Pallavolo ko, ma è troppo facile scaricare tutto sui social

di Anna Trieste
Mercoledì 4 Agosto 2021, 23:57 - Ultimo agg. 5 Agosto, 06:03
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Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba. che stava troppo tempo sui social. È questo, più o meno, quello che ha detto il ct della Nazionale di pallavolo. Davide Mazzanti lo ha sostenuto dopo la sonora sconfitta della propria squadra nei quarti di finale delle Olimpiadi. Solo che a differenza di Esopo, Mazzanti non fa il favolista ma l’allenatore di pallavolo e dunque se la propria squadra si fa eliminare clamorosamente e roboantemente dalla Serbia con un risultato che, agonisticamente parlando, somiglia più a un’umiliazione che a una sconfitta, evidentemente le responsabilità vanno ricercate altrove, e comunque più sul campo degli allenamenti che in quello dei post su Instagram.

Eppure, nonostante questa evidenza più che sperimentale, il commissario tecnico dell’ItalVolley ieri non ha trovato di meglio che fare questo, scagliarsi contro le proprie ragazze e i social network pur di giustificare di fronte alla stampa e alla nazione anche il proprio fallimento. Anziché assumersi, insomma, sia pur in parte, la propria responsabilità per la debacle, Mazzanti ha preferito tirarsi fuori e puntare il dito contro i social: “Avevo detto alle ragazze di staccarsi”. Come se un post su Facebook o una storia su Instagram fosse capace di influenzare, positivamente o negativamente, la performance sportiva di un atleta professionista.

E anche se Mazzanti non è certo il primo che quando le cose si mettono male invece di ammettere le proprie responsabilità va metaforicamente cercando su Twitter “Cristo nei lupini” (prima di lui a inizio anno lo aveva fatto anche l’ex allenatore del Napoli, Gennaro Gattuso, invitando a mezzo stampa gli azzurri a non “smanettare” troppo sui telefonini prima e dopo le partite) andrebbe ricordato a lui e a quanti la pensano allo stesso modo quanto “social” sia stata invece la vittoria agli Europei della Nazionale Italiana di Calcio. È su Instagram, infatti, che Insigne e Immobile hanno cementato la propria alleanza in attacco, è con i video pubblicati su Tik Tok che la squadra ha fatto gruppo condividendo con i tifosi le performance canore ispirate alle polpette e alle canzoni neomelodiche napoletane. Ed è sempre sui social che medaglie d’oro come Marcell Jacobs (alias Crazylongjumper) e Gianmarco Tamberi (Halfshave) hanno vissuto vigilia e festeggiamenti post gara condividendo tutto, persino gli allenamenti e i baci con le fidanzate. Insomma, se i social hanno danneggiato Paola Egonu perché invece hanno portato più che bene a Bonucci e Donnarumma? Forse che i social non sono altro che uno strumento e la responsabilità, come sempre, è solo umana? 

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