Alla scoperta della stazione Chiaia
dove il sole arriva 50 metri sotto terra

Alla scoperta della stazione Chiaia dove il sole arriva 50 metri sotto terra
di Paolo Barbuto
Giovedì 1 Dicembre 2016, 23:44
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Quella rampa che scivola giù pare un serpente che s’intrufola nel ventre della città: anche se per adesso è solo un cantiere grigio e polveroso, la stazione Chiaia della linea 6 della metropolitana mostra già tutto il suo clamoroso fascino.
Entrare in quel cantiere significa guardare negli occhi maestranze orgogliose di quel che stanno realizzando, addetti desiderosi di raccontarne ogni segreto, uomini e donne di Palazzo San Giacomo capaci di accarezzare con lo sguardo quel gigante di cemento e sentirlo una creatura propria. Così anche la rabbia che senti crescere quando pensi che sono passati otto anni da quando è iniziato lo scavo, e che serviranno almeno altri diciotto mesi prima che un viaggiatore possa entrare lì dentro, svanisce di fronte al turbinare delle emozioni di chi ti sta intorno.
Nel cantiere si entra assieme al presidente della Commissione Trasporti del consiglio comunale di Napoli, Nino Simeone, il quale sottolinea la bellezza e lo sforzo ingegneristico che ci sono dentro quella stazione ma promette: «Non molleremo un solo attimo. Settimana dopo settimana verremo a controllare che i lavori procedano e che i tempi vengano rispettati». Già, i tempi: quando verrà aperta la stazione? L’assessore ai trasporti, Mario Calabrese, spiega che occorreranno diciotto mesi dal momento in cui arriveranno i fondi già previsti: «Quel denaro dovrebbe arrivare a gennaio, diciamo che per la primavera del 2018 questa stazione dovrebbe essere completata».
Adesso, per piacere, provate anche voi a tenere a bada il moto di rabbia per i tempi che appaiono ancora clamorosamente lunghi, e seguiteci nel viaggio dentro al cuore della stazione che è realmente emozionante.
Partiamo dal fondo, cinquanta metri sotto terra, dove passeranno i treni. Laggiù c’è un collegamento diretto con l’apertura che si trova a piazza Santa Maria degli Angeli e, raccontano con emozione gli operai, «a mezzogiorno i raggi del sole arrivano esattamente qui sotto». 
In alto, dalla piazza, si dipana la rampa elicoidale che consente di raggiungere l’ingresso della stazione. Per adesso è ancora a cielo aperto, ma verrà protetta con un’elegante copertura che eviterà allagamenti per la pioggia. Quel percorso sarà aperto a tutti i napoletani e sbucherà direttamente a via Chiaia dove ci sarà l’ingresso ufficiale della stazione con i tornelli per la verifica dei biglietti: «Sarà una strada della città - spiegano - come un vicolo. Ma verticale». 
L’ingegnere Serena Riccio, funzionario del Comune che regge sulle spalle il pesantissimo fardello della realizzazione della metropolitana, mostra i disegni dell’architetto Siola, spiega i dettagli di quel che c’è e di quel che ci sarà, riesce a vedere quella stazione già completata e le brillano gli occhi. Quando si arriva alla quota-rotaie si volta a sinistra e spiega: «Da qui si arriverà alla stazione Municipio, dall’altra parte c’è la stazione di San Pasquale», e mentre parla, dal tunnel cresce un rumore forte, poi si materializzano due fari. Pare l’illusione di un treno già in arrivo alla stazione che ancora non c’è. Invece è la betoniera che porta i materiali per le due stazioni e utilizza quell’autostrada sotterranea, ancora senza binari, per evitare il traffico e lavorare più alacremente.
A proposito, ma i binari quando arriveranno? Presto, spiegano i tecnici i quali precisano che si tratta di un’operazione che non richiede lunghe lavorazioni. Al piano che si trova sopra i binari è stata realizzata un’ampia piazza sotterranea lunga 40 metri e larga 30, come tutto il gigante di cemento che s’infila sottoterra. Al centro per ora c’è un grosso buco nel cemento che, presto, verrà ricoperto da un’avveniristica cupola con tanti oblò. Una piazza delle stesse dimensioni è al livello di via Chiaia dove sarà posizionato l’accesso alla stazione: alla metro si entrerà da tre ingressi che si trovano praticamente sotto al ponte e che, fino a poco tempo fa, erano semplici negozi. Quegli ingressi condurranno anche ai nuovi ascensori che sostituiranno quelli attualmente in funzione e collegheranno con piazza Santa Maria degli Angeli e che resteranno, ovviamente, gratuiti. 
Addetti e tecnici continuano a raccontare le meraviglie di quel che è accaduto lì sotto: la falda acquifera tenuta a bada con paratie a prova di alluvione, la solidità della struttura che la rende inattaccabile da qualunque sisma e che «proteggerebbe perfino dalle radiazioni nucleari in caso di esplosione dell’atomica», dicono, senza scherzare, gli esperti.
C’è chi pensa al passato: «Bisognerebbe fare una galleria con i volti di tutti gli operai che hanno lavorato alla metropolitana di Napoli, fin dal primo giorno» dice qualcuno con emozione. Già, il primo scavo, 22 dicembre 1976. Sono passati quarant’anni e i lavori sono ancora in corso: adesso, per piacere, cancellate il moto di rabbia e provate a consolarvi guardando le foto di questa meraviglia di ingegneria e architettura.
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