarda mattinata, ma dopo il ritardo del suo treno in arrivo da Roma si è diretto al luogo prescelto per l’appuntamento: nella villetta di Varcaturo del suo tecnico. Quella di cui ha da alcune settimane disdetto il fitto. Alle 13 il faccia a faccia ha inizio: il presidente è con il suo inseparabile braccio destro, l’ad Chiavelli. Sarri arriva nel fuoristrada guidato da Giuntoli e con Edo, il vice presidente, seduto dietro. Nel vertice non c’è l’amico-agente Pellegrini, il segnale che si tratta di una riunione preparatoria e non definitiva. E che di ingaggio si è parlato, ma non in maniera concreta. Sarri ascolta, non fa riferimento alle offerte di altri club, non dice se c’è o non c’è qualcuno disposto a pagare la clausola da otto milioni. Ascolta, per l’appunto. E De Laurentiis riversa l’idea di un nuovo contratto con il ritocco dell’ingaggio (da 1,4 a circa 3,5 milioni di euro), i bonus e le prebende di vario genere (il Napoli tiene per sé i diritti di immagine al 100 per cento), la disponibilità al rinnovo dei suoi più stretti collaboratori e la volontà di allargare lo staff tecnico.
Ma è l’occasione, soprattutto, delle spiegazioni: Sarri chiede del perché di tutte quelle critiche. De Laurentiis ribadisce il suo pensiero: è deluso per la scarsa valorizzazione della rosa. Ma il parlarne è un modo per stemperare le tensioni delle ultime settimane. De Laurentiis è stato chiaro: vuole ripartire con Sarri. Ed è disposto a prolungare di altri due anni la permanenza del tecnico (fino al 2022) e togliere la clausola (che tornerebbe ad essere applicabile nel maggio del prossimo anno). E De Laurentiis ha anche accennato al progetto tecnico, confermando quello che tutti sanno: sarà ancora un Napoli altamente competitivo.
Sarri a questo punto ha preso tempo, non ha ritenuto che fosse quello il momento delle risposte definitive. È combattuto, molto: da un lato è deluso dalle critiche, dall’altro rivede il livello di qualità raggiunto dal Napoli e non vede l’ora di ricominciare. E poi, avrà pensato, in quei minuti, quanto ha dovuto attendere lui per arrivare a questa proposta di aumento dello stipendio che, in cuor suo, aspettava avvenisse già un anno fa.
Ok, ne riparliamo tra qualche giorno. L’ideale, insiste Sarri, è dopo la gara di Crotone. De Laurentiis vorrebbe già rivedere il tecnico oggi, magari domani perché sarà ancora a Napoli.
La strategia
De Laurentiis voleva arrivare alla cena di questa sera dando l’annuncio che la squadra non vede l’ora di sentire. Non è detto che oggi Sarri sciolga le riserva, magari lo farà ma al momento è ancora un «ni» che è pur sempre meglio di un rifiuto ad andare avanti. Sarri ha concluso rapidamente la riunione perché non aveva alcuna intenzione di saltare la seduta di allenamento del pomeriggio: era già stato messo in allerta il vice Calzona, ma Maurizio ha guardato l’orologio e ricordato a tutti che quello del pomeriggio era un allenamento importante per cominciare a parlare della gara con il Crotone. Sembra una scusa, detta così: ma non lo è. D’altronde, non è un caso che la squadra sarà in ritiro sabato sera proprio per preparare al meglio l’ultima partita della stagione. Non è detto, in ogni caso, che qualcosa possa accadere in queste ore: il Napoli ha messo sul tavolo la propria offerta, De Laurentiis ha scoperto le carte. Ora tocca a Sarri farlo, senza tergiversare. Se ritiene che il ciclo è chiuso, lo dica subito. L’incontro all’ora di pranzo ieri, ma non si è andato oltre un caffè, è stato importante per stemperare gli umori. C’era il rischio di una cena da separati in casa. 
Insomma, c’è da pazientare ancora. E paradossalmente Sarri sembra quasi essere contento della cosa. Ma non è il momento di tirare più di tanto la corda: perché è arrivato il momento di sciogliere le riserve. Se vuol andare via, è arrivato il momento di dirlo. Se vuole restare accetti la sfida: provare ad andare all’assalto dello scudetto senza aver timore di poter finire quinto o di non poter più conquistare 88 punti. I tifosi, se teme questo, è assai probabile, che se ne faranno una ragione.
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