Covid a Napoli, medici di base pronti a vaccinare: «Ma non abbiamo fiale né siringhe»

Covid a Napoli, medici di base pronti a vaccinare: «Ma non abbiamo fiale né siringhe»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 14 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:11
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Pressing dei camici bianchi napoletani per ottenere più vaccini e siringhe per somministrarli. La richiesta dei medici di famiglia vaccinatori arriva all’indomani dello stop nella distribuzione di Moderna, il farmaco a loro destinato. Da oggi in poi i medici di base riceveranno AstraZeneca e Pfizer, fatta eccezione per le secondi dosi di Moderna necessarie al completamento dei cicli vaccinali cominciati. A questo punto, i problemi da risolvere sono due: aumentare la quantità dei rifornimenti dei vaccini e garantire la somministrazione delle dosi ai pazienti che sono assistiti da medici non vaccinatori e che, ora, si sentono abbandonati. 

«I medici di famiglia hanno mostrato buona volontà e disponibilità partecipando attivamente alla campagna vaccinale ma il problema è la carenza dei vaccini» spiega Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli che punta il dito «sulla mancata dotazione delle siringhe» e sui «rifornimenti insufficienti di dosi che stanno rallentando i vaccini a domicilio». Da una parte, infatti, i numeri dei medici pronti a vaccinare tra le mura domestiche sono cresciuti arrivando a 190 ma, dall’altra, l’introduzione di Pfizer e AstraZeneca fa spazio a nuove perplessità. «La gestione dei due farmaci in sostituzione di Moderna, sarà più complessa per la catena del freddo e i tempi da rispettare» sottolinea Zuccarelli, riferendosi soprattutto ai cinque giorni a disposizione per inoculare le dosi dopo la consegna di Pfizer. La distribuzione avverrà con una programmazione settimanale e questa mattina saranno consegnati «3 flaconi di Pfizer, per 18 dosi totali, e 4 di Astrazeneca, per 44 dosi totali, ai medici vaccinatori a domicilio» fa sapere Pina Tommasielli, componente anche dell’Unità di Crisi della regione Campania. «Gli assistiti dei medici di base già stanno mostrando delle resistenze per AstraZeneca e stiamo raccogliendo molte lamentele» spiega Tommasielli arrivata quasi a quota 400 vaccini della propria platea.

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I napoletani che non possono contare su un medico di base vaccinatore, stanno aspettando da mesi una soluzione. La platea penalizzata è quella delle persone non deambulanti, destinatari del vaccino a domicilio. Sulla carta era stata prevista da tempo l’attivazione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziali dell’Asl partenopea che hanno anche in carico l’assistenza dei malati Covid e i tamponi a domicilio, ma solo ieri è stato avviato questo servizio. Ci saranno cinque Usca che dal 18 aprile somministreranno le dosi preparate all’ospedale Cardarelli. Nel frattempo, i vaccini a domicilio dividono l’Asl Napoli 3 Sud dove il presidente della cooperativa di medici di famiglia “Vesevo” ha criticato la decisione dell’Asl di limitare la loro vaccinazione agli ultra ottantenni e a domicilio, impedendo di vaccinare anche negli ambulatori. «Nessuna norma contrattuale obbliga il medico di medicina generale ad effettuare vaccinazioni a domicilio, tutt’al più la suggerisce» ha chiarito Paolo De Liguoro.

I medici di medicina generale dell’Aft Ercolano 1, hanno disdetto in blocco la propria adesione al ritiro di dosi di vaccino da effettuare nei propri ambulatori, rimandando gli assistiti nei Centri vaccinali. 

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