Sull’attività del Vis è critico Giuseppe Di Bello, tenente della polizia provinciale di Potenza che da anni conduce una sua battaglia per raccogliere dati e denunciare l’inquinamento del territorio fino alle falde del lago Pertusillo.
Spiega, mentre accompagna la troupe di Matrix in alcune zone critiche: «La commissione raccoglie solo dati, ma non credo arriverà a conclusioni attendibili. Qui domina il vile denaro, mentre la gente scappa ed è costretta a chiudere attività produttive fiorenti legate all’agricoltura e alla zootecnia». La storia di Giovanni Grieco è diventata quasi un classico. Allevatore a Pisticci un’area dove l’ultimo dato disponibile, quello del 30 marzo, dà una produzione di 121 barili di greggio al giorno, Grieco produceva un formaggio canestrato che esportava in Giappone. I suoi clienti lo hanno fatto esaminare trovandovi presenze di diossina. Risultato: fine delle esportazioni, con un risarcimento di 27mila euro imposto dai giapponesi per smaltire il formaggio considerato rifiuto inquinante. A Viggiano la produzione registrata il 30 marzo è stata di 74.076 barili di greggio. Una fortuna, trasportata poi con l’oleodotto nel porto di Taranto dove molta parte prende la via della Turchia. Ogni tanto viene segnalato un allarme ai pozzi, anche se l’ultimo rapporto dell’Arpab tranquillizza. Gaetano Sassano, allevatore della zona, racconta di pesanti vibrazioni avvertite da chi vive poco distante dal Cova. E spiega: «Vivere qui non è facile, produco latte che esporto in Germania e Stati Uniti. Prima producevo vino, ora sono preoccupato». Il sindaco di Viggiano parla di un incremento demografico a Viggiano in controtendenza rispetto alle altre aree della Val d’Agri, dove i residenti sono diminuiti in media del 6,5 per cento. E spiega: «Cerchiamo di utilizzare le royalties per opere pubbliche, come la piscina coperta, la valorizzazione della zona delle piste di sci con vocazione turistica. Avremmo bisogno di deroghe per le assunzioni comunali, che potremmo fare con i nostri fondi, ma il governo non ce le concede». Da Viggiano a Corleto Perticara, il primo paese della Basilicata nel 1860 a dichiararsi non più nelle Due Sicilie. Qui, dovrà attuarsi, per la fine del 2017, il famoso progetto di Tempa Rossa. Il sindaco, l’avvocato Antonio Massari, è impegnato in una riunione. È anche alle prese con un incendio, ma spiega che, eletto con la sua lista «Cambia...menti» si è dato per obiettivo «coniugare la tutela ambientale, con un progetto di sviluppo del territorio come è Tempa Rossa». Stavolta, c’è la Total e siamo in Val del Sauro. Cinque pozzi sono già perforati, un sesto lo sarà tra non molto. Quando quest’ammasso di tubi, lamiere, strade, impalcature sarà attivo come a Viggiano, darà una produzione di 50.000 barili di petrolio al giorno. La gente è preoccupata, nell’ultima settimana si fida di meno. E comincia a credere alla storia di Antonio Lacava, anziano pastore della zona, che racconta di aver perso delle pecore dopo aver visto sul suo terreno dei fusti aperti di plastica blu abbandonati. I timori aumentano, dopo le notizie sull’inchiesta. Mentre a Viggiano c’è chi denuncia: «L’Eni manda qui i lavoratori in esubero di Siracusa. A noi restano briciole. Dalla Sicilia ne sono arrivati tra 100 e 200». E si sussurra che tra siciliani e lucani ci siano state anche delle piccole tensioni.