Coronavirus a Napoli, la rivolta dei B&B: «No turisti cinesi da zone a rischio»

Coronavirus a Napoli, la rivolta dei B&B: «No turisti cinesi da zone a rischio»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 5 Febbraio 2020, 07:23 - Ultimo agg. 11:19
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L’effetto coronavirus investe i bed and breakfast partenopei. Sono decine le strutture ricettive napoletane che negli ultimi giorni si sono rivolte ai portali colossi della sharing economy per capire «come regolarsi in caso di ospiti cinesi o provenienti dalla provincia di Hubei, epicentro del contagio». Booking e Airbnb, dal canto loro – e come si legge sui loro siti – hanno applicato misure di emergenza per gestire le prenotazioni in arrivo dai territori asiatici più colpiti (chiamandole rispettivamente «cause di forza maggiore» e «circostanze attenuanti»), misure «che però non contemplano il rimborso in caso di arrivo a Napoli da un’altra nazione europea – racconta Noemi De Biase, titolare di un b&b in centro storico – Booking mi ha risposto che stanno gestendo la situazione “caso per caso”. E a questo punto noi host ci riserviamo lo stesso diritto: molti di noi valuteranno al check-in se accettare o meno il soggiorno di chi proviene dalla regione dell’Hubei o altre zone a rischio. Anche a costo di rimetterci soldi di tasca nostra. Niente a che vedere con ragioni razziali, ovviamente. Si tratta di una misura che serve a tutelare noi, le nostre strutture e i turisti che ospitiamo». 

Si parla del coronavirus nei gruppi whatsapp e nelle chat dei titolari napoletani di strutture ricettive. Il caso è scoppiato tra 1 e 2 febbraio, dopo una prenotazione last minute per due persone arrivata – via Booking – a un b&b del centro. L’account dell’ospite portava bandiera italiana e nome cinese. Con il ragazzo, però, «che aveva il visto scaduto e diceva di venire da Firenze – spiega il titolare della struttura interessata – al check-in si è presentata anche una ragazza del 1990, proprio della provincia dell’Hubei, come ho letto sul suo documento». In questo caso il soggiorno - di una sola notte - non è stato rifiutato ai due giovani asiatici. Ma l’evento ha fatto scattare decine di telefonate ai portali e acceso il dibattito tra i gestori di b&b. 

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Il meccanismo di prenotazione sui portali della cosiddetta sharing economy non è precisissimo. L’ospite può prenotare per più persone, senza fornire generalità e documenti di chi lo accompagna. Inoltre, per un albergatore è praticamente impossibile conoscere il percorso di viaggio del turista. Proprio su questo c’è l’intoppo. 

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«A partire dal 28 gennaio 2020 – si legge sul sito di Airbnb, prendendo in considerazione solo i viaggi dalla Cina – i termini delle circostanze attenuanti si applicano alle seguenti situazioni: ospiti che viaggiano dalla provincia cinese di Hubei verso qualsiasi destinazione globale e che hanno prenotato soggiorni nel resto del mondo entro il 28 gennaio 2020, con data di check-in entro il 1 aprile 2020. Ospiti che viaggiano da altre province della Cina continentale, al di fuori di Hubei, che hanno prenotato soggiorni nel resto del mondo entro il 28 gennaio 2020, con data di check-in entro l’8 febbraio 2020. Host che ricevono ospiti che hanno effettuato prenotazioni entro il 28 gennaio 2020 e che provengono da aree gravemente colpite, indicate come tali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e altre autorità governative e sanitarie. Questo vale per le prenotazioni provenienti dalla Cina continentale con data di check-in entro l’8 febbraio 2020 e per le prenotazioni provenienti dalla provincia cinese di Hubei con data di check-in entro il 1 aprile 2020». «Le “cause di forza maggiore” – si legge invece sul sito di Booking – sono state estese e si applicano a: (1) Tutte le prenotazioni con data di check-in fino al 29 febbraio 2020 (incluso). (2) Tutte le strutture situate in Cina, Macao, Taiwan e a Hong Kong. (3) Tutte le prenotazioni effettuate dai viaggiatori provenienti da Cina, Macao, Taiwan e Hong Kong». Eppure, che succede se un ospite proveniente da Hubei ha fatto un viaggio in più tappe? O se accompagna l’autore della prenotazione, come nel caso di Napoli? «Molti di noi si stanno regolando di volta in volta - dice Andrea Esposito, gestore di b&b in centro - Non ho ancora ricevuto ospiti cinesi». «Ci riserviamo la possibilità di rifiutare il soggiorno al check-in - aggiunge De Biase - in caso di clienti della provincia di Hubei: una precauzione che porteremo avanti fino a fine emergenza. 

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Sulle prenotazioni infatti non sempre sono specificati provenienza e luogo di nascita. I portali ci hanno risposto che non possono bloccare le prenotazioni provenienti da nazioni che non siano le più colpite. Ma molte strutture come la mia stanno per adottare questa misura, con relativo rimborso al cliente che pagheremmo di tasca nostra. In Cina controllano la temperatura ovunque. Qui no, nemmeno in aeroporto, fino a ieri. La psicosi e l’allarmismo non combattono i virus. La prevenzione sì».
 

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