Coronavirus in Campania, meno tamponi: non si sa più a chi farli

Coronavirus in Campania, meno tamponi: non si sa più a chi farli
di Ettore Mautone
Giovedì 4 Giugno 2020, 23:00 - Ultimo agg. 5 Giugno, 07:12
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Millecentoquarantesei tamponi per un solo contagio: il risultato dei controlli di positività al Coronavirus, effettuati in Campania mercoledì scorso, è da sottolineare in rosso sia perché è la prima volta, dall’inizio dell’epidemia, che il dato sfiora il contagio zero (che era atteso per la metà di maggio) sia perché da mesi non si registrava un numero di tamponi così basso. Di fronte al dato qualcuno ha immaginato una carenza di reagenti altri si sono spinti a ipotizzare che fosse la risposta al basso numero di tamponi della Lombardia che qualcuno ha sospettato volesse così accompagnare il “liberi tutti del 3 giugno”. Nulla di tutto questo: in Campania i pochi tamponi sono semplicemente la conseguenza del fatto che, in questa fase, non si sa più a chi farli. Esaurito il primo screening a tappeto effettuato sul personale sanitario, smaltite le liste di attesa dei medici delle Usca, considerato il calo degli arruolamenti nelle cure domiciliari e passate in rassegna le forze dell’ordine e gli addetti di front office di molte associazioni impegnate nella fase di picco ora si tratta di rimodulare le attività di controllo con un nuovo piano già allo studio dell’Unità di crisi regionale.

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NUOVO SCREENING 
Le attività di monitoraggio dovranno presto virare verso gli screening su larga scala da effettuare con esami di sieroprevalenza (prelievo di sangue venoso alla ricerca di anticorpi) e in caso di positività successivo tampone. Esami del tutto simili a quelli eseguiti a campione dal ministero della Salute e dalla Croce rossa che in Campania coinvolgono 18mila campani suddivisi per sesso e fasce di età e distribuiti in 133 Comuni con cui il sovrapposto Piano campano dovrà armonizzarsi. La bozza di tale programma epidemiologico definito di “fase 3” è già nero su bianco e trasmessa dai tecnici ed epidemiologi coinvolti agli uffici di Palazzo Santa Lucia e all’unità di crisi regionale. L’obiettivo è capire dove ha circolato il virus e stanare eventuali casi positivi non ancora individuati. 

SCUOLA SICURA
Si parte da “Scuola sicura”: uno screening a tappeto in vista della riapertura di aule e istituti scolastici. «Tra fine agosto e inizio settembre faremo 110mila controlli per il Covid 19 su docenti e bidelli e tamponi rapidi. Lavoriamo per la messa in sicurezza della scuola» ha confermato il presidente della Regione Vincenzo De Luca a Santa Maria di Castellabate dove ieri ha aperto la stagione turistica. E tamponi e test sierologici potrebbero presto affacciarsi su spiagge, alberghi, bed & breakfast e stabilimenti balneari delle zone costiere e di vacanze per accompagnare, con lo slogan “Estate sicura”, la stagione estiva ormai alle porte. Controlli che rientrerebbero nell’ambito di quelli previsti per le attività produttive nell’originario piano di screening stilato a marzo e ora declinato nel contesto delle vacanze. Anche i controlli del personale sanitario resteranno costanti e centrali: «Stiamo preparando - ha ribadito De Luca - due campagne, quella sulla scuola e l’altra su tutto il personale sanitario. A oggi abbiamo fatto 50mila tamponi ai dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche e ci prepariamo a un lavoro analogo per la scuola». Test sierologici e tamponi rapidi sono programmati a cadenza fissa per i camici bianchi, ogni settimana o due, restando i pronto soccorso, le corsie e le unità operative di Asl e ospedali i luoghi di maggior rischio di contagio. 

NODO CASI SOSPETTI 
Intanto a Napoli le Usca anziché girare con i camper da alcuni giorni usano i furgoni con frigoriferi più piccoli a fronte di un lavoro che è costantemente in calo. I casi di positività al virus sono sempre più rari e l’onda lunga dei positivi in ospedale non c’è più. Si lavora ancora ai controlli nelle Rsa per anziani (ieri a Napoli 1 sono stati effettuati 100 tamponi nella Residenza Fratelli Cervi del distretto 28) ma in generale la situazione scorre su un binario di tranquillità. Non mancano sporadici ricoveri (due o tre al giorno in tutta la Campania), ma evolvono quasi tutti come un’influenza.

Sempre sostenuta, invece, l’attività legata ai casi sospetti. Ieri al Cotugno sono stati controllati due giovani, uno di rientro da Milano e uno da Torino, entrambi negativi. L’importante è attrezzarsi per tempo all’autunno quando ogni febbre sarà da considerare un caso di sospetto Covid laddove la Asl Napoli 1 a fronte di due Covid center non ha ancora un luogo deputato ai casi sospetti.

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