Tiene il Pd, va bene Forza Italia, crollano i Cinque Stelle e non si fa sentire l’effetto Meloni. Ma a prevalere è ancora una volta il «partito dei sindaci»: liste civiche che portano i nomi degli aspiranti primi cittadini e che ottengono i maggiori consensi della coalizione, di fatto sottraendoli ai partiti.
Nella Città Metropolitana di Napoli, in attesa dei tre ballottaggi, a Torre del Greco, Cercola e Marano, è già tempo di bilanci ma la tendenza è quella che va ormai avanti da anni: il civismo si fa sempre più strada e si accompagna alla personalizzazione delle liste, che prendono il nome dei candidati sindaco e diventano più rappresentative delle liste di partito. A Torre del Greco, per esempio, la prima lista della coalizione a sostengo di Luigi Mennella si chiama «Mennella sindaco» e la prima a sostegno di Ciro Borriello è «Borriello sindaco» (e c’è anche un «Forza Borriello», che prende circa 300 voti in meno di Forza Italia).
Anche a Marano Michele Izzo ha una lista col proprio nome, così come Biagio Simonetti a Ottaviano. Sempre a Ottaviano, l’ex primo cittadino Luca Capasso ha promosso addirittura due liste, inserendo nei loghi l’hashtag #insiemeconluca e portandole entrambi all’elezione di due consiglieri comunali.
E a proposito di personalizzazione, impossibile non citare l’esperienza di Lello Russo, sindaco di Pomigliano d’Arco per la settima volta, che ha raccolto attorno a sé candidati trasversali proprio facendo leva su carisma e autorevolezza. Da sottolineare, poi, i casi di Palma Campania e Boscoreale: in uno, Nello Donnarumma non ha mai nascosto la sua adesione a Fdi ma ha presentato tre civiche, nell’altro Pasquale Di Lauro era senza il simbolo del Pd ma aveva dalla sua parte il consigliere regionale Mario Casillo, che dei dem è uomo di punta.
Arretrano i partiti, dunque. Ma qualcuno resiste. Il Pd riesce a piazzare colpi a Quarto (25%) e Grumo Nevano e ad assicurarsi il ballottaggio a Torre del Greco e Cercola, compensando in parte le debacle di Pomigliano e Ottaviano, dove non erano riusciti a presentare nemmeno il simbolo. Un buon esordio per Il neo segretario metropolitano Giuseppe Annunziata, che spiega: «Siamo complessivamente soddisfatti. A Torre del Greco abbiamo condotto una splendida campagna elettorale e siamo fiduciosi per il ballottaggio, a Boscoreale non c’era il simbolo ma sono tanti i consiglieri democratici eletti». Quanto a Pomigliano, città di discordia e polemiche, Annunziata ragiona: «Il risultato dimostra che il centrosinistra non può prescindere dal Pd».
Dal polo opposto è Forza Italia a esultare, col senatore Francesco Silvestro, responsabile degli enti locali in Campania, che sottolinea: «Il partito continua la sua crescita costante e si attesta primo partito del centrodestra. Sono molti i comuni dove vinciamo e in molte realtà dove eravamo assenti torniamo in consiglio comunale. Gli ottimi risultati di Ottaviano, Maddaloni e Pomigliano fanno capire che il lavoro di squadra e la buona politica premiano sempre». I forzisti, in effetti, superano Fratelli d’Italia, che pure è il partito del premier Giorgia Meloni: l’effetto positivo del presidente del consiglio non c’è stato o almeno non nei numeri immaginati alla vigilia. Fa eccezione Qualiano, dove la riconferma di Raffaele De Leonardis spinge i meloniani fino a farli diventare il primo partito della città, con oltre il 20% e quattro seggi.
Di vera e propria debacle si può parlare per il M5s, che sconta l’ormai atavico problema di non riuscire ad imporsi alle elezioni comunali. Anche in questo caso il calo di consensi è evidente e persino dove si vince le cose vanno male: a Quarto i grillini ottengono un seggio in consiglio comunale a fronte dei 7 del Pd, a Boscoreale zero. A Torre del Greco e Cercola vanno al ballottaggio ma anche in questo caso non brillano per numero di voti.
Nei piccoli centri, infine, di partiti nemmeno a parlarne: le civiche rappresentano ormai una regola fissa e dentro si trovano esponenti di tutti gli schieramenti, uniti nel nome della voglia di vincere e amministrare. Curiosità, in uno dei Comuni più piccoli, San Vitaliano, diventa sindaco Rosalia Masi, figlia di Filippo, scomparso nel 2006: 56 anni da primo cittadino sanvitalianese e record italiano di longevità alla guida di un Comune. Appena saputo della vittoria, ha indossato la fascia tricolore che era stata del padre.