Castellammare, addio Acqua della Madonna: ​il ministero revoca i permessi

Fonti chiuse per la presenza di nichel e radon: il Comune non invia la certificazione

Fonti chiuse, il ministero cancella l'Acqua della Madonna
Fonti chiuse, il ministero cancella l'Acqua della Madonna
di Fiorangela d'Amora
Venerdì 24 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. 25 Marzo, 08:57
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L’Acqua della Madonna non esiste più. Prima scomparsa dalle tavole, poi inibita nella mescita pubblica e ora cancellata dal ministero della Salute. Dietro la decisione ministeriale, l’assenza dei dati relativi alle caratteristiche minerali, oltre che chimici e microbiologici per l’anno 2022.

Dal Comune di Castellammare non è stata inviata alcuna autocertificazione entro il 31 gennaio scorso circa il mantenimento delle caratteristiche dell’acqua minerale, e così il ministero ha sospeso «la validità del decreto di riconoscimento». In verità prima che la burocrazia facesse il suo corso, l’acqua dei naviganti era già scomparsa dalle case. La mescita pubblica è stata inibita prima nel 2021 per la presenza di nichel, poi a luglio del 2022 per ulteriori analisi alterate e stavolta anche per la presenza di radon. Il gas inerte e naturalmente radioattivo è spesso presente nel terreno e nei materiali da costruzione in tufo e nelle acque sotterranee. Una presenza scomoda che fu causa di un periodo di monitoraggio delle acque da parte di Asl e Arpac. Era l’ottobre 2022 e dopo novanta giorni, il radon è ancora li. 

Le fontane che guardano il mare, dove ancora si poteva bere l’acqua dei naviganti, sono a secco da mesi. Anzi, qualcuno ha ben pensato di rubare anche i rubinetti. In questo quadro disarmante di degrado e incuria si inserisce l’ennesimo capitolo di una storia tutta da riscrivere. «Se l’acqua non c’è, è logico che non possiamo avere una certificazione - fa sapere il commissario prefettizio Raffaele Cannizzaro -.

Stiamo lavorando per eliminare il radon che purtroppo è presente alla mescita ma anche alla fonte. Crediamo di essere sulla strada giusta, ma ci vorrà ancora del tempo». 

Predica calma Cannizzaro, che dal marzo dello scorso anno guida il Comune sciolto per camorra. Chi c’era prima di lui alla guida della città, l’ex sindaco di centrodestra Gaetano Cimmino, pure aveva affrontato la questione Acqua della Madonna, provando a risolvere le carenze igienico-sanitarie riscontrate nei locali che ospitano le polle sorgive. Cimmino aveva ordinato lavori di manutenzione dei fabbricati e degli impianti di adduzione delle acque. Al termine dei lavori qualcosa però era cambiato, il sapore sapido dell’acqua nota per mantenere le sue caratteristiche anche dopo lunghi viaggi, era mutato, diventando molto più frizzante. Se ne accorsero i residenti e i tantissimi che ancora continuavano a riempire taniche e bottiglie dalla mescita che si trova nell’omonimo quartiere stabiese.

Accanto alle fontane dell’Acqua della Madonna ci sono quelle che un tempo erogavano acqua Acidula, conosciuta sul mercato come Acetosella. Sono le uniche due fonti non mediche, per le quali la mescita era libera finché non sono sorti i problemi. Presto quindi potrebbe arrivare la sospensiva anche per la seconda fonte, anch’essa sotto monitoraggio e bloccata nell’erogazione. È la prima volta che la fonte più famosa tra le ventotto sorgenti stabiesi, nota perché aiutava ad abbassare la pressione, viene cancellata dall’elenco delle acque minerali. 

All’idea che non si potesse più commercializzare e acquistare, gli stabiesi si erano ormai arresi da circa vent’anni. Per l’allora fallimento della Iamm finirono nei guai anche amministratori e dirigenti. L’ampolla blu potrebbe ora tornare grazie al progetto di recupero del Parco delle Acque all’interno delle Antiche Terme. Un progetto finanziato nell’ambito del Pnrr con 12 milioni di euro che prevede anche il ritorno dell’imbottigliamento delle acque. 

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