Fuori dall’Europa League, il Napoli ha battuto il Granada ma non è bastato per accedere agli ottavi. È il terzo obiettivo fallito in 36 giorni, dopo la Supercoppa e la qualificazione alla finale di Coppa Italia. Al di là di legittime e condivisibili speranze, il passaggio del turno era stato compromesso in Spagna con quei soliti errori difensivi e quell’irritante atteggiamento molle e quasi rassegnato che accompagna gli azzurri e il loro allenatore da molto tempo. Ma il segnale arrivato ieri dal “Maradona” è un altro, almeno si spera. Questa squadra ha un cuore e lo ha dimostrato con quell’assalto fino all’ultimo secondo utile per cercare il terzo e il quarto gol. È confusa - come Gattuso, che è scivolato sull’iniziale assetto - ma è pronta a lottare per l’ultimo traguardo che le è rimasto, il quarto posto in classifica, distante 4 punti, non pochi per chi non ha avuto continuità nelle prestazioni e nei risultati.
Lo scenario sembrava troppo bello per essere vero con quel gol di Zielinski dopo due minuti e 24 secondi, a capo di un’azione personale del polacco che sa regalare emozioni quando è ispirato. Ma la speranza di ribaltare il negativo risultato in Spagna è durata poco più di venti minuti perché il Granada ha approfittato della debolezza della difesa azzurra, ancor più squilibrata dopo la scelta di Gattuso di schierare tre centrali e sistemare Elmas sulla fascia sinistra. Il 3-4-1-2 non ha funzionato e infatti a inizio ripresa il tecnico lo ha corretto togliendo un centrale - il pessimo Maksimovic - e schierando Ghoulam, dunque tornando alla linea a 4.
Ma era già tardi perché era arrivato il pareggio con un’azione identica a quella del primo gol subito a Granada. Kenedy ha attaccato ancora sul lato sinistro del Napoli dove Koulibaly ed Elmas non riuscivano a coordinarsi e ha crossato in area, dove stavolta è stato Montoro a piazzare di testa il pallone alle spalle di Meret in beata solitudine arrivando alle spalle del centrale serbo che più gioca e più fa errori. Uno dei disastri di questi mesi di grande sofferenza, acuiti da quanto non è stato fatto negli anni sul mercato per dotarsi di un esterno sinistro superiore tecnicamente a Rui e fisicamente più affidabile di Ghoulam, che ha comunque giocato un bel secondo sfiorando la rete e dando una risposta incoraggiante.
Gattuso aveva cercato un’idea per ribaltare la partita ma è stata sbagliata.
Davanti alle quelle casacche che arretravano il Napoli ha finalmente preso coraggio. Tutti gli azzurri nella metà campo avversaria a caccia di altri due gol e della squalificazione, guidati da Mertens tornato in campo dopo 32 giorni. Dries ha poca benzina nelle gambe e si è visto negli scatti. Crescerà, va atteso con fiducia perché il Napoli si affiderà alla sua esperienza e al suo piede per risolvere i problemi offensivi causati dalla contemporanea indisponibilità di Lozano, Osimhen e Petagna. In calce alla vittoria sul Granada - non un top club, si ricordi: nella Liga è nono con la peggiore difesa - non a caso vi sono state le firme dei centrocampisti Zielinski e Fabian. Sarebbero serviti altri due gol, gli azzurri li hanno cercati con ostinazione ma sono stati traditi da imprecisione al tiro e ansia. Ed è quella che la squadra dovrà scaricare per recuperare posizioni in campionato e centrare la zona Champions. Prossima tappa domenica ancora al “Maradona”, il derby contro il Benevento, la più concreta delle neopromosse che ha già un bel +10 sulla terz’ultima.