Napoli: poltrone e promesse, ​i quattro cavalieri di de Magistris

Napoli: poltrone e promesse, i quattro cavalieri di de Magistris
di Valerio Esca
Sabato 12 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 14:27
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Sono quattro i “cavalieri” che hanno salvato il sindaco. Un Consiglio comunale che si è trasformato in un corpo a corpo senza precedenti. Alla fine l’hanno sputata gli arancioni, grazie ad un malore accusato da Nino Simeone, trasportato via in ambulanza, ma soprattutto grazie al supporto di quattro componenti dell’opposizione. 

 

I PROFILI 
A prestarsi al gioco degli arancioni Salvatore Guangi di Forza Italia, Mimmo Palmieri (Napoli popolare), Anna Ulleto gruppo misto e Gaetano Troncone, anche lui del misto. Alla fine il gruppo dei forzisti, come era prevedibile, si è spaccato in due fazioni: quella del no al bilancio (due i consiglieri che hanno votato in maniera contraria), e quello del sì (il terzo forzista del gruppo ha deciso di uscire dall’aula, facendo mancare i numeri all’opposizione).

Si sono attenuti alle indicazioni del coordinatore regionale del partito il capogruppo di Fi Stanislao Lanzotti, nonostante i tentativi di dissuasione messi in campo dalla corrente del partito che fa capo all’eurodeputato Fulvio Martusciello e all’ex governatore Stefano Caldoro, e Armando Coppola il suo ingresso al posto della dimissionaria Mara Carfagna è stato ratificato in apertura di seduta. L’uomo di Fi prestato alla causa arancione è Guangi, consigliere comunale dell’area Nord di Napoli, molto forte nella zona di Piscinola e Marianella. Guangi, al secondo mandato, ha ricoperto per tutta la consiliatura la carica di vicepresidente del Consiglio comunale. Il forzista, fin dal primo momento, ha deciso di seguire le linee dettate da Martusciello e Caldoro, ovvero evitare lo scioglimento del Consiglio. «L’ho fatto per la città» ha sottolineato Guangi, che adesso rischia l’espulsione dal partito: «Se mi diranno che devo uscire da Fi, se la volontà del partito sarà di immolarmi non posso farci niente, resto coerente con il mio impegno di 25 anni in Fi». 

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GLI EX 
Anche Mimmo Palmieri ha fatto da stampella alla maggioranza e come Guangi è uscito dall’aula al momento del voto. Palmieri sembrava anche in procinto di passare con Fi, ma soltanto nel caso in cui tutto il gruppo degli azzurri avesse deciso di uscire dall’aula in maniera compatta. Palmieri, nel 2016, è stato eletto in Napoli popolare, nella coalizione con la candidata sindaco Valeria Valente, oggi senatrice. Palmieri è stato più volte vicino al Pd, ma alla fine è stato un matrimonio che non si è mai concretizzato. In queste ultime settimane si è trasferito in pianta stabile al secondo piano di Palazzo San Giacomo e ha tenuto in piedi costantemente e quotidianamente i rapporti con il capo di Gabinetto del sindaco Pollice. Palmieri aveva dichiarato in una intervista al Mattino qualche settimana fa, che non avrebbe mai votato a favore del bilancio, ma che avrebbe però voluto evitare che si arrivasse a commissariare l’amministrazione. Uscendo dall’aula, di fatto, non ha materialmente votato sì, ma ha permesso al primo cittadino di salvare capre e cavoli. Diverso il discorso per la ex Pd, Anna Ulleto, passata subito dopo la sua elezione, al gruppo misto. Si autosospese dal partito il 9 giugno 2016, a causa del suo coinvolgimento in un’inchiesta per voto di scambio. 

L’EX ARANCIONE 
Gaetano Troncone, da tempo assente dal Consiglio e da Napoli, ha trascorso gli ultimi mesi con la famiglia a Perugia dove risiede, si è improvvisamente palesato in apertura di seduta. Troncone, tra i più grandi oppositori del sindaco soprattutto in materia di vendita del patrimonio immobiliare, un paio di settimane fa è stato intravisto a Palazzo San Giacomo, dove ha avuto un incontro proprio con l’ex pm. Troncone però, poco dopo l’appello ha lasciato il Maschio Angioino per non farne più ritorno. Di fatto, con la sua assenza, ha fatto scendere di una casella il numero delle opposizioni.
 

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