Pizza a domicilio, in Campania finisce l’embargo: ora le regole per il via libera

Pizza a domicilio, in Campania finisce l’embargo: ora le regole per il via libera
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 16 Aprile 2020, 23:00 - Ultimo agg. 17 Aprile, 16:52
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Nessun anticipo e nessuna accelerazione prima del 4 maggio. Sempre che, è ovvio, rimanga, quella la data per iniziare la sospirata Fase 2. Come immagina il governo. Per ora invece la Regione si prende queste due settimane per stabilire come e con quali precauzioni iniziare a lavorare dopo quella data. L’unica anticipazione, se pure di anticipazione si può parlare, riguarda le consegne di pizze e piatti pronti a domicilio: fine dell’embargo tutto campano già dalla prossima settimana.

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Ieri Matteo Salvini chiede di risolvere il caso del cibo da asporto. «A differenza di altre regioni, in Campania sono vietate le consegne a domicilio di pizze e piatti pronti. Credo sia importante un ripensamento», dice il leader della Lega. Ma il governatore, dopo giorni di pressing, si sarebbe ormai convinto a dare il via libera dopo lo stop durato oltre un mese solo in questa regione. Un modo anche per abbassare la tensione e dare un messaggio positivo ai campani. E se sinora non l’ha fatto, dicono a Santa Lucia, è solo per non far passare l’idea che l’epidemia sia ormai archiviata e perché si sta ragionando sulle precauzioni da adottare non solo nelle cucine e nei laboratori ma anche per le consegne a domicilio. Stesso discorso anche per librerie e cartolibrerie (già aperte a livello nazionale tranne che in Lombardia). Ci sarebbe anche qui il via libera ma solo per due o tre giorni a settimana. 
 


E se al Nord massacrato dal Coronavirus i governatori aprono o chiedono di farlo, qui in Campania non se ne parla proprio. Nessun modello ligure o veneto (dove dal giorno dopo Pasquetta ci sono stati i via libera per alcune filiere) come qualcuno immaginava. Ieri, ad esempio, sono iniziati in Regione una serie di incontri programmati che hanno l’obiettivo di verificare le criticità e di organizzare i protocolli di sicurezza necessari in vista della Fase 2. Ieri è stata la volta dell’associazione costruttori, dei balneari e dei cantieri navali. «Sono stati confronti utilissimi – spiega il presidente Vincenzo De Luca – e va sottolineato con soddisfazione lo spirito di collaborazione e di responsabilità manifestato da tutti. Continueremo a raccogliere indicazioni e a seguire la linea annunciata, sul doppio binario che dovrà unire alla ripartenza le indispensabili garanzie sanitarie per tutti». All’incontro, in videoconferenza naturalmente, per la Regione c’erano l’assessore Marchiello e i consiglieri regionali Cascone e Marrazzo; dall’altro lato la presidente dell’Acen Federica Brancaccio, Marcello e Salvatore Trinchillo del Sib-balneari e Gennaro Amato, presidente della Filiera Nautica Italiana e del Polo Nautico Italiano in rappresentanza della cantieristica navale. «È interesse nostro e della Regione - dice la Brancaccio - aprire al più presto e sono state messe a punto tutte le procedure e i protocolli necessari per la ripartenza. Ci stiamo preparando per il 4 maggio». Naturalmente le esigenze sono diverse e rimangono invece delusi i rappresentanti dei balneari e della cantieristica navale che hanno la necessità di aprire al più presto per non correre il rischio di vedere pregiudicata una stagione già molto in salita. E, anzi, stigmatizzano come la Campania non segua la Liguria (regione molto più colpita dal Covid in termini di vittime e contagiati) che ha dato, già martedì, il via libera a cantieri nautici e darsene per i vari delle imbarcazioni e ai lidi per le ristrutturazioni stagionali. «La Regione ha illustrato al momento solo le prescrizioni da tenere nella fase di montaggio (dal 4 maggio) rinviando al ministero della Salute le norme sulla modalità di apertura delle attività balneare», dicono dal Sib dopo la riunione. «In Liguria il nostro settore è già ripartito perché considerato nevralgico: cantieri e darsene aperte per consegnare le imbarcazioni. In Campania, invece, si continua ad attendere creando un danno enorme per una filiera che occupa 45mila persone e rischia di perdere una stagione già pregiudicata», è l’allarme di Gennaro Amato che chiede di accelerare. «Stiamo costruendo - spiega Nicola Marrazzo, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione Attività produttive - un percorso per far ripartire tutti i settori ma con le necessarie precauzioni contro il Covid.
E lo stiamo facendo con gli imprenditori proprio per concertare al meglio la ripresa». 

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