​Caldoro frena su Carfagna
«Ci sono anche altri nomi»

Caldoro frena su Carfagna «Ci sono anche altri nomi»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 18 Dicembre 2018, 22:51
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«Mara candidata? Bene. E così per le legittime aspirazioni di Mastella. Ma possono esserci anche altri nomi», dice l’ex governatore Stefano Caldoro citando l’ipotesi della Carfagna come candidata presidente alle Regionali del 2020 saltata fuori domenica durante una convention azzurra a Napoli. Ma il quadro politico è ancora in fieri e, quindi, ancora troppo presto per parlarne, è la sintesi del ragionamento dell’attuale capo dell’opposizione a palazzo Santa Lucia. E, d’altronde anche la Carfagna stessa, l’aveva fatto notare due giorni fa non appena il suo nome era saltato fuori: «Manca un anno e mezzo alle regionali. C’è bisogno di confrontarsi e costruire un programma. Solo dopo indicheremo chi è la persona più giusta».
I NOMI
«Tutte le aspirazioni sono legittime. Ho ascoltato il sindaco di Benevento ed ha manifestato la propria volontà a dare un contributo in rappresentanza delle aree interne. Profili interessanti, inoltre, possono nascere dalla società civile, dal mondo dell’imprenditoria e dalla stessa coalizione. La priorità, adesso, è trovare l’unità. Una sintesi che dovrà basarsi sulla condivisione di un progetto. La competizione all’interno del centrodestra dovrà basarsi esclusivamente su ciò che vogliono i cittadini. Le ambizioni personali devono essere messe da parte», spiega Stefano Caldoro ad Avellino a margine di un’iniziativa politica. Ma per le regionali l’ex governatore si tira fuori dalla discesa in campo per ritagliarsi, come chiarito da tempo, un ruolo da tecnico nella squadra di centrodestra. «Considerando il ruolo che occupo, farò la mia parte. Sarà - ragiona - un contributo basato sulla proposta o meglio ancora su un nuovo meccanismo di governo reale. Come sottolineato dalla presidentessa del Senato Casellati, è necessaria una forte riforma del sistema delle autonomie locali. Un’idea, che stiamo portando avanti, è la Macroregione meridionale. Avvieremo presto un referendum. Possiamo essere vittoriosi soltanto se riusciamo ad indicare soluzioni concrete ai problemi, soprattutto se ci troviamo in contesti che vivono grosse difficoltà o meglio ancora sono stati abbandonati dal centrosinistra di De Luca». 
LO SCENARIO
È chiaro come siamo ad oltre un anno e mezzo dal voto a Santa Lucia e in mezzo ci sono le Europee che possono segnare un nuovo peso politico specifico per i partiti del centrodestra. «Manca ancora un anno e mezzo ma i numeri, però, sono confortanti: Forza Italia insieme a Lega e Fratelli d’Italia supera il quaranta per cento. Siamo, quindi, davanti ai 5 Stelle e in gran vantaggio rispetto a un centrosinistra, che nei fatti, non esiste più, essendo dietro di oltre venti punti. L’unica sfida, quindi, è non spaccarsi», auspica l’ex governatore che non teme strappi con gli alleati leghisti. «La Lega e il Movimento sono alternativi: il contratto di governo può essere giustificato solo da una chiara situazione di emergenza. L’intesa romana non significa costruire coalizioni insieme. Sono convinto, che Salvini e i 5 Stelle in tutte le amministrazioni locali, salvo rarissime eccezioni, non saranno alleati». Bisogna però vedere dopo il voto di primavera. Anche perché i leghisti sono convinti di poter agguantare un risultato tale dal voto Ue da poter trattare con maggior peso al tavolo del centrodestra allorquando si dovranno scegliere i nomi degli aspiranti governatori. 
GLI ALLEATI
Per ora non sbilanciano gli alleati. A cominciare da Fratelli d’Italia. «Mi sembra un po’ prematuro parlare ora di nomi per le Regionali», spiega il parlamentare Fdi Edmondo Cirielli. Mentre Salvatore Ronghi, segretario del movimento «Sud protagonista» mette in guardia i compagni di squadra: «Per le elezioni regionali in Campania, Forza Italia e Lega “se la cantano e se la suonano da sole”, senza considerare i cittadini, le cose da fare e le tante forze emergenti che stanno crescendo in Campania e che faranno la differenza». 
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