La serenità senza l'euforia la vera arma di Spalletti

di Francesco De Luca
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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Vorremmo vivere altre emozionanti notti come quella di domenica, una delle più belle nella storia del Napoli. La perfetta presentazione della statua di Maradona al popolo azzurro e la straordinaria prestazione della squadra che ha compiuto la prima fuga. Gli azzurri meritano di stare lassù, tuttavia la partita col Sassuolo a Reggio Emilia rappresenta un test per la tenuta psicologica di un team che ha dimostrato di avere le soluzioni per affrontare l’emergenza causata dagli infortuni di Anguissa e Osimhen.  Il Napoli di un allenatore esperto e lucido come Spalletti avvertirà la pressione di un primato al momento solitario, non più condiviso col Milan?

Pioli e Spalletti stanno gestendo momenti differenti, perché i rossoneri sono apparsi stanchi e gli azzurri in gran forma nell’ultimo turno. Oggi il Milan sfida Shevchenko e il suo Genoa in difficoltà, mentre l’Inter ospita lo Spezia: turni teoricamente più agevoli rispetto a quello che attende il Napoli al Mapei Stadium. La squadra deve cercare di non smarrire la serenità e l’entusiasmo che l’hanno sostenuta (oltre al gioco e alla condizione fisica) nella partita contro la Lazio. Quella di domenica scorsa è stata una prova di maturità perché chi ha sostituito Anguissa e Osimhen lo ha fatto nel modo migliore: Mertens con una partita sontuosa e una doppietta da brividi, lui che vorrebbe regalare uno scudetto al figlio che nascerà in primavera a Napoli; Lobotka con una prestazione vicina alla perfezione, lui che era stato uno dei giocatori meno utilizzati da Gattuso. Al contrario, Spalletti aveva puntato sullo slovacco a inizio stagione, dopo l’infortunio di Demme e prima dell’arrivo di Anguissa. La bellissima partita allo Stadio Maradona ha convinto il tecnico a non cambiare neanche un uomo nella formazione che presenta a Reggio Emilia. È nella filosofia di Luciano non esagerare col turnover, pensando ai tre punti da conquistare più che alla successiva partita (ed è quella delicata con l’Atalanta che risale in classifica).

Il Sassuolo non sta ripetendo le stagioni di De Zerbi, tuttavia l’esordiente tecnico Dionisi si è tolto grandi soddisfazioni, come le vittorie in casa di Juve e Milan: il successo di domenica scorsa ha aiutato il Napoli a compiere lo scatto in vetta.

I neroverdi hanno finora stentato in casa, vincendo due gare su sette. L’allenatore era partito col 4-2-3-1, poi è passato a un più prudente 4-3-3. Vi sono risorse di qualità in attacco: Berardi ha vinto l’Europeo; Raspadori e Scamacca sono giovani tenuti sotto osservazione dal ct Mancini, probabilmente anche per i playoff mondiali. Dionisi e Spalletti vengono dalla stessa scuola di Empoli, dove - come ha detto Ulivieri a Radio Kiss Kiss - si apprende l’arte di sfruttare tutto quello che una piccola società ti mette a disposizione, portandosi questo valore dietro nel corso della carriera. E infatti Luciano niente ha chiesto a De Laurentiis sedendosi sulla panchina azzurra: sapeva, d’altra parte, di avere un organico competitivo, rimasto fuori dalla Champions per un punto.

Mertens ha ripreso il comando dell’attacco azzurro, in cui devono riemergere le figure di Insigne e Lozano. Il capitano è a un gol da Maradona (114 contro 115) e lo cerca su un campo dove nello scorso inverno prima versò lacrime (rigore sbagliato contro la Juve in Supercoppa) e poi schiumò rabbia (pareggio del Sassuolo al 95’). Ora il suo umore è diverso, ha ritrovato il sorriso nella notte dedicata a Diego, dopo qualche problema fisico e i brutti pensieri sul futuro. Il messicano non è stato più il devastante Chucky visto nella prima parte della scorsa stagione. Gli manca continuità, nell’uno contro uno non è brillante e inquadra poco la porta. Ma anche questo può riuscire a sistemare Spalletti grazie alla serenità data dai risultati. La serenità e non l’euforia, perché questa ha giocato brutti scherzi in passato. Invece, qui vi sono una squadra sempre sul pezzo e una città che non cede a facili e controproducenti entusiasmi. Questa può essere la chiave per la felicità. 

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