Coronavirus, troppi rischi a Napoli:
De Luca a Salerno da 15 giorni

Coronavirus, troppi rischi a Napoli: De Luca a Salerno da 15 giorni
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 19 Ottobre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 14:10
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Da giorni non mette più piede nel suo studio di palazzo Santa Lucia. Blindato a Salerno, nell’ufficio fatto allestire a suo tempo presso il Genio Civile. Nessuna trasferta a Napoli, il centro del contagio, ma solo da casa sua a quelle stanze nel palazzone all’ingresso del porto commerciale dove ogni settimana parte la sua diretta social. E niente incontri: solo riunioni operative ma rigorosamente da remoto. Basterebbe questo dettaglio, che dettaglio non è, per far capire come e quanto il governatore De Luca tema il Covid abbattutosi sulla Campania con la forza di una tremenda burrasca che non passa. E lui solo lì da quella tolda si sente al sicuro. 

Blindature personali a parte, i suoi collaboratori parlano di un De Luca preoccupatissimo di come si stia evolvendo la situazione in Campania. Da regione virtuosa nel disastro generale della primavera scorsa, o considerata tale, a epicentro, o quasi, del contagio. Tra posti letto che iniziano a scarseggiare e curve di contagio perennemente in salita. Da qui la certezza granitica del governatore di come occorra continuare a puntare su misure drastiche per tentare di fermare o attenuare la catena del Covid.

Compresa la contestata ordinanza sullo stop alla scuola, unico caso in Italia. 

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Ieri viene emanata la numero 81 con la quale non ci sono ulteriori restrizioni ma vengono di fatto solo prorogate le misure contenute nelle precedenti. Ma la scadenza dal 30 ottobre viene posticipata sino al 13 novembre. Un allineamento, su date e orari, con l’ultimo Dpcm firmato dal governo. Meglio fermarsi qui ed evitare di forzare ancora specie se tra poche ore occorra mettere mano alla scuola. Due sere fa, intervistato da Fabio Fazio, De Luca aveva sostenuto che il governo aveva messo nero su bianco anche restrizioni sulle lezioni. Ma stavolta l’ex sindaco di Salerno non ha potuto giocarsi la carta delle misure campane anticipatrici rispetto al governo. Altrove lezioni in presenza, in Campania solo a distanza. 

Per questo solo oggi, dopo aver scavallato un ricorso al Tar, si vedrà quali misure adotterà per la scuola. Nella circolare che sta predisponendo il ministero dell’Istruzione si ribadirà come resta tutto invariato per materne e medie, mentre alle superiori, ove necessario, dovrebbe essere rimodulata l’entrata a partire dalle 9 e l’uscita con scaglionamenti per far sì che dove ci sono problemi di sovraffollamento dei mezzi pubblici. E se necessario si potrà fare ricorso a turni pomeridiani, sempre di concerto tra gli enti locali e gli uffici scolastici regionali e i dirigenti. 

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Sino a ieri si stava facendo strada a palazzo Santa Lucia di un ritorno in classe almeno per le elementari. Un passo indietro, come accaduto per le materne, per non arrecare danni ai genitori che lavorano e salvaguardare i bambini, specie le prime classi, ad anno scolastico appena iniziato. Ma anche i dati di ieri, quelli relativi ai contagi dei tamponi della domenica che in genere riportano dati un po’ più bassi, hanno portato conforto. Troppi per pensare a un parziale marcia indietro. 

Da qui e dagli incontri che si sono susseguiti ieri, si ipotizza che le lezioni non riprenderanno prima del 30 ottobre. Sperando che la situazione vada verso un miglioramento. O altrimenti il governatore De Luca è pronto a a misure più drastiche ancora. Specie contro la movida notturna considerata ormai la catena del contagio per eccellenza. E, quindi, il coprifuoco dalle 23 all’alba come ha già chiesto la Lombardia per tentare di fermare i contagi. Almeno un paio di settimane per far rallentare la curva del Covid. 

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