Coronavirus a Napoli, scatta la task force: «Ma servono più tamponi»

Coronavirus a Napoli, scatta la task force: «Ma servono più tamponi»
di Giuseppe Crimaldi, Ettore Mautone
Domenica 23 Febbraio 2020, 22:58 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 08:39
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La riunione è stata convocata “ad horas”, anche alla luce del susseguirsi delle convulse notizie provenienti dal resto d’Italia: un tavolo tecnico, quello che si è tenuto ieri pomeriggio in Prefettura, sull’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus. Non può parlarsi di un vero e proprio comitato per l’ordine e la sicurezza, quello presieduto dal prefetto Marco Valentini: è stata, piuttosto, una riunione preliminare durante la quale è stata affrontata una lunga e delicata serie di tematiche che oggi - presso la Regione - verranno discusse anche e soprattutto con i rappresentanti delle Aziende sanitarie locali, del 118 e della Protezione civile. Al tavolo, oltre allo stesso Valentini, c’erano i vertici delle forze dell’ordine e delle Asl. In quella stessa sede il prefetto ha disposto l’annullamento dell’ordinanza con la quale i sindaci di Ischia avevano disposto il divieto d’accesso ai Comuni dell’isola fino al 9 marzo prossimo.

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Sullo sfondo, una serie di questioni aperte che richiedono di essere affrontate immediatamente. La progressione dell’epidemia assume infatti ritmi e dimensioni preoccupanti. C’è da pianificare l’emergenza: dai distretti sanitari che nelle ultime ore hanno evidenziato carenze organizzative e strutturali (mancano i kit con i tamponi, indispensabili per la diagnosi) ai possibili, eventuali rimedi da adottare nel caso in cui si presentassero i primi casi di Coronavirus anche nel Napoletano. Oggi si terranno altri due appuntamenti importanti, in regione. Il primo tavolo è previsto alle 13, quando si incontreranno tutti i soggetti che hanno titolo a intervenire sulla materia; e il secondo con il presidente Vincenzo De Luca, alle 15.
 


Indicazioni operative, regole di ingaggio, modalità di intervento del personale, ruolo e funzione dei medici e pediatri di famiglia, i percorsi, i trasporti dei casi sospetti e conclamati, le strutture di ricovero, quando effettuare i test diagnostici e quando no, tempi e modi di eventuali quarantene da disporre a domicilio. Sono questi i nodi affrontati ieri nella prima riunione preliminare convocata dalla Asl Napoli 1 con i direttori sanitari dei presìdi ospedalieri e i responsabili dei dipartimenti di prevenzione e del 118. Sul tavolo solo una serie di ipotesi che oggi alle 13 saranno riformulate al tavolo del centro epidemiologico regionale guidato da Angelo Argenzio a cui sono convocati tutti i manager oltre che il responsabile del 118 e la Protezione civile. In due ore bisognerà formulare le proposte di piano e i percorsi diagnostico terapeutico assistenziali per eventuali casi di infezione da Coronavirus in Campania. Sarà poi il tavolo politico con il governatore De Luca a decidere il da farsi. Ermanno Russo, vicepresidente del Consiglio regionale, invoca una seduta monotematica del Consiglio regionale e sollecita che la gestione del numero verde regionale sia affidato alla gestione del personale medico adeguatamente formato portando la funzionalità del call center regionale da 12 a 24 ore.

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Intanto il numero verde regionale 800909699 ha superato ieri le 1600 chiamate rispetto alle 90 di due giorni fa. Intanto i sindacati dei medici come il Sumai (Specialisti territoriali) e quello dei medici di base stanno ponendo in queste ore l’accento sul rischio che ad essere contagiati siano innanzitutto gli operatori sanitari, con l’aggravante che gli ospedali diventino essi stessi pericolosi luoghi di contagio. I camici bianchi ritengono necessario procedere a screening telefonici puntuali ed accurati limitando accessi domiciliari che porrebbero la necessità di adottare, nei casi sospetti e a rischio, non solo misure idonee di protezione ma anche di individuare aree di vestizione e svestizione oltre che smaltimento di tute e mascherine senza contare le difficoltà di stabilire dove e come approvvigionarsi di questi materiali.

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