Covid in Campania, subito 340mila vaccini Pfizer: priorità a 150mila sanitari e ospiti Rsa

Covid in Campania, subito 340mila vaccini Pfizer: priorità a 150mila sanitari e ospiti Rsa
di Ettore Mautone
Venerdì 20 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 23:01
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Vaccino anticovid: le prime dosi messe a punto dalla statunitense Pfitzer arriveranno in Italia a fine gennaio. Le Regioni hanno pochi giorni per stilare la prima bozza di un piano vaccinale da trasmettere, a stretto giro, entro il 23 novembre, al commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. A usufruire per primi del vaccino saranno il personale e gli ospiti delle Residenze per gli anziani (Rsa), i grandi vecchi non deambulanti e i camici bianchi degli ospedali, ossia le categorie e i luoghi che, nel corso della pandemia, hanno rappresentato il principale incubatore e vettore del contagio e maggiormente esposti agli esiti dell’infezione. Ieri, in Unità di crisi, in Campania c’è stato il primo vertice su questo tema. Fari puntati sulle strutture da individuare per ciascuna provincia ai fini della somministrazione, sugli ospedali, sul personale da sottoporre a profilassi, sui congelatori disponibili, sul numero e ubicazione delle Rsa, personale e ospiti delle strutture residenziali. Tra le basi distribuzione anche l’aeroporto di Capodichino, tant’è che il management della società di gestione ha già avuto contatti con la Desmon, l’azienda di Nusco specializzata nella produzione dei super-congelatori.

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Si parte dunque dai numeri: dei 3,4 milioni di dosi che arriveranno dagli Usa in Italia circa il 10 per cento spetteranno alla Campania, 340 mila dunque. Il vaccino dovrà essere somministrato in doppia dose, a un mese di distanza tra una somministrazione e l’altra. L’assegnazione di fiale sarà sufficiente per 170mila persone. Questa è una prima stima del riparto delle dosi.

Entrando più nel dettaglio delle priorità e del fabbisogno della Campania, si è messo insieme il numero dei sanitari dipendenti delle strutture pubbliche (Asl e ospedali) che ammontano a circa 44 mila a cui va aggiunto il personale convenzionato per circa ulteriori 15 mila unità, quindi il personale in convenzione (specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, di continuità assistenziale, 118, i dipendenti delle strutture sanitarie completamente private) che danno una stima prudenziale di 80 mila altri candidati al vaccino. Per le Rsa i numeri sono nettamente inferiori: ieri in unità di crisi è stata stilata una stima andando a verificare una a una le schede di accreditamento. Si oscilla tra i 1.300 e i 1.500 tra ospiti e personale. C’è poi il privato sociale e si arriva a 5 mila. In totale siamo a quasi 150 mila vaccini necessari in questa prima fase, cifra molto vicina al riparto standard dei 170 calcolato a monte per entità della popolazione che vede la Campania destinataria appunto del 10 delle assegnazioni procapite tra le regioni. 

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L’altro nodo affrontato ieri è quello dell’identificazione delle strutture ospedaliere di stoccaggio e mantenimento, a - 80 gradi, delle fiale. È emerso che nessuna struttura, in Campania, ha attualmente disponibili frigoriferi tarati per tali temperature. Anche i centri di oncoematologia per il trapianto di midollo arrivano fino a - 40 gradi. È stata pertanto allertata la Soresa per acquistare frigoriferi di tali capacità. Ve ne sono sul mercato anche di aziende campane e le dimensioni, contrariamente a ciò che si credeva, sono molto agili, comprese tra 1,5 metri per 2 in cui è possibile stipare fino a 10 mila fiale. Pertanto saranno distribuite in maniera molto capillare non solo per provincia ma anche per singolo centro ospedaliero. L’organizzazione organizzazione sarà Hub e spoke. Le dimensioni ridotte dei frigoriferi hanno sciolto il primo nodo relativo allo stoccaggio e alla somministrazione. Più complessa la questione della somministrazione nelle Rsa che presuppone un trasporto. È previsto un lasso di tempo che si consuma nell’arco di alcune ore (all’incirca 6), in cui il vaccino è trasportabile rispettando la catena del freddo ma a temperature inferiori. L’ipotesi a cui si lavora dovrebbe soddisfare, senza particolari affanni, la distribuzione capillare delle fiale sull’intero territorio campano con una geolocalizzazione in cui gli hub corrispondono ai centri di vaccinazione degli ospedali e gli spoke alle unità vaccinali periferiche deputate a raggiungere i luoghi più sfavoriti in cui risiedono le categorie più fragili e a mobilità ridotta. Si ipotizzano unità viaggianti coordinate da un medico e un infermiere per i casi in cui è necessario raggiungere l’utente partendo da una zona spoke di stoccaggio.

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Previsto anche l’allestimento di una piattaforma vaccinale Covid dedicata che si sovrapporrà a quella già attiva (Geva) per la gestione degli altri vaccini. Uno strumento con cui monitorare in maniera precisa e puntuale le anagrafi. Quella progettata è un’azione vaccinale straordinaria che per ora si configura su base volontaria, fortemente consigliata ma non obbligatoria. C’è da attendersi che l’adesione sarà sicuramente massiccia. Ultimo nodo ancora da sciogliere riguarda la logistica della somministrazione. Si dovranno infatti assolutamente evitare assembramenti ipotizzabili però soprattutto per per la vaccinazione di massa che progressivamente successivamente coprire, per gradiente di fasce di popolazione a rischio, tutti i cittadini campani. 
 

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