Le risposte virtuose ​e il dovere dell'ottimismo

di Sergio Sciarelli
Martedì 31 Marzo 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:30
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Nella partita in corso tra virus e umanità intera stanno cambiando i rapporti di forza. Per sostenere questo punto di vista, certo al momento ottimistico, sviluppiamo qualche riflessione a metà strada tra razionalità e visione. Perché di fronte ad un primo tempo nel quale il virus stravince, possiamo immaginare un secondo tempo (non si sa però quanto lungo) in cui a vincere saremo noi?

I motivi di un pronostico positivo sono almeno cinque. Innanzitutto, l’avvento del periodo di maggiore caldo, che potrebbe spegnere parte della forza di questo avversario invisibile. In secondo luogo, il potenziamento delle strutture sanitarie per effetto d’investimenti incredibili in epoche di normalità. Terzo: il crescere delle competenze attraverso sperimentazioni a livello mondiale. E ancora: il progressivo migliorare dei comportamenti di noi tutti e la capillarità dei controlli sul territorio.

Fermiamoci brevemente su ciascuno di questi punti a nostro favore. Sul primo non possiamo che fidarci di quella parte della scienza che attribuisce all’innalzamento della temperatura una perdita di forza del virus e, nel contempo, dobbiamo sperare che il bel tempo arrivi presto e che faccia la sua parte.

Sugli altri esprimiamo il nostro punto di vista con riferimento al Paese in cui viviamo. Con un grosso sforzo le strutture sanitarie stanno migliorando (anche se in misura non adeguata alla forza dell’avversario) sotto il duplice profilo quantitativo e qualitativo. Questo vale in termini di posti letto, di postazioni di terapie intensive, di tecnologie diagnostiche. Ma, forse, gli elementi principali di conforto sono due: la convinzione, ormai radicata a livello politico, dell’assoluta necessità di continuare ad investire nella sanità per recuperare il tanto, troppo tempo perso; e la specializzazione dei presìdi in grado di reggere meglio a fenomeni epidemici.

Il tema dell’accrescimento delle competenze per effetto delle crisi è quasi banale. È stato e sarà sempre così perché pericoli e tensioni sono veicoli di innovazioni destinate a lasciare il segno e a fare avanzare in modo eccezionale il progresso dell’umanità. Ma quello che possiamo sottolineare nel nostro caso è l’aspetto della collaborazione internazionale rafforzatasi nel mondo della scienza a causa della globalizzazione della crisi e l’accentuarsi della trasversalità degli studi per combattere un nemico così forte. Tutto ciò, è bene rimarcare, abbandonando la voglia di protagonismo e mirando solo alla salute degli ammalati ( e qui proprio sulla polemica “provincialistica “, maldestramente innescata dal professor Galli nei confronti del nostro Paolo Ascierto, ci sarebbe parecchio da dire).

Il quarto motivo è quello che ci tocca più da vicino ed è quello da cui, secondo noi, dipenderà la durata della partita. Sotto questo aspetto il comportamento della popolazione italiana è stata complessivamente soddisfacente se pensiamo che siamo chiusi in casa da due settimane osservando regole dure fortemente limitanti la libertà personale. Il diffondersi di comportamenti responsabili è certamente uno dei fondamentali punti di forza nei confronti del nemico da battere.

In ultimo, rimanendo sull’argomento delle regole, è chiaro che il presidio del territorio, potenziato con l’impiego dell’esercito, sta contribuendo efficacemente ad attenuare le conseguenze, invece, di comportamenti irresponsabili.
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