Elezioni comunali: nel Napoletano tiene il Pd, Fdi non sfonda

Molti comuni senza i simboli di partito, successo delle liste personali dei sindaci

Pasquale Di Lauro, nuovo sindaco di Boscoreale
Pasquale Di Lauro, nuovo sindaco di Boscoreale
di Francesco Gravetti
Martedì 16 Maggio 2023, 23:30 - Ultimo agg. 19 Maggio, 07:03
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Tiene il Pd, va bene Forza Italia, crollano i Cinque Stelle e non si fa sentire l’effetto Meloni. Ma a prevalere è ancora una volta il «partito dei sindaci»: liste civiche che portano i nomi degli aspiranti primi cittadini e che ottengono i maggiori consensi della coalizione, di fatto sottraendoli ai partiti.

Nella Città Metropolitana di Napoli, in attesa dei tre ballottaggi, a Torre del Greco, Cercola e Marano, è già tempo di bilanci ma la tendenza è quella che va ormai avanti da anni: il civismo si fa sempre più strada e si accompagna alla personalizzazione delle liste, che prendono il nome dei candidati sindaco e diventano più rappresentative delle liste di partito. A Torre del Greco, per esempio, la prima lista della coalizione a sostengo di Luigi Mennella si chiama «Mennella sindaco» e la prima a sostegno di Ciro Borriello è «Borriello sindaco» (e c’è anche un «Forza Borriello», che prende circa 300 voti in meno di Forza Italia).


Anche a Marano Michele Izzo ha una lista col proprio nome, così come Biagio Simonetti a Ottaviano. Sempre a Ottaviano, l’ex primo cittadino Luca Capasso ha promosso addirittura due liste, inserendo nei loghi l’hashtag #insiemeconluca e portandole entrambi all’elezione di due consiglieri comunali.

Non hanno il suo nome nel simbolo ma si ispirano senza dubbio al suo modo di amministrare le liste che fanno a capo a Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli: Free Quarto e Free Cercola si collegano direttamente a lui e portano a casa un buon risultato, con Antonio Sabino di Quarto che vince al primo turno (ma la lista non sfonda) e Biagio Rossi di Cercola che va al ballottaggio col 49%.

E a proposito di personalizzazione, impossibile non citare l’esperienza di Lello Russo, sindaco di Pomigliano d’Arco per la settima volta, che ha raccolto attorno a sé candidati trasversali proprio facendo leva su carisma e autorevolezza. Da sottolineare, poi, i casi di Palma Campania e Boscoreale: in uno, Nello Donnarumma non ha mai nascosto la sua adesione a Fdi ma ha presentato tre civiche, nell’altro Pasquale Di Lauro era senza il simbolo del Pd ma aveva dalla sua parte il consigliere regionale Mario Casillo, che dei dem è uomo di punta.

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Arretrano i partiti, dunque. Ma qualcuno resiste. Il Pd riesce a piazzare colpi a Quarto (25%) e Grumo Nevano e ad assicurarsi il ballottaggio a Torre del Greco e Cercola, compensando in parte le debacle di Pomigliano e Ottaviano, dove non erano riusciti a presentare nemmeno il simbolo. Un buon esordio per Il neo segretario metropolitano Giuseppe Annunziata, che spiega: «Siamo complessivamente soddisfatti. A Torre del Greco abbiamo condotto una splendida campagna elettorale e siamo fiduciosi per il ballottaggio, a Boscoreale non c’era il simbolo ma sono tanti i consiglieri democratici eletti». Quanto a Pomigliano, città di discordia e polemiche, Annunziata ragiona: «Il risultato dimostra che il centrosinistra non può prescindere dal Pd».

Dal polo opposto è Forza Italia a esultare, col senatore Francesco Silvestro, responsabile degli enti locali in Campania, che sottolinea: «Il partito continua la sua crescita costante e si attesta primo partito del centrodestra. Sono molti i comuni dove vinciamo e in molte realtà dove eravamo assenti torniamo in consiglio comunale. Gli ottimi risultati di Ottaviano, Maddaloni e Pomigliano fanno capire che il lavoro di squadra e la buona politica premiano sempre». I forzisti, in effetti, superano Fratelli d’Italia, che pure è il partito del premier Giorgia Meloni: l’effetto positivo del presidente del consiglio non c’è stato o almeno non nei numeri immaginati alla vigilia. Fa eccezione Qualiano, dove la riconferma di Raffaele De Leonardis spinge i meloniani fino a farli diventare il primo partito della città, con oltre il 20% e quattro seggi.

Di vera e propria debacle si può parlare per il M5s, che sconta l’ormai atavico problema di non riuscire ad imporsi alle elezioni comunali. Anche in questo caso il calo di consensi è evidente e persino dove si vince le cose vanno male: a Quarto i grillini ottengono un seggio in consiglio comunale a fronte dei 7 del Pd, a Boscoreale zero. A Torre del Greco e Cercola vanno al ballottaggio ma anche in questo caso non brillano per numero di voti.

Nei piccoli centri, infine, di partiti nemmeno a parlarne: le civiche rappresentano ormai una regola fissa e dentro si trovano esponenti di tutti gli schieramenti, uniti nel nome della voglia di vincere e amministrare. Curiosità, in uno dei Comuni più piccoli, San Vitaliano, diventa sindaco Rosalia Masi, figlia di Filippo, scomparso nel 2006: 56 anni da primo cittadino sanvitalianese e record italiano di longevità alla guida di un Comune. Appena saputo della vittoria, ha indossato la fascia tricolore che era stata del padre.

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