Un trono di spade per i Borbone

Un trono di spade per i Borbone
di Gigi Di Fiore
Domenica 29 Maggio 2016, 00:00
4 Minuti di Lettura
Le rinunce ai diritti dinastici non sono indolori. Specie quando coinvolgono troni virtuali e regni che non ci sono più. E per questo è di nuovo frattura tra i cugini Carlo e Pedro di Borbone, a capo rispettivamente del ramo italiano e spagnolo della famiglia regnante nel Mezzogiorno d’Italia dal 1734 al 1861. È frattura dopo la dichiarazione, a Roma il 12 maggio 2016, di Carlo che, in assenza di eredi maschi, ha designato alla successione dinastica la figlia primogenita Maria Carolina duchessa di Palermo. Successione ai diritti dinastici che significa anche guida dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Dalla Spagna, Pedro disconosce la decisione, con una dichiarazione formale di due pagine. Carlo, invece, la ribadisce con forza, replicando con un suo comunicato di tre pagine. Scontri incomprensibili, se non si fa un necessario salto all’indietro nella storia.
A cominciare dal 1759, quando il fondatore del ramo italiano della dinastia, quel Carlo III re di Napoli e Sicilia di cui ricorre il trecentenario della nascita, stabilì le regole della successione al suo trono nel Sud d’Italia. Stabilì che in nessun caso i due troni potevano coincidere. Dopo la sua partenza per Madrid dove sarebbe diventato re di Spagna, fissò la regola che i due rami dinastici dovessero rimanere separati.
La prima occasione di applicazione di questa legge, si presentò un secolo dopo. Il regno delle Due Sicilie non c’era più. L’Italia era stata unita e Francesco II, ultimo re Borbone, si trovava in esilio a Roma. Decise di prendere il titolo di duca di Castro e un eventuale figlio sarebbe diventato duca di Noto.
Gaetano conte di Girgenti, fratello dell’ex re, nel 1868 sposò Isabella principessa delle Asturie, figlia di Isabella II regina di Spagna. Il matrimonio fu annunciato il 25 aprile e i contratti vennero seguiti con scrupolo da Francesco II che pretese, in applicazione della legge del 1759, che il fratello mettesse per iscritto la sua formale rinuncia agli eventuali diritti di successione dinastica al trono delle Due Sicilie. Con il matrimonio, il conte di Girgenti sarebbe diventato pretendente al trono di Madrid e le due circostanze non potevano coincidere.
Un precedente poco ricordato. Altri anni, altro salto nella storia della famiglia Borbone per arrivare al 1900. L’ultimo re, Francesco II, era morto nel dicembre del 1894. Capo della dinastia era diventato il fratello Alfonso, che viveva a Cannes con la famiglia. Era ancora viva la ex regina Maria Sofia che, dopo la morte a tre mesi della piccola Cristina Pia, non aveva più avuto figli con il marito. Alfonso di Borbone morì nel 1934, ma 34 anni prima c’era stata una seconda rinuncia nella eventuale successione dinastica per le Due Sicilie.
Il figlio primogenito di Alfonso, Ferdinando Pio, era l’erede alla successione. E nel 1900, l’anno dell’attentato mortale al re d’Italia Umberto I, il secondogenito di Alfonso di Borbone, Carlo Tancredi allora trentenne, decise di sposare la ventenne Maria de las Mercedes Isabel Cristina Alfonsa Jacinta di Spagna principessa delle Asturie. Si ripeteva, 32 anni dopo, la situazione vissuta già dal conte di Girgenti, poi morto suicida. Il 14 novembre del 1900, Carlo Tancredi mise per iscritto la sua rinuncia formale ai diritti di successione dinastica: usciva dalla casa reale napoletana per entrare in quella spagnola, con il titolo di infante di Spagna.
Tutto proseguì senza intoppi per 60 anni. Alla morte di Alfonso gli successe nei diritti dinastici il figlio Ferdinando Pio. Ma, quando anche Ferdinando Pio morì nel 1960 senza lasciare eredi, il figlio primogenito di Carlo Tancredi, il cinquantanovenne Alfonso Maria, rivendicò il titolo su cui c’era stata la rinuncia del padre. Un guazzabuglio, con cadute di stile. A Ferdinando Pio, nel frattempo subentrò il settantatreenne Ranieri Maria Gaetano, quinto figlio di Alfonso. La disputa esplose allora e coinvolse pareri interpretativi di giuristi, in Spagna come in Italia. 
Ranieri, nonno dell’attuale Carlo, morì nel 1973 e gli successe il figlio Ferdinando. Quando anche Ferdinando morì nel 2008, arrivò il turno dell’attuale duca di Castro, Carlo, suo terzo figlio. In Spagna, nel frattempo, al ribelle Alfonso Maria che aveva contestato l’atto di Cannes, era subentrato il figlio Carlo Maria Alfonso Marcelo morto il 6 ottobre 2015. Dalla storia alla cronaca. Pedro Juan Maria Alejo Saturnino y Todos los Santos, figlio di Alfonso Marcelo, ora sostiene: «La decisione di mio cugino Carlo contravviene i patti familiari sottoscritti a Napoli, nella riconciliazione del 25 gennaio 2014».
Ma Carlo replica: «Le rinunce dinastiche sono dolorose per i discendenti, ma sono, per natura, irrevocabili, poiché fanno sorgere diritti divenuti imprescrittibili. Anche l’attuale re di Spagna è sul trono dopo due rinunce dinastiche che favorirono il padre». E spiega Eugenio Donadoni, cavaliere dell’Ordine Costantiniano: «Anche la futura successione della principessa Maria Carolina risponde alla famosa prammatica di Carlo III del 1759, che ha fissato una forma di successione semi-salica prevedendo designazioni personali di eredi femmine in assenza di fratelli maschi».
E ora che succederà? Carlo di Borbone lo ipotizza: «Se il principe dovesse persistere a destabilizzare i fondamenti della casa di Borbone, si sarà costretti a riconsiderare l’accordo di riconciliazione familiare voluto in uno spirito di concordia il 25 gennaio 2014». Come a dire, è di nuovo guerra tra i due rami della famiglia Borbone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA