Covid, medici napoletani in trincea: «L’allarme non è finito, a Natale arriva variante Cerberus»

Covid, medici napoletani in trincea: «L’allarme non è finito, a Natale arriva variante Cerberus»
di Ettore Mautone
Martedì 1 Novembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 2 Novembre, 17:56
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Le vaccinazioni, l’influenza stagionale, il Covid, le mascherine, i medici no vax che possono tornare in corsia a contatto con i malati, la nuova ondata della variante Cerberus che arriverà a Natale. Per i medici, e soprattutto per i loro pazienti, non è un momento di chiarezza: tutti si chiedono quali siano le precauzioni, le necessità e urgenze per affrontare senza rischi la stagione fredda.

«Le infezioni Covid-19 sono stazionarie, ancora numerose ma piuttosto modeste sul piano sintomatologico, attualmente di rado evolvono nelle temute polmoniti e nella malattia sistemica - avverte Luigi Atripaldi microbiologo dell’azienda dei Colli - ciò accade in quanto la variante Omicron, per superare la barriera dei vaccini e dell’immunità ha perso le caratteristiche della Delta.

Tre o quattro dosi di vaccino e l’immunità da guarigione hanno creato un equilibrio con Sars-Cov-2 ma non sappiamo ancora se sarà stabile nel tempo. Sul piatto della bilancia - conclude Atripaldi - va messo il fatto che l’immunità non è durevole e le persone più fragili della popolazione, come anziani e oncologici, ma anche infartuati, cardiopatici, dializzati, continuano ad essere esposti alle conseguenze più serie della malattia. I sani invece sono abbastanza protetti». 


L’arrivo di nuove varianti come Cerberus, che provocheranno tantissimi casi, devono tenerci dunque pronti. Proprio come per un raffreddore le possibilità di prendere in un anno più volte il Covid, col passare dei mesi e con l’arrivo di nuove varianti, crescono. I medici suggeriscono di continuare ad usare la mascherina in luoghi affollati e di effettuare richiami vaccinali nella popolazione fragile ed esposta. «Della nuova variante ne sappiamo ancora poco, aspettiamo di conoscere i primi dati scientifici su contagiosità e gravità clinica - spiega intanto Fiorentino Fraganza, ex primario della rianimazione del Cotugno - il vaccino rimane l’unica vera arma di prevenzione. Credo che diventerà come l’antinfluenzale: da ripetere ogni anno con l’estensione della protezione alle sottovarianti. Gli scarsissimi effetti collaterali e la ottima risposta immunitaria a qualunque età ne fanno un presidio indispensabile».

«Da medico di famiglia - sottolinea Pina Tommasielli - dico che le strutture sanitarie hanno necessità di riprendere la normale routine assistenziale soprattutto per anziani e cronici. Dopo quello che abbiamo passato dobbiamo evitare che ci possa piovere di nuovo in testa una tegola che paralizzi tutto. Dico che occorre essere prudenti e vaccinarsi sia contro il Covid sia contro l’influenza. L’impatto del liberi tutti, assunto per decisione politica, fa poi passare l’idea che essersi vaccinati non sia servito a niente mentre è avvenuto il contrario».

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«Viviamo un momento di relativa stabilità per i ricoveri Covid in pediatria - aggiunge Vincenzo Tipo, primario del Santobono - da alcune settimane i piccoli ricoverati non superano i 4-5 tutti di età inferiore all’anno e con una sintomatologia febbrile. Il caldo anomalo può aver giocato un ruolo importante nel calmierare la diffusione delle malattie virali Covid incluso. Anche la bronchiolite, che in questo periodo riempiva i reparti, non si è ancora presentata. Per la questione mascherine abbiamo avviato da qualche anno una campagna di sensibilizzazione all’uso anche in casa quando c’è un neonato o un bambino molto piccolo. In famiglia la circolazione virale può essere altissima ed esporre i neonati ad infezioni respiratorie anche importanti. Mascherina e lavaggio delle mani, dovrebbe essere un obbligo». 

Quello su cui tutti sono d’accordo è che l’uso delle mascherine ha avuto un ruolo importante nella limitazione dei contagi. Utilizzate correttamente hanno ridotto la diffusione di tutte le malattie respiratorie. «Una precauzione basilare - conclude Saverio Annunziata, medico di base con studio a Chiaia - per tenere a bada raffreddore, influenza e anche Covid. Le metto sullo stesso piano perché sono patologie fastidiosissime per la popolazione in generale ma non più rischiose per la vita, fatta eccezione per i soggetti fragili. Grazie alle vaccinazioni estese a tutti i soggetti fragili siamo in grado di proteggere anche anziani, cardiopatici, diabetici, broncopneumopatici. Continuiamo a raccomandare il richiamo vaccinale per i soggetti a rischio».

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