Gli azzurri a pieno titolo nella lotta per il vertice

di Francesco De Luca
Mercoledì 17 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 07:04
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Il Napoli che s’accende a Ferragosto riscalda il suo popolo che s’era raffreddato nella scorsa primavera. Il segnale è forte, al di là del - modesto - valore del Verona, al momento tra le primissime squadre candidate alla retrocessione. È il segnale per le altre big che puntano allo scudetto (non è l’obiettivo degli azzurri, Spalletti lo ha più volte chiarito) e alla Champions e per la piazza che era apparsa smarrita dopo le partenze dei big. C’è vita su questo pianeta anche oltre Ospina, Koulibaly, Insigne e Mertens (e Fabian). Perché è stata costruita una base solida nel tempo e i primi innesti Kvaratskhelia e Kim Min-Jae si sono fatti subito apprezzare: il georgiano per la qualità tecnica che gli ha consentito di segnare un gol di testa e di offrire un perfetto assist a Zielinski; il coreano per la forza fisica e per le uscite palla al piede che hanno ricordato quelle di Koulibaly.

Non si devono fare confronti con chi è partito, si deve aspettare che i nuovi si integrino con chi c’era ed è ripartito da protagonista - si pensi alle ottime prove di Lobotka e Anguissa; su buoni livelli anche Lozano - per avere un quadro più chiaro delle prospettive del Napoli che Spalletti ha accarezzato felice dopo la cinquina di Verona, esaltando Kim («Sontuoso») e lo slovacco a cui consegnò le chiavi del centrocampo un anno fa («Lobotka sembrava Iniesta»). L’allenatore non è tipo da perdere di vista l’equilibrio non soltanto in campo - e il 4-3-3 può aiutarlo in questo senso - ma anche fuori e non si esalta. Deve però aver sofferto per la freddezza di quella che sente la sua gente e per l’esaltazione del mercato di altre squadre, mentre il Napoli appariva in smobilitazione nonostante investimenti al momento per 70 milioni. Ha chiarito che, con il sostegno della piazza, si potrà illuminare questa stagione: «Se coinvolgiamo i tifosi possiamo divertirci un’altra volta». Che per Luciano vuol dire proporre calcio di alto livello e conquistare un nuovo piazzamento Champions, cercando nella competizione internazionale di andare oltre il girone in cui i suoi uomini dovranno compiere uno straordinario sforzo perché sono tra i club di terza fascia.

Le squadre che hanno maggiori valori tecnici possono subire piccoli incidenti di percorso - i due gol subiti dal Milan e dal Napoli - ma poi la differenza emerge. È accaduto questo a Verona, dove è piaciuta la compattezza della squadra, oltre alle verticalizzioni e alla spinta sulle fasce assicurata a destra da Lozano e a sinistra da Kwara.

Certo, si deve lavorare su alcuni limiti emersi già nello scorso campionato, come l’opportunità di una maggiore lucidità sotto porta, anche se a Ferragosto sono state segnate cinque reti, e una superiore attenzione nella propria area. Ci sono altre tre partite da giocare prima della chiusura del mercato, De Laurentiis e il suo staff vorrebbero chiudere in questa settimana le tre operazioni messe in cantiere per completare la rosa: Navas, Ndombele (arrivo legato alla cessione di Fabian) e Raspadori, che consentirebbe al Napoli di sdoppiarsi tatticamente e poter giocare con il 4-2-3-1 al momento accantonato da Spalletti perché ha deciso di far arretrare Zielinski, che - ha spiegato il tecnico - si era sentito mortificato per l’infelice girone di ritorno dello scorso campionato.

La molla dell’orgoglio è scattata a Verona, non soltanto per il polacco. Era tanta la voglia degli azzurri di dimostrare al di fuori dello spogliatoio quanta energia abbia questo gruppo. Fondamentale partire bene e il Napoli è partito fortissimo, con cinque reti in quello stadio come al solito carico di livore verso una squadra meridionale e i suoi calciatori dalla pelle nera. Osimhen ha subito una scarica di insulti che non ha lasciato indifferente il giudice sportivo anche se a nulla servirebbe una nuova chiusura della curva gialloblù, come accadde nello scorso campionato dopo gli ululati verso Koulibaly e Victor, perché è una sanzione troppo lieve per certa gentaglia.
 

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