Delrio: asili nido, cambieremo la norma per il Sud

di Graziano Delrio
Venerdì 23 Gennaio 2015, 01:05 - Ultimo agg. 01:06
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Gentile Direttore, Le scrivo dopo gli articoli del Mattino di questi giorni relativi alla mancata correzione in Commissione parlamentare dei fabbisogni standard per gli asili nido, e dopo la lettera dell’onorevole Mara Carfagna, cui va la mia stima, correndomi l’obbligo di fare chiarezza rispetto a diversi punti.

In primo luogo occorre ricordare che vi sono responsabilità politiche e amministrative a tutti i livelli se le popolazioni del Mezzogiorno, purtroppo, non usufruiscono di servizi adeguati. Il problema che ci troviamo ad affrontare oggi non dipende dall’applicazione dei fabbisogni standard, ma da lunghissimi anni in cui la necessità di una educazione prescolare è stata ampiamente sottovalutata.



Infatti, nelle città dove la presenza di posti nido è ai massimi livelli, ciò è accaduto per una precisa scelta di bilancio, politica e amministrativa, di investire nell’educazione, piuttosto che su altro.



Da ex sindaci ora amministratori di governo crediamo nell’educazione come priorità e siamo consapevoli che i servizi prescolari sono fondamentali sotto tanti aspetti: in primo luogo per i bambini e le bambine, come esperienza educativa e di relazione con altri coetanei; per le famiglie come servizio di sostegno; per le comunità come luoghi di forte coesione sociale; per il tessuto economico che può vantare l’appoggio di servizi pubblici. Vantaggi, quindi, per tutti. In primo luogo per l’occupazione femminile che è uno dei principali fattori di debolezza del Mezzogiorno.



Noi vogliamo raggiungere finalmente gli obiettivi di servizio per i nidi per l’infanzia nel Mezzogiorno. Per raggiungere questi obiettivi minimi sono necessari investimenti tra i 150 e i 200 milioni di euro.



Dobbiamo quindi sfruttare al massimo le ingenti risorse già pianificate.



Esiste infatti un finanziamento di 400 milioni di euro per i servizi di cura per l’infanzia nelle quattro regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, con l’obiettivo è di aumentare l’offerta dei posti di asili nido fino ad una scolarizzazione del 12% di bambini da 0 a 3 anni nel 2015. Per la sola Campania, ad esempio, si tratta di 115 milioni di euro.



Sono, queste, le risorse del programma nazionale dell’infanzia, che sta permettendo le aperture e l’aumento dei posti a cui fa riferimento l’onorevole Carfagna.



Non ci sono solo le risorse del Piano nazionale per i servizi di cura – la cui spesa peraltro è in grave ritardo rispetto alle previsioni – ma altri 100 milioni, sempre per nidi e scuole dell’infanzia, frutto di una programmazione risalente al 2012, legata ai target di servizio dei cittadini delle regioni del Mezzogiorno.



Cinquecento milioni quindi, già a disposizione, per aumentare l’offerta dei servizi e garantire la scolarizzazione del 12%, di cui ho già detto.



Una cosa importante che voglio sottolineare è che ci sarà un adeguamento immediato dei trasferimenti statali sulla base dei nuovi posti di asili nido resi disponibili, superando quindi le criticità giustamente sottolineate di fare riferimento alla spesa del 2010.



L’unica cosa che continuo a ripetere che bisogna fare presto e che i ritardi e le inadempienze, dello Stato e delle amministrazioni periferiche, non sono scusabili.



Nel Mezzogiorno vi è quindi un investimento da parte del Governo per sostenere la costruzione e la gestione di nuovi nidi.



In questo contesto, il tema dei fabbisogni standard appare marginale e le cifre riportate risultano non fondate.



Infatti la presenza di fabbisogni standard per i nidi avrebbe apportato nel 2015 alle regioni del Sud non più di 15 o 20 milioni di euro aggiuntivi, ben lontani dai 700 milioni di cui si parla.



Risorse provenienti da un fondo di solidarietà comunale alimentato in gran parte, come è giusto che sia, dai Comuni del Centro Nord che hanno maggiore capacità fiscale.



In ogni caso, il testo sui fabbisogni standard relativo ai nidi tornerà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva e, come ho promesso, sarà modificato.



Quindi, a coloro che affermano "bisognerebbe mettere fondi per fare nuovi posti nei nidi", diciamo: ci sono le risorse, c’è da parte del Governo la volontà di sostenere una rete di nidi al Sud, la piena disponibilità a riconoscere le strutture che la Regione e i Comuni stanno realizzando con le risorse pubbliche ricevute, così come ad affiancare alla spesa storica la valutazione del fabbisogno. E’ un impegno che abbiamo assunto e che manterremo, per il rispetto dei diritti dei bambini e delle bambine del Mezzogiorno.



Queste sono le politiche di coesione per un paese unito che mira a superare i suoi ritardi storici, attraverso una assunzione di responsabilità, un’amministrazione quotidiana efficiente e la verità dei fatti.