Covid a Napoli, allarme al Cardarelli: «È boom di ricoveri, servono posti letto»

Covid a Napoli, allarme al Cardarelli: «È boom di ricoveri, servono posti letto»
di Ettore Mautone
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 23:41 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 16:36
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Scongiurare il caos in pronto soccorso: per decongestionare la prima linea del Cardarelli sarà rafforzata la collaborazione tra gli ospedali e le aziende sanitarie dell’area collinare di Napoli. I Policlinici delle due Università, il Monaldi, il Cotugno e il Cto, collaboreranno in rete facendo confluire i malati Covid, e i pazienti ordinari, nelle corsie dove c’è posto. Un modo per fronteggiare il momentaneo stop ai ricoveri all’ospedale del mare, dove sono iniziati i lavori per ripristinare acqua calda e riscaldamento e dove il pronto soccorso lavora a scartamento ridotto ma anche per tenere sotto controllo gli afflussi nella prima linea del Cardarelli, dove i malati Covid o sospetti tali sono in costante aumento da due settimane a questa parte e si aggiungono al resto dei pazienti che arrivano in pronto soccorso. Il nodo è stato affrontato martedì scorso in una seduta dell’unità di crisi regionale protrattasi fino a tarda sera. Protagonisti i manager delle quattro aziende sanitarie coinvolte. In prima fila Giuseppe Longo a capo del Cardarelli che aveva già lanciato l’allarme con una nota indirizzata il giorno prima alla cabina di regia regionale. Poi Maurizio Di Mauro al timone dell’azienda dei Colli e quindi Anna Iervolino e Antonio Giordano, rispettivamente sul ponte di comando delle due aziende ospedaliere facenti capo ai policlinici universitari. 

«Intensificheremo i trasferimenti di malati e faremo rete tra vari ospedali - avverte Longo - abbiamo già delocalizzato una decina di malati. Al Cardarelli l’incremento dei ricoveri per pazienti affetti da Coronavirus si registra da giorni sia nell’area della degenza (semintensiva e ordinaria) sia nel pronto soccorso vero e proprio. In due settimane siano passati da un totale di circa 90 o 100 ricoveri di pazienti Covid positivi a circa 150 malati ricoverati. Un andamento che ci preoccupa in quanto potrebbe essere il primo segnale dell’aumento di una pressione epidemica sul servizio sanitario regionale, l’avvio della temuta terza ondata che, a differenza delle precedenti, risulterebbe ancora più difficile da governare a livello ospedaliero in quanto parte da un punto in cui il tasso di occupazione dei posti letto Covid dedicati è già saturo. Al Cardarelli - conclude il manager - abbiamo una completa saturazione delle degenze terapia intensiva ordinaria e per far fronte all continue esigenze assistenziali ad alta intensità di cura si è dovuto far ricorso addirittura alle sale operatorie”. Una situazione, quella del Cardarelli, che si ripropone al Cotugno. Anche qui c’è attualmente un precario equilibrio tra dimissioni e nuovi ingressi. Non si registrano code al pronto soccorso né assembramenti di barelle ma l’ospedale è quasi al limite e nessuno vuole rischiare di tornare alla situazione vissuta a novembre con il caos delle file agli ingressi delle rispettive Emergency. «Ai malati di Coronavirus - aggiunge un medico del Cardarelli - bisogna aggiungere la consistente richiesta di prestazioni di pazienti ordinari che giungono per altre specialità. In questi mesi di restrizioni molti malati non si sono curati a dovere e ora affollano le liste di attesa ovvero si presentano con quadri clinici resi più severi dalle mancate cure. Malati a cui dobbiamo dare una risposta facendo funzionare i reparti Covid e quelli ordinari con la spessa intensità». Il programma andrà avanti almeno fino a quando l’ospedale del mare non tornerà a funzionare a pieno regime. I problemi del presidio di Napoli est si riverberano anche in altri presidi della rete cittadina. All’ospedale San Paolo gli accessi in pronto soccorso sono aumentati del 100 per cento e si registra il tutto esaurito in Medicina, Neurologia, Medicina d’Urgenza e Obi con pazienti in attesa di ricovero. Pieni anche gli isolati per pazienti sospetti o Covid positivi. Occorrono personale, monitor, barelle biocontenitive che potrebbero provenire da ospedali, come il San Giovanni Bosco, che hanno il pronto soccorso chiuso. Intanto sui social c’è chi se la ride e sbeffeggia i malati di Covid-19 e invita addirittura a non rispettare le regole. La denuncia è del consigliere regionale di Verdi Europa Francesco Emilio Borrelli che ha postato un video in cui in cui alcuni locali pubblici, giovani e cittadini, violano le misure restrittive, dando vita ad assembramenti, feste e brindisi. «Un campanello d’allarme - dice Borrelli - che deve attirare l’attenzione delle istituzioni e delle forze dell’ordine». Video

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