La tv ai tempi del Covid: donna Imma torna con un cooking show, ​aspettando che riapra il «Castello delle Cerimonie»

La tv ai tempi del Covid: donna Imma torna con un cooking show, aspettando che riapra il «Castello delle Cerimonie»
di Stefano Prestisimone
Sabato 7 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:47
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Dai banchetti sontuosi nel «Castello delle cerimonie» al menù della tradizione preparato nello stile della famiglia Polese. Le ricette custodite nei quaderni delle nonne diventano cooking show grazie a «In cucina con Imma e Matteo», programma in onda da domani alle 15 su Food Network (canale 33 del digitale terrestre) e in streaming su Dplay.com. Dieci puntate da 30 minuti ciascuna. Al centro Imma Polese, la figlia di Antonio, il «boss delle cerimonie» della Sonrisa di Sant’Antonio Abate (scomparso 4 anni fa) e storico protagonista del programma tv entrato anche nel mirino della satira con Ciro Giustiniani. Accanto a Imma il marito Matteo Giordano, entrambi alle prese con i cavalli di battaglia di famiglia. «Ma si tratta di un progetto parallelo, perché “Il Castello delle cerimonie" tornerà non appena la situazione generale del Covid sarà migliorata», assicura la figlia di Antonio Polese: «Ora è in stand by, bloccato dai numerosi contagiati della nostra famiglia durante l’estate. Ma non vediamo l’ora di ripartire al più presto. Abbiamo girato anche alcune puntate in periodo di Covid-19 solo con i membri della nostra famiglia».

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Il virus ha colpito duramente casa Polese a fine luglio, un focolaio con mini-zona rossa istituita a Sant’Antonio Abate subito dopo la scoperta e che imperversato per mesi nella zona. «Abbiamo fatto tutti il tampone e ben 19 persone della nostra famiglia sono risultate contagiate», sottolinea Matteo: «Non abbiamo davvero idea di come il virus sia entrato nel nostro nucleo familiare ma di sicuro ha girato molto tra di noi. Siamo tanti, più di 40, e ce lo siamo passati abbassando un po’ la guardia quando eravamo nelle nostre case. Ma tengo a chiarire che nessun dipendente e nessun cliente è mai risultato positivo perché c’è stata grande attenzione. Purtroppo mia suocera Rita Greco, la nostra mamma Rita, non ce l’ha fatta, aveva patologie pregresse e il coronavirus le è stato fatale.

Anche io sono finito al Cotugno, dove sono stato ricoverato per alcuni giorni. Ma non ho mai avuto paura perché sono rimasto sempre nel reparto dei pazienti meno gravi».

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E il braccio di ferro con la Regione Campania per gli elenchi dei partecipanti a matrimoni e banchetti che non erano stati resi noti? Si è parlato di grandi feste con neomelodici, poche mascherine e nessun distanziamento. «Non ci piacciono le polemiche. Su questo possiamo solo dire che abbiamo adottato tutte le norme di sicurezza e tutte le prescrizioni che era nel nostro dovere far rispettare», svicola Matteo Giordano. 

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Tornando al nuovo format, ruota intorno alle ricette tradizionali che si tramandano di generazione in generazione. «L’idea è nata quando facevamo “Il Castello delle cerimonie” e regista e troupe venivano in cucina per riprendere anche la fase di preparazione dei piatti. Scattava sempre l’assaggio: polpette di melenzane, gateau di patate, migliaccio fritto, parmigiana di melenzane. Restavano estasiati», ricorda Imma Polese: «Così ecco l’idea di fare un programma solo dedicato alle ricette e alla preparazione. In ogni puntata realizzeremo tre pietanze di famiglia per celebrare la tavola napoletana, tutto tramandato da mamme, nonne e zie. Sapori molto casarecci, piatti che prepariamo quotidianamente per i nostri clienti affezionati». Mi piace ricordare - aggiunge - che da noi si è formato uno chef come Antonino Cannavacciuolo, che da ragazzino veniva qui con il papà Andrea, che era nostro cuoco all’epoca. Il padre era anche professore di cucina all’istituto alberghiero di Vico Equense, che Antonino frequentava. È stato nelle nostre cucine che ha imparato i primi rudimenti del mestiere. Insomma, abbiamo fatto scuola».

Nel primo episodio di «In cucina con Imma e Matteo», in onda domani, zio Agostino, che è un allevatore di maiali, arriverà a casa Polese in compagnia del nipote Agostino jr e con una gran quantità di salsicce, lardo e salame paesano: «Qui si torna alla materia prima. Mio zio ci tiene tantissimo ai suoi maiali. Questo è il nostro pane quotidiano», conclude donna Imma, «noi ci esprimiamo al meglio con prodotti di cui conosciamo tutto. Modestamente sono maestra nel cucinare il maiale, ho appreso tutto da mia mamma Rita che era un fenomeno in cucina. Con Matteo prepareremo tre grandi classici: si parte con gli ziti spezzati lardiati, un nostro piatto forte; poi salsicce e friarielli e infine la minestra maritata, che si chiama così perché il maiale si sposa perfettamente con le verdure miste, anche queste coltivate nell’orto di zio Agostino. E parliamo del fior fiore dei coltivator diretti».

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