Juve, le solite ombre. Assalto Champions: il Napoli deve vincere

di Francesco De Luca
Domenica 16 Maggio 2021, 00:00
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La feroce Inter non si è vista contro la Juve. Il derby d’Italia è stato vinto dai bianconeri con la doppietta di Cuadrado e un rigore di CR7: compiuti così il sorpasso sul Napoli e l’aggancio al Milan. Atteggiamento rilassato dei neo campioni d’Italia, quasi in vacanza il mediocre arbitro Calvarese, sollecitato a prendere alcune decisioni dal Var, non l’ultima: rigore alla Juve a 4’ dalla fine per un intervento di Perisic di Cuadrado, apparso un fallo al contrario, con un calcio del colombiano, ma stavolta in regia Irrati è rimasto silente. Solite ombre bianconere. Sono intollerabili arbitraggi simili in partite che decidono la Champions o la salvezza (si ricordino i disastri di Doveri e Mazzoleni a Benevento domenica scorsa). A Firenze oggi il Napoli è obbligato a vincere. Lo sapeva a prescindere dall’esito, peraltro non improbabile, di Juve-Inter.

Una situazione analoga era accaduta tre anni fa: proprio al Franchi gli azzurri di Sarri subirono un contraccolpo psicologico dopo la vittoria bianconera al Meazza, quelli di Gattuso possono effettuare il controsorpasso battendo la Fiorentina e qualificarsi per la Champions facendo altri tre punti contro il Verona tra una settimana. Non sbaglino mosse oggi: una mancata vittoria significherebbe di fatto quinto posto.

In alcuni punti di Napoli ancora si legge quella scritta “Tutti a Firenze”. Incitamento dei tifosi che avrebbero voluto tutti partecipare a quella trasferta del 29 aprile 2018. E invece tutto finì tra il Meazza, dove la Juve piegò l’Inter, e l’albergo di Firenze, dove d’un colpo si azzerarono le energie nervose di Sarri e degli azzurri. Al Franchi c’è in gioco qualcosa di molto importante perché la zona Champions regala milioni e prestigio, dando una diversa impostazione ai piani futuri di De Laurentiis, che a differenza di tre anni fa ha trascorso la vigilia della partita a Firenze. I viola sono reduci da un altro mediocre campionato (dal 2016 non si classificano tra le prime cinque), privi di ambizioni e obblighi di fare punti. Ma non faranno omaggi al Napoli e a Gattuso, il loro probabile prossimo allenatore, perché il presidente Commisso ne vuole valutare l’aspetto caratteriale e morale dopo aver pesato quello tecnico. Prima della partita Iachini stringerà la mano a chi è destinato a sostituirlo e poi farà giocare la Fiorentina alla sua maniera, arroccata con il 3-5-1-1, aspettando lo spunto di Ribery (la cui autonomia a 38 anni è ovviamente limitata) o il colpo di Vlahovic, 21 reti finora (il 44 per cento della squadra) per il serbo che quattro anni fa venne acquistato per 1,9 milioni e ora ne varrebbe 80.

Nelle ultime cinque settimane i viola hanno conquistato due vittorie e tre pareggi, però il loro rendimento interno è disastroso: 24 punti su 18 gare.

Il passo del Napoli fuori casa è straordinario: gli azzurri hanno vinto 11 partite su 18 e il colpo più importante dev’essere questo a Firenze. Gattuso può contare su una squadra che si è completamente ritrovata e che negli ultimi mesi ha avuto un approccio alle partite finalmente convinto e maturo. Le goleade contro Spezia e Udinese sono il segnale di cattiveria in attacco e solidità in difesa, dove non c’è Koulibaly ma una coppia centrale Manolas-Rrahmani che tiene bene, così come Meret che sta per arrivare al bivio della sua carriera perché non potrebbe proseguire nel ballottaggio con Ospina anche nella prossima stagione. Il trascinatore della squadra in queste settimane è stato Osimhen. Il Napoli è fresco e carico come Victor, un colpo di mercato che finalmente può essere visto sotto la giusta luce. La squadra del futuro ripartirà da lui e da Insigne, se il capitano definirà con De Laurentiis un contratto a lungo termine.

Dei piani di mercato non si parla, in sospeso anche la questione allenatore perché ci sono le ultime partite da giocare. I margini di ricomposizione con Gattuso si sono sempre più ridotti, fino a scomparire: più il Napoli faceva risultati e risaliva in classifica, più il tecnico si allontanava da quella panchina che ha difeso con onore. Dopo aver perso allenatori che nei loro cicli avevano lasciato un segno (Mazzarri e Sarri) De Laurentiis si era lanciato su professionisti dallo stipendio elevato e dalla bacheca ricca (Benitez e Ancelotti). Ecco perché si ipotizza uno sforzo economico e tecnico per Allegri o Spalletti, entrambi fermi da due anni. Con Benitez si ricostruì la squadra, con Ancelotti si ripartì da un’ottima base. E adesso? Bisogna capire se De Laurentiis vuole un tecnico in linea con i contenuti piani finanziari del club, oppure vuole alzare la posta perché sa che anche nella prossima stagione bisognerà soffrire per conquistare il posto in Champions. Allegri è suo ottimo amico, però valuta altre due proposte: il Real e l’Inter, perché gli addii di Zidane e Conte sono possibili.
 

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