Comune di Napoli, flop patrimonio: un terreno abbandonato vale il triplo dello stadio

Comune di Napoli, flop patrimonio: un terreno abbandonato vale il triplo dello stadio
di Paolo Barbuto
Martedì 30 Novembre 2021, 00:08 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 07:11
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Il bene immobiliare più prezioso della città di Napoli è la Metropolitana, valutata un miliardo e mezzo di euro, il secondo nella speciale classifica è l’autoparco di via Brin al quale viene attribuito un valore di 180 milioni di euro. Poi, a sorpresa, tra i beni più preziosi di proprietà del Comune, ci sono un’area incolta e un suolo abbandonato a Gianturco: la prima vale 82 milioni di euro, il secondo 65 milioni.

Sono le sorprese che spuntano fuori da un’analisi dettagliata del patrimonio di Palazzo San Giacomo. Dati fermi al 31 dicembre del 2020, ultima rilevazione ufficiale in attesa della prossima che verrà fatta tra poco più di un mese, alla fine di quest’anno. 

82 milioni di valore per il terreno che vedete fotografato qui a destra. Chi è pratico della zona l’avrà riconosciuto: si tratta di un luogo nel quale da decenni viene depositato ogni tipo di rifiuto, dell’ampia zona che fiancheggia la struttura sportiva “ex Nato” mezza crollata, del punto in cui qualche mese fa venne appiccato un incendio dal quale si sprigionarono fumi velenosi che misero in allarme i residenti nelle abitazioni circostanti. 

Quel pezzo di terra abbandonato e devastato, secondo i documenti ufficiali del Comune di Napoli, vale tre volte più dello stadio Maradona, più del doppio del palazzo del Consiglio Comunale a via Verdi. 

E se al valore di quel pezzetto di terreno si aggiungono quelli del suolo di fianco, valutato quasi 66 milioni, quello della vicina area incolta di via Vesuvio e quello della struttura di campetti sportivi sulla stessa strada, si raggiunge la cifra-monstre di 178 milioni di euro. 

Le aree supervalutate, delle quali potete leggere i dettagli nel grafico qui di fianco, fanno parte di un’ampia zona al confine col Rione Luzzatti nella quale era previsto l’ampliamento del Centro Direzionale. Fin dall’epoca della costruzione l’architetto Kenzo Tange immaginò l’allargamento verso quell’area. Poi i soldi finirono e le difficoltà resero impossibile la prosecuzione del progetto. Poi, nel 2004, ci fu un tentativo di ripescare l’iniziativa, con la formula del project financing ma anche quella è malamente affondata. Adesso la nuova amministrazione ha in animo l’idea di far ripartire il progetto; nel frattempo l’unica certezza è che una serie di campi abbandonati e (da anni) senza futuro, nel conto patrimoniale di palazzo San Giacomo assumono valori da terreno edificabile in pieno centro: misteri amministrativi che sono difficili da interpretare.

Qualche anno fa Mark Zukerberg, il fondatore di Facebook, uno tra i dieci uomini più ricchi del mondo, ha comprato un attico da 800 metri quadri nel quadrilatero della moda a Milano spendendo 21 milioni di euro.

Poca roba rispetto ai 22 milioni di euro che il Comune di Napoli attribuisce come valore a un ufficio al secondo piano del numero 51 di via Traversa Privata Acquedotto Campano, all’Arenella. 

La strada è una specie di percorso rurale che per un po’ fiancheggia la Tangenziale e poi s’infila verso l’interno della collina. Poche strutture, tutte degnissime e rispettabili, nessun luogo talmente evidente da valere quasi 22 milioni di euro. In fondo alla strada, di fronte al cancello chiuso che protegge l’ingresso dell’acquedotto e lo studio di registrazione della “Splash” di Peppino Di Capri, titolare e lavoranti dell’autofficina ridono di gusto: «Se mettete insieme il valore di tutte le case di questa strada non apparate nemmeno centomila euro, ma chi ve l’ha detta questa cosa dell’ufficio da 22 milioni?».

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Veramente l’ha detta, anzi l’ha scritta, il Comune di Napoli, e noi crediamo al Comune, fino a prova contraria.

E siccome crediamo ciecamente a quel che il Comune scrive nei suoi documenti ufficiali siamo certi che sia corretto il valore attribuito a una casetta di due stanze al numero 4 di via Campanile al Consiglio: potrebbe essere venduta per 466 euro e 82 centesimi, prezzo ritenuto corretto da Palazzo San Giacomo. Qualche dubbio su quest’appartamento dei quartieri, però, è lecito: pensate che l’amministrazione napoletana attribuisce il valore di 1.172 euro a un pollaio che possiede a Roccarainola. Se questa casa vale tre volte meno di un pollaio, che abitazione potrà mai essere?

Misteri del patrimonio del Comune di Napoli che non smette mai di riservare sorprese. 

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