Pressing dei camici bianchi napoletani per ottenere più vaccini e siringhe per somministrarli. La richiesta dei medici di famiglia vaccinatori arriva all’indomani dello stop nella distribuzione di Moderna, il farmaco a loro destinato. Da oggi in poi i medici di base riceveranno AstraZeneca e Pfizer, fatta eccezione per le secondi dosi di Moderna necessarie al completamento dei cicli vaccinali cominciati. A questo punto, i problemi da risolvere sono due: aumentare la quantità dei rifornimenti dei vaccini e garantire la somministrazione delle dosi ai pazienti che sono assistiti da medici non vaccinatori e che, ora, si sentono abbandonati.
«I medici di famiglia hanno mostrato buona volontà e disponibilità partecipando attivamente alla campagna vaccinale ma il problema è la carenza dei vaccini» spiega Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli che punta il dito «sulla mancata dotazione delle siringhe» e sui «rifornimenti insufficienti di dosi che stanno rallentando i vaccini a domicilio». Da una parte, infatti, i numeri dei medici pronti a vaccinare tra le mura domestiche sono cresciuti arrivando a 190 ma, dall’altra, l’introduzione di Pfizer e AstraZeneca fa spazio a nuove perplessità. «La gestione dei due farmaci in sostituzione di Moderna, sarà più complessa per la catena del freddo e i tempi da rispettare» sottolinea Zuccarelli, riferendosi soprattutto ai cinque giorni a disposizione per inoculare le dosi dopo la consegna di Pfizer. La distribuzione avverrà con una programmazione settimanale e questa mattina saranno consegnati «3 flaconi di Pfizer, per 18 dosi totali, e 4 di Astrazeneca, per 44 dosi totali, ai medici vaccinatori a domicilio» fa sapere Pina Tommasielli, componente anche dell’Unità di Crisi della regione Campania. «Gli assistiti dei medici di base già stanno mostrando delle resistenze per AstraZeneca e stiamo raccogliendo molte lamentele» spiega Tommasielli arrivata quasi a quota 400 vaccini della propria platea.
I napoletani che non possono contare su un medico di base vaccinatore, stanno aspettando da mesi una soluzione. La platea penalizzata è quella delle persone non deambulanti, destinatari del vaccino a domicilio. Sulla carta era stata prevista da tempo l’attivazione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziali dell’Asl partenopea che hanno anche in carico l’assistenza dei malati Covid e i tamponi a domicilio, ma solo ieri è stato avviato questo servizio. Ci saranno cinque Usca che dal 18 aprile somministreranno le dosi preparate all’ospedale Cardarelli. Nel frattempo, i vaccini a domicilio dividono l’Asl Napoli 3 Sud dove il presidente della cooperativa di medici di famiglia “Vesevo” ha criticato la decisione dell’Asl di limitare la loro vaccinazione agli ultra ottantenni e a domicilio, impedendo di vaccinare anche negli ambulatori. «Nessuna norma contrattuale obbliga il medico di medicina generale ad effettuare vaccinazioni a domicilio, tutt’al più la suggerisce» ha chiarito Paolo De Liguoro.