Comune di Napoli, dal bilancio un segnale di svolta ma dopo i fondi serve la governance

di Sergio Sciarelli
Venerdì 1 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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L’approvazione del bilancio di previsione è in generale un atto importante perché delinea il programma di governo di una istituzione. Con la recente approvazione di questo bilancio la nostra amministrazione comunale ha definito le politiche di intervento e l’impiego delle risorse per il prossimo triennio. In particolare, in questo caso l’approvazione, avvenuta non senza difficoltà, si colloca in un momento molto delicato per la città. Ciò per una serie di ragioni che attengono all’entità delle risorse finanziarie (circa due miliardi di euro) stanziate dal Comune per il triennio 2022-2024 da impiegare al meglio, all’opportunità di approfittare del periodo favorevole caratterizzato dall’espansione turistica e da un risveglio post Covid delle attività economiche e dall’interesse suscitato con il rilancio mediatico a livello nazionale e internazionale.

Questi elementi positivi, nel loro complesso, concorrono ad alimentare la speranza di una svolta finora inutilmente attesa dai napoletani, suffragata dall’avvento di una nuova governance fondata su competenze e qualità.
Al riguardo, però, non si può non essere cauti riflettendo sui tanti ostacoli da superare. Il primo senz’altro è quello organizzativo, che vede oggi una macchina comunale chiamata ad approntare progetti di intervento nel rispetto di scadenze perentorie che richiederebbero un efficace coordinamento delle forze in campo. II disegno strategico appare convincente nelle intenzioni e non agevole nella realizzazione. Certamente da condividere nelle scelte di fondo (manutenzione adeguata del territorio, miglioramento dei servizi, rispetto del decoro urbano) che, se attuate nel modo appropriato, dovrebbero essere in grado di delineare il futuro di una città più vivibile per i residenti e ancora più attraente per i turisti. 

L’avvenuta approvazione del bilancio comunale suscita però, nello stesso tempo, due interrogativi su cui riflettere, che riguardano la capacità della nuova dirigenza comunale e l’adeguatezza e tempestività di interventi necessari per il momento particolarmente positivo per la città. 

Bisogna difatti tenere conto che per Napoli potrebbe presentarsi una vera e propria crisi “ da sviluppo”, molto temuta in campo aziendale. La crescita richiede invero non solo risorse finanziarie, ma anche un netto cambio della governance. Quest’ultima dovrebbe rivelarsi in grado di ridurre ed eliminare inefficienze organizzative di carattere strutturale e procedurale e di rispondere in maniera efficiente all’accresciuta domanda di servizi.

È evidente che i vuoti amministrativi e la lentezza delle risposte in situazioni di emergenza (vedi ad esempio , il recente sciopero dei tassisti con gravi riflessi per il movimento turistico) sono correlate ad un deficit di governo che chiama in causa tutte le istituzioni, centrali e locali.

In altre parole, non è sufficiente aumentare le risorse senza un’azione efficace di coordinamento e controllo. Molteplici i protagonisti, troppe le rivendicazioni, tanti gli intrecci di competenze. Tipico è il caso dei problemi della sicurezza confidati ad un Comitato costituito da una miriade di organi ma senza sufficiente chiarezza nella suddivisione dei poteri.

Quali ruoli riconoscere ai vari livelli istituzionali (Governo rappresentato localmente da Prefetto e Questore, Comune e Città metropolitana, ai diversi corpi delle forze dell’ordine : polizia, carabinieri, finanzieri, polizia locale, ausiliari del traffico)? Chi potrebbe e dovrebbe essere interprete e garante del coordinamento? Chi dovrebbe avere la responsabilità di una “squadra” efficacemente costruita e efficientemente guidata?

Le risposte non sono facili, ma qualche idea deve potere essere approfondita e proposta. In proposito un’ipotesi, peraltro in linea con la normativa, è quella della migliore valorizzazione della figura del Prefetto. Non sottovalutando, infatti , che compete al Prefetto di presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza, di vigilare sulle istituzioni locali, di intervenire in situazioni di emergenza; si risponderebbe così al dettato della normativa che attribuisce ai Prefetti (soprattutto quelli insediati nei capoluoghi di regione) la responsabilità di “esercitare il coordinamento per la sicurezza e l’ordine pubblico, lo sviluppo economico e ambientale, la cura del territorio e i servizi alle persone e alle comunità” (Openpolis, 6 aprile 2021).

.Senza voler dare delle ricette , che anche in campo aziendale non sempre sono quelle giuste, a noi sembra che i presupposti per tramutare la crisi da sviluppo in opportunità effettive di crescita debbano essere l’affermarsi del concetto di”squadra” e la predisposizione di un apposito piano per dotarsi delle competenze progettuali mancanti .

Si ritorna, in questo modo, sui problemi di sempre con l’aggravante ( in assenza di soluzioni) che le risorse finalmente ci sono, che non possono quindi essere sprecate per deficit organizzativi, che Napoli deve potere fare conto su una nuova amministrazione, eletta con una maggiorana schiacciante, e che il disegno di crescita è al centro dell’attenzione delle autorità non solo nazionali ma anche europee.

L’amministrazione di una realtà complessa come quella di Napoli e dell’intera area metropolitana partenopea richiede, in sostanza, non solo amministratori di qualità, ma la capacità di fare sistema coinvolgendo anche le forze più sane dell’imprenditoria privata.

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