inviato a Paestum
Uno degli obiettivi di Forza Italia è ricreare il feeling con il mondo imprenditoriale. Non a caso la kermesse di Paestum è stata ricca di interventi, non solo di personalità politiche come era prevedibile, ma sopratutto di manager ed imprenditori di rilievo. E spiccano, tra gli altri, l’ad di Webuild, Pietro Salini che ha annunciato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina («Intitoliamolo a Berlusconi», dice subito il governatore della Calabria Roberto Occhiuto) e l’ex numero uno di Confindustria Antonio D’Amato. Con l’imprenditore campano che non lesina pubblici apprezzamenti durante il suo intervento.
«Le proposte avanzate da Forza Italia, menzionate da Antonio Tajani, offrono soluzioni immediate a problemi di disuguaglianza e distorsioni. Tuttavia, credo che sia essenziale promuovere una strategia di politica industriale in Italia nel breve periodo. Dobbiamo farlo anche - ha specificato D’Amato — per affrontare il disequilibrio tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo, il quale non potrà essere risolto senza attirare investimenti italiani in Italia, riportando investimenti nel paese e attirando investimenti dall’estero». E sull’Europa aggiunge: «O avvia un cambiamento in modo completo e responsabile, altrimenti, rischiamo davvero di precipitare in una recessione senza pietà».
Spille attaccate sul bavero della giacca e tutti tirati a lucido, uomini e donne, nonostante la calura renda ancora più complicato stare in sala. Tutti stipati in platea mentre suona l’inno di Forza Italia. Con il sogno di riavvolgere il nastro. Non solo come se Silvio Berlusconi fosse ancora qui, anzi a Paestum sembra che ci sia, ma anche tornare a quelle messe di voti che garantiva il fondatore di Fi. Al centro l’obiettivo, stamani, di modificare lo statuto del partito e darsi con nuove regole per la democrazia interna. Ed esattamente un minuto dopo far partire le grandi manovre per le prossime scadenze elettorali. Non solo Europee ma anche le regionali a partire dalla Campania. «Tocca a noi...», dicono tutti senza timore di offendere gli alleati di governo. D’altronde la Campania non avrà più i numeri bulgari di 3-4 lustri fa ma ha sempre continuato a tenere aggiungendo un punto percentuale alle medie nazionali. Senza contare l’affetto che il Cavaliere aveva per questa regione. E, quindi, tenere la Campania mettendo Fi il nome del candidato governatore sta a metà tra il mantenere un certo peso specifico nella coalizione e cullarsi nell’araldica di famiglia. Anche se, ufficialmente, se ne parlerà solo il giorno dopo le Europee.
«Bisogna che si scelga un partito che sia all’interno della maggioranza europea, e il partito popolare lo è sicuramente», continua a ripetere Fulvio Martusciello, parlamentare Ue uscente e organizzatore della kermesse rilanciando il voto utile. Poi sulla Campania: «Decideremo in accordo con gli alleati. Stavolta in anticipo ma qualsiasi nome esca fuori prima delle Europee sarà solo una fuga in avanti», spiega. Il nome toccherà a voi? «È l’obiettivo reale anche perché alle ultime politiche siamo stati il primo partito del centrodestra». Ma alle ultime regionali primeggiò Fdi. «Con Caldoro ci fu una depressione di tutte le liste che finirono sotto il 6 per cento: loro presero appena meno di mezzo punto percentuale più di noi. Oggi però - aggiunge - si è aperta un’altra stagione di consenso. E questa manifestazione con numeri da record lo dimostra ampiamente».
Il vice coordinatore del partito, il parlamentare Franco Silvestro è dello stesso avviso. «Naturalmente dobbiamo ragionare come coalizione e si decide tra alleati ma, indubbiamente, la Campania e Forza Italia hanno un legame indissolubile. Ora dedichiamoci - ragiona - alle Europee e subito dopo si passa al capitolo regionali. Con l’obiettivo di archiviare per sempre la stagione deluchiana».
Per ora occorre attendere il test del voto del prossimo giugno. Stavolta infatti non ci saranno l’oltre mezzo milione di voti di Berlusconi capolista nel 2019 in tutte le circoscrizioni. Mentre a quella Mezzogiorno mancheranno gli oltre 80mila voti dell’europarlamentare uscente Aldo Patriciello, che tutti ormai danno già con un posto nelle liste della Lega già accordato dai suoi vertici, dopo un’ipotesi con Fdi. Ufficialmente assente a Paestum a causa del Covid, Patriciello ha preferito solo formulare gli auguri a Berlusconi via social: «Manchi a tutti e soprattutto a Forza Italia», sottolinea l’imprenditore da mesi in rotta con gli azzurri perché non c’è, a suo avviso, una netta divisione tra incarichi di partito e candidature. E, quindi, è praticamente pronto l’addio.
Per ora oltre a Martusciello, probabile capolista della circoscrizione Sud e probabilmente anche uno dei 4 vice segretari nazionali a inizio anno (ma a quel ruolo aspirerebbe anche un altro campano il sottosegretario Tullio Ferrante) ci saranno le uscenti Lucia Vuolo e Isabella Adinolfi (la prima proveniente dalla Lega, la seconda dall’M5s).
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