Summit Pd-M5S, stretta finale per il candidato sindaco di Napoli

Summit Pd-M5S, stretta finale per il candidato sindaco di Napoli
di Adolfo Pappalardo
Domenica 16 Maggio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:54
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Nel borsino dei nomi per il candidato sindaco di centrosinistra c’è, ora, un momento di stallo. Tutto legato al nome stesso. E se scendono le quotazioni del presidente della Cemera Roberto Fico, avanzano quelle di un nome democrat. Che poi, almeno per ora, rimane quello dell’ex ministro Gaetano Manfredi. Che, però, si è preso il tempo di una riflessione per decidere. Tutto legato, non tanto ad un’investitura diretta del segretario nazionale del Pd quanto alle assicurazioni di una norma salvadebiti che tiri fuori, tra gli oltre 2mila comuni in dissesto, anche Napoli. Passando sul versante politico, invece, si registra una blindatura dell’asse Pd-grillini sulla partita di palazzo San Giacomo: «È l’unica cosa certa oltre il no alle primarie», dicono in coro i democrat a Roma e Napoli. Tanto che i dirigenti napoletani dei due partiti si vedranno tra domani e martedì. Incontro che ha fatto innervosire il fronte deluchiano che, a distanza di giorni dopo una mossa andata malamente a vuoto, prova ancora a forzare la mano: un altro vertice delle liste alleate alle regionali (ma senza Pd e grillini) per tentare di imporre il nome di Gaetano Manfredi gradito al governatore. 


Una mossa che, come giorni fa, anziché aiutare la discesa in campo dell’ex ministro potrebbe invece paradossalmente irrigidirlo. Chi ha sentito in queste ore l’ex rettore della Federico II l’ha trovato sì motivato ma dubbioso su un punto. Non l’investitura ufficiale o meno dei vertici nazionali del Pd quanto la rassicurazione di una norma che aiuti Napoli. Due giorni fa, grazie al Mef, è passato il progetto di una norma che dovrebbe stanziare 1 miliardo per i comuni in dissesto. Non è la salvezza ma una boccata d’ossigeno per molte amministrazioni tra cui Napoli. Ma per Manfredi è ancora poco e, sopratutto, non intravede un reale interessamento delle forze politiche che dovrebbe essere trasversale. «Eppure chiunque diventi sindaco avrà un problema enorme», è lo sfogo a chi ieri ci ha parlato. Per questo vuole attendere ancora e capire se ci sarà una presa di posizione vera a livello nazionale. Ma chi gli è vicino ha fatto anche notare che il tempo ormai stringe. Non si può attendere una legge o una presa di posizione che potrebbe arrivare non a giorni ma tra settimane. Con il rischio di complicare la campagna elettorale in cui ci si dovrebbe buttare poi a capofitto. Ed è complicato, ragionano nel Pd, se il candidato sindaco non è un politico con l’esperienza di campagne alle spalle. E da domani i democrat iniziano perciò a mettere seriamente sul tappeto il piano B. Che poi è il nome del sottosegretario Enzo Amendola su cui si era pensato seriamente mesi fa prima che il premier Draghi lo chiamasse a palazzo Chigi con la delega delicata degli Affari europei. 
Anche perché pure la candidatura di Roberto Fico si è raffreddata.

Anche lui con il timore di salire sulla poltrona di de Magistris senza un paracadute salvadebiti. Senza contare lo scenario di dover mollare la carica di numero della Camera che non piace né ai grillini stessi, né ai democrat. Nel primo caso perché l’M5s perderebbe una casella di assoluto rilievo; nel secondo perché si potrebbe aprire una faida interna per quell’incarico che può portare dritti al Quirinale. Insomma, tutto si complica. 

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Non a caso ieri una vecchia volpe della politica come Clemente Mastella stuzzica proprio il presidente della Camera. «Resti alla guida della Camera e lasci stare la complicata candidatura a sindaco di Napoli. In ogni caso, per quanto ci riguarda, se il movimento Cinquestelle non chiarirà la propria posizione di sostegno ai candidati sindaco massoni in altri capoluogo campani al voto, non sosterremo mai Fico a Napoli, né l’alleanza con i pentastellati», dice il leader di Noi Campani e sindaco di Benevento che i grillini se li ritrova contro per la rielezione nel suo comune. E così minaccia di prendere una via diversa in ritorsione alla candidatura pd-M5s a Benevento di Luigi Diego Perifano, ex maestro di una loggia massonica. «Anche nella direzione Pd sono emerse posizioni di contrarietà all’alleanza per l’inaffidabilità dei Cinquestelle. E’ necessario invece recuperare le forze di centro che in Campania alle ultime regionali hanno superato il 20 per cento. Tornando a Napoli - conclude -, vorrà dire che sosterremo chi è più affine ai nostri valori e ci attrezzeremo appunto con le altre forze di centro per una partita diversa». 
 

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