De Laurentiis e Koulibaly, ora mettetevi d’accordo

di Francesco De Luca
Domenica 29 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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È necessario che il Napoli e Koulibaly facciano un reciproco sforzo per evitare lo strappo che rischia di incidere sulla prossima stagione. Già un anno fa Spalletti, mettendo piede a Castel Volturno, disse in maniera secca: «Se vendono Kalidou mi incateno». Dopo la prima stagione ha sottolineato il concetto con maggiore chiarezza, rimarcando la leadership in campo e nello spogliatoio del trentenne difensore che nel frattempo ha guidato il Senegal alla conquista della Coppa d’Africa, risvegliando l’interesse di titolati club europei, dalla Juve al Barcellona.

Le parti sono distanti nella trattativa per il rinnovo. Il 30 giugno 2023 scade l’impegno tra KK e De Laurentiis, siglato dopo un’estate travagliata - quella del 2016 - in cui si erano registrate lamentele del calciatore e dure prese di posizione del presidente, che arrivò a ipotizzare una causa per danni di immagine. KK è rimasto, con il contratto più alto tra i giocatori azzurri (6,5 milioni a stagione). La linea fissata dal presidente è nota da tempo: se non vogliamo leggerla come una politica lacrime e sangue, è certamente di assoluto rigore finanziario, con l’obiettivo - dichiarato già alla vigilia della stagione 2021-2022 - di ridurre il monte ingaggi del 30 per cento. De Laurentiis è affezionato a Koulibaly, ne conosce il valore umano e tecnico, e ci auguriamo che il rifiuto del difensore e del suo agente Ramadani di accettare un ingaggio spalmato negli anni rappresenti non la totale chiusura a un rinnovo ma l’inizio di una fase di riflessione sul contratto da parte di un calciatore che in otto anni ha saputo conquistare la considerazione degli allenatori, dei compagni, degli avversari di tutta Europa e - aspetto più importante, a quanto finora ci è sembrato - della tifoseria.

Auspicabile un punto di intesa, uno sforzo non solo sull’aspetto economico. Bisogna che il club e il campione si vengano incontro. Vorremmo che Koulibaly mettesse il rapporto con Napoli in cima ai vantaggi che gli darebbe il rinnovo per 5 anni. Questa è casa sua, questa è la città che lo ha accolto con affetto e che lo ha difeso con tutte le proprie forze quando ha subito violenze razziste negli altri stadi. I professionisti del calcio mettono gli interessi, soprattutto economici, davanti a tutto. È accaduto anche con Insigne, cuore napoletano che di fronte a un’offerta di 11 milioni a stagione non si è ovviamente tirato indietro, rendendo impossibile l’apertura di qualsiasi confronto con il Napoli.

Koulibaly e la società che otto anni fa lo ha sottratto al grigiore del campionato belga possono scrivere una storia diversa in questo mondo dove prevale la sola ragione del business. Proprio Kalidou, in una recente intervista a un magazine francese, aveva dichiarato: «De Laurentiis ascolta i tifosi: se non vogliono che un giocatore se ne vada, lui non lo vende». E non c’è bisogno di sondaggi per conoscere l’orientamento dei napoletani su Koulibaly.

Non c’è una necessità economica per la cessione di Kalidou, così come non apparirebbe una follia perderlo a costo zero nel ‘23 perché le logiche del mercato sono cambiate in questi anni: si pensi a quali campioni, da Messi in giù, hanno lasciato da svincolati i loro club. Ma è da ritenere fondamentale la presenza del difensore di maggiore esperienza in una squadra che ha subito avviato il rinnovamento con gli acquisti dei giovani Kvaratskhelia e Olivera, oltre alla riconferma (dietro pagamento di 15 milioni) di Anguissa. Di nomi altisonanti ne circolano tanti per altri club, le prime operazioni concrete sono state quelle del Napoli. Che De Laurentiis voglia mantenere la squadra su alti livelli si vede proprio dai movimenti effettuati nelle ore successive alla fine del campionato, chiuso con un vantaggio di 15 punti sulla quinta. La zona Champions non è un obiettivo né minimo né scontato per questo servono le forze migliori, dunque anche e soprattutto Koulibaly. «Puntiamo ad arrivare tra le prime quattro nella prossima stagione perché da lì arrivano decine e decine di milioni», si sono ascoltate queste parole nel convegno sul calcio organizzato dal Mattino mercoledì scorso per i suoi 130 anni: non le ha dette De Laurentiis, ma Marotta, l’ad dell’Inter che ha vinto lo scudetto un anno fa e ha perso quello del 2022 all’ultima giornata. È opportuno dare alle cose la loro giusta dimensione. 

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