Museo nel parcheggio, via alla ricostruzione di Città della Scienza a Napoli

Museo nel parcheggio, via alla ricostruzione di Città della Scienza a Napoli
di Luigi Roano
Lunedì 12 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 14 Settembre, 19:01
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Arriva il sì dalla Cabina di regia su Bagnoli all’azzeramento del contenzioso che grava sui suoli dell’area ex Italsider - così come il fallimento della Bagnolifutura - che vale un miliardo e che vede coinvolte sostanzialmente tutte le istituzioni statali. La Cabina ha dato anche il via libera alla ricostruzione di Città della Scienza nel parcheggio adiacente lo stesso Science centre, cioè lontano dalla linea di costa dove c’è stato il rogo 9 anni fa, ma comunque su via Coroglio.

Prima di questa decisione la ricostruzione del sito era prevista nelle adiacenze dell’ex acciaieria. Suggestiva come location, ma avrebbe comportato tempi lunghissimi per la rinascita perché quell’area è da bonificare.

Il parcheggio - invece - non necessita di nessun risanamento dei suoli ed è già pronto per l’utilizzo. Il presidente di Città della Scienza Riccardo Villari è fiducioso - a questo punto - che «il primo mattone si inizierà a mettere tra fine anno e il 2023». E poiché lo Science centre è l’unico attrattore dell’area ex Italsider la speranza è che il colpo di acceleratore sia ancora più forte. La Cabina di regia si è svolto in Comune, nella casa del sindaco Commissario Gaetano Manfredi, presieduta dalla ministra Mara Carfagna. Con l’ex rettore i due vicecomissari Dino Falconio e Filippo De Rossi, per la Regione l’assessore all’Urbanistica Bruno Discepolo. A completare il tavolo i tecnici della struttura commissariale, gli esponenti del soggetto attuatore Invitalia e delle articolazioni dello Stato coinvolte nella chiusura del contenzioso.

Manfredi inquadra così l’ultima Cabina di regia dell’era di Mara Carfagna e del governo di Mario Draghi: «L’accordo sul contenzioso - dice il sindaco - libera i suoli da tutti i vincoli che c’erano consente al Comune di Napoli di risparmiare 80 milioni per i quali era stato condannato, e consente di far partire una nuova stagione per Bagnoli perché ora sarà più semplice attrarre eventuali investitori». E ancora: «Abbiamo sbloccato la ricostruzione di Città della scienza con una nuova collocazione nel parcheggio attiguo e dunque in una zona già bonificata e indiremo la Conferenza dei servizi che ci consentirà di dare i titoli autorizzatori per la partenza dei lavori. L’auspicio è che si possa concludere l’iter della conferenza dei servizi entro la fine dell’anno così da far partire i lavori all’inizio del 2023».

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La Carfagna è molto soddisfatta: «Abbiamo formalizzato - racconta - delle decisioni importanti: abbiamo azzerato un contenzioso che durava da 20 anni, liberato il Comune 80 milioni e liberato il sito che finalmente è pronto per l’attività di riqualificazione e di bonifica. Penso sia anche un atto molto simbolico perché riassume bene il “metodo Draghi”: fare le cose, farle presto e bene, affrontare i problemi per risolverli e non utilizzarli per fare propaganda e polemica». Su Città della scienza la Carfagna è molto decisa: «Abbiamo individuato la zona dove ricostruire Città della scienza. Non ci siamo mai fermati. Nella prima cabina di regia che ho presieduto da ministro per il Sud mi misi le mani nei capelli e pensai o rinuncio alla delega o qui cambio tutto. Oggi stiamo raccogliendo i frutti: abbiamo sbloccato il dossier Bagnoli, nominato il sindaco commissario, lo abbiamo dotato dei poteri necessari per incidere in maniera determinante». 

Il vicecommissario Falconio - che di mestiere fa il notaio - è la personalità che ha messo a punto il contenzioso, un lavoro complesso dove non era scontato il lieto fine. «Le ricadute dell’accordo - spiega Falconio - sono di carattere pragmatico perché così si liberano i suoli dai contenziosi rendendoli molto più attrattivi per chi volesse investire a Bagnoli, ma c’è anche un altro aspetto che reputo ancora più importante». A cosa si riferisce il vicecommissario? «C’è una ricaduta politica, abbiamo ricostruito il senso dello Stato. Vale a dire che in questo modo tutti gli attori istituzionali ora possono concorrere in maniera coesa e compatta alla mission originaria cioè al risanamento di Bagnoli, alla rinascita di quell’area. Prima ognuno andava per conto suo badando a interessi particolari ora tutti vestiamo i panni che dobbiamo vestire cioè quelli di “civil servant”. E Napoli in questo senso può essere ancora una volta un esempio per il Paese». 

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