Cambia il giudice, processo azzerato

Cambia il giudice, processo azzerato
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 16 Novembre 2018, 22:54
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C’è chi non ha dato il consenso ad acquisire gli atti e tanto è bastato a riportare tutto allo start iniziale. Come al gioco dell’oca, anche nelle aule del Tribunale di Napoli, i processi si fermano e ritornano indietro, azzerando tutto e rendendo necessario un nuovo sforzo da parte di tutti: gli stessi testimoni ascoltati mesi (o anni) fa saranno convocati di nuovo, per ripetere (memoria permettendo) le stesse risposte messe agli atti in una prima occasione. È accaduto anche nel processo cosiddetto Finmeccanica, che chiama in causa una ventina di imputati, tra cui l’ex questore di Napoli Oscar Fioriolli, l’ex sovrintendente alle opere pubbliche Mario Mautone, ma anche decine tra funzionari di Stato e imprenditori, oltre a due società del gruppo Finmeccanica (Elsag Datamat e Electron srl). Prima sezione collegio B, presidente Pellecchia, c’è una novità: è cambiato il collegio, uno dei tre magistrati va ad altra sezione, si attende una nuova composizione. Quindi? Inevitabile la domanda di rito da parte del presidente del collegio: qualcuno si oppone all’acquisizione degli atti? C’è chi dà il via libera, ma basta una sola opposizione - una opposizione legittima - per riportare la lancetta dell’orologio ad alcuni anni fa (ottobre 2013), quando prese le mosse un processo monstre, nato da una indagine terremoto. Associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Fu un’inchiesta terremoto. Chiara l’accusa dei pm: alcune aziende, con la complicità di funzionari di Stato, avrebbero fatto cartello, forti del «nos» (nulla osta sicurezza), gestendo una sorta di monopolio delle gare per la realizzazione di caserme, commissariati, uffici videocontrollati. 

Siamo alla fine del decennio scorso, in una fase particolarmente cruenta della guerra di camorra a Napoli (nel 2007 più di cento omicidi nell’area metropolitana), il caso Napoli è quanto mai centrale nell’agenda politica nazionale, ma anche tra le voci degli investimenti. È il periodo in cui si organizzano tavoli tecnici per realizzare quello che viene presentato come il progetto del secolo, una struttura in grado di dare la giusta risposta a camorra e babygang: la cittadella della polizia, una specie di quartier generale da allestire nei locali della ex manifattura del tabacco, in zona Gianturco. E non era l’unica struttura da mettere in cantiere, agli atti anche il progetto per il Cern di Capodimonte, in grado di assemblare i dati delle intercettazioni e degli impianti di videosorveglianza. Progetti solo abbozzati, mai decollati, ma finiti al centro delle indagini della Dda di Napoli (inchiesta nata nel Casertano, sull’onda d’urto di rapporti tra camorra e pubblici ufficiali), a cui si aggiungono anche soluzioni poi realizzate, come il commissariato Decumani. È in questa vicenda che vengono coinvolti l’ex questore di Napoli Oscar Fioriolli e l’ex provveditore alle opere pubbliche Mario Mautone, oltre a decine di funzionari pubblici e imprenditori (difesi, tra gli altri, dai penalisti Bruno Botti, Guido De Maio, Fabio Carbonelli, Alfonso Furgiuele, Giuseppe Fusco, Arturo e Enrico Frojo, Giovan Battista Vignola) che attendono di conoscere il loro destino processuale. 

Se ne riparlerà il prossimo 21 febbraio, quando - dinanzi a un nuovo collegio - si darà inizio per la seconda volta al dibattimento. Di nuovo notifiche in mezza Italia, convocazione di testimoni, mentre la mannaia della prescrizione è pronta ad abbattersi su una ex inchiesta monstre.
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