Coronavirus a Napoli e caro mascherine, è caos: «Le compri la Regione»

Coronavirus a Napoli e caro mascherine, è caos: «Le compri la Regione»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 8 Aprile 2020, 23:00 - Ultimo agg. 9 Aprile, 11:37
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Ieri mattina vi abbiamo raccontato la crescita folle dei prezzi delle mascherine con aumenti, rispetto al prezzo medio di mercato, superiori al cinquemila per cento. La questione ha generato tensione e polemiche all’interno del mondo dei farmacisti ed è scesa in campo Federfarma, l’associazione che rappresenta le farmacie, sia con i vertici regionali (Nicola Stabile) che con quelli cittadini (Michele Di Iorio).

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Di primo acchito è arrivata la spiegazione: se i farmacisti per procurarsi le mascherine pagano una cifra abnorme, purtroppo anche i clienti pagheranno molto. La spiegazione è stata ovvia: la crescita di richieste ha generato un aumento esponenziale dei prezzi da parte dei produttori: «Le stesse mascherine per le quali tre mesi fa pagavamo 0,04 centesimi, oggi ci vengono offerte a 1,35 euro. Il prezzo lo fa il mercato non noi farmacisti», Nicola Stabile, presidente campano di Federfarma spiega, ma non cerca scuse tanto da ammettere candidamente «io, personalmente, non le vendo perché non ho intenzione di piegarmi a questa speculazione che, lo ripeto, non viene messa in atto dalle farmacie». Anche Michele Di Iorio, presidente napoletano di Federfarma spiega che l’approvvigionamento è fuori controllo: «Mi ha chiamato un amico e mi ha implorato di trovargli delle mascherine Ffp3. Gli ho detto che non l’avrei fatto perché mi avrebbero chiesto venti euro per un oggetto che non ne vale nemmeno la metà e io non gli avrei mai venduto quella roba a un prezzo così sproporzionato».
 


Ascoltati i motivi della crescita dei prezzi viene il momento dell’affondoverso gli interlocutori: forse qualche farmacista ci sta prendendo gusto a guadagnare tanto da un oggetto di così scarso valore che, però, è ambitissimo. «Può essere vero - ammette Stabile - è possibile che in un gruppo ci sia qualche mela marcia. È per questo che noi abbiamo deciso, dopo esserci consultati anche con i vertici nazionali, che ci costituiremo parte civile in ogni eventuale processo contro farmacisti sorpresi a speculare su beni collegati all’emergenza sanitaria».

Il ragionamento, però, viene affrontato dai farmacisti con lungimiranza: «Parliamoci chiaro, questa emergenza non sarà breve e un’eventuale riapertura alla vita sociale prevederà per lungo tempo l’utilizzo di questi dispositivi», Michele Di Iorio è uomo d’esperienza e non si nasconde la preoccupazione per l’approvvigionamento che, nel futuro, dovrà essere sempre più intenso perché le mascherine si consumano e vanno sostituite.

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Nicola Stabile però tira fuori una proposta che potrebbe cancellare ogni difficoltà: «Per noi farmacisti attualmente rifornirci di mascherine è difficile e oneroso. Perciò all’acquisto potrebbe provvedere la Regione che avrebbe prezzi migliori per grandi quantità e avrebbe anche la rappresentatività per imporre al mercato di calmierarsi.
Se intervenisse Santa Lucia noi farmacisti saremmo pronti fin da subito a distribuire quelle mascherine con le modalità che deciderà la Regione e senza nessun guadagno. Potremmo distribuirle gratuitamente se si deciderà di farlo con questa modalità; oppure potremmo chiedere ai clienti il prezzo che potrebbe ristorare la Regione dell’acquisto, ovviamente senza nessun tipo di ricarico per noi. Insomma, il messaggio deve essere chiaro: noi vogliamo offrire un servizio alla gente e non ci piace finire in copertina per la speculazione sull’emergenza, ecco perché offriamo il nostro aiuto in forma gratuita, ci basta che ciascuno possa avere la sua mascherina senza essere costretto a svenarsi.

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