Perché resta solo ​l'obbligo di vaccino

di Federico Monga
Martedì 21 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 06:33
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In principio fu Wuhan. E ancora non sappiamo se il virus sia scappato da un laboratorio o dal mercato dei pipistrelli. Il Covid in Cina e nel resto del mondo era del tutto sconosciuto. Il vaccino non era nemmeno stato pensato. Poi, nel 2020, è arrivata quasi subito la variante Alfa, dall’Inghilterra. Dopo sono spuntate la Beta in Sud Africa, la Gamma in Brasile che sembrava dover essere devastante, l’indiana Delta che ancora oggi è la più diffusa. E, nell’ultimo mese, è arrivata dall’Africa Omicron con un tasso di trasmissione del virus doppio rispetto ai ceppi fino ad oggi conosciuti.

Oramai è chiaro a tutti, persino ai no vax, che le mutazioni non si fermeranno a Omicron. E chissà se arriveranno fino ad Omega? I virus, sostiene una bibliografia scientifica consolidata da decenni, cambiano pelle velocemente soprattutto se trovano un ambiente di coltura favorevole. E, volendo rimanere in Italia, il terreno resta, nonostante una delle campagne di immunizzazione più pervasive del mondo, ancora troppo fertile: circa 12 milioni di cittadini, tra no vax duri e puri e bambini non vaccinati, non hanno alcun tipo di difesa. Zero. Come due anni fa a Codogno. A questi vanno aggiunti, secondo i calcoli del ministero delle Salute, altri venti milioni di italiani, che hanno completato la seconda dose da più di cinque/sei mesi, con barriere immunitarie molto ridotte. Oltre la metà della popolazione dunque resta un alleato, come titolava il Mattino di qualche giorno fa, fedele del Covid.

In questi due anni i governi esteri e italiani, Conte prima e Draghi poi, hanno provato di tutto: il coprifuoco, il lockdown leggero e il lockdown assoluto, il lockdown solo per i non vaccinati, le fasce gialle, arancioni e rosse con vari gradi di divieti, le restrizioni regionali, i tamponi facoltativi e i tamponi obbligatori, il certificato vaccinale, la mascherina obbligatorio al chiuso, la mascherina obbligatoria all’aperto, l’eccezione per la passeggiata del cane, le visite di Natale massimo due alla volta in una giornata, il distanziamento sociale, il green pass normale, il super green pass, le scuole chiuse e le scuole con la didattica a distanza.

Sono state tutte, è bene dirlo con chiarezza, armi utili ma nessuna, bisogna dirlo con altrettanta chiarezza, è stata decisiva. Lo affermano i fatti, i numeri, la scienza. Pensare adesso ad altre soluzioni “creative”, come aggiungere l’obbligo di tampone a chi ha già completato la campagna vaccinale e fatto anche il richiamo per accedere a luoghi a contatto con altre persone, oltre ad essere un messaggio sbagliato nei confronti di chi ha seguito diligentemente tutte le misure fin qui annunciate, appare alla quarta ondata una perdita di tempo.

Sono passati due anni, bisogna prendere atto, che l’unica vera arma, il bazooka anti-virus, è stato il vaccino che ha ridotto la mortalità e i ricoveri nei reparti ordinari e di terapia intensiva. Inutile menare il can per l’aia o pestare l’acqua nel mortaio, come recitano antichi adagi. Dopo ventiquattro mesi è arrivata l’ora di affrontare di petto il moloch del vaccino obbligatorio. Per tutti. Non è il primo e non sarà l’ultimo: sono già obbligatori i vaccini contro la poliomelite, la difterite, l’epatite B, la pertosse, il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Se proprio non si riesce (non si vuole) a buttare il cuore oltre l’ostacolo perché potrebbero (ma il punto è controverso) sorgere conflitti di costituzionalità, allora utilizziamo il tampone per l’unico uso utile riconosciuto la scienza: il tracciamento e non come permesso alla vita sociale e lavorativa. Va impedita la via d’uscita del tampone entro le 48 o 24 ore per andare al cinema, al ristorante, allo stadio, in ufficio, in ospedale. Solo i vaccinati devono poter accedere a scuola, al lavoro, sui mezzi di trasporto veloci e regionali, sui bus e sulle metro, nei luoghi del tempo libero. Un obbligo vaccinale di fatto. Non servono leggi speciali, basta un decreto. Le altre strade sono state già tutte battute e, purtroppo, non hanno bloccato la circolazione del virus.
 

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