Formez, Bonisoli: «I nostri concorsi al Sud a tutela dei meritevoli»

Dopo la selezione lanciata dal Comune, l’invito a incidere sul rilancio del territorio

Alberto Bonisoli
Alberto Bonisoli
di Luigi Roano
Sabato 11 Febbraio 2023, 23:50 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 07:30
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Alberto Bonisoli - presidente del Formez - dal suo osservatorio qual è lo stato di salute della Pubblica amministrazione italiana e in particolare quella del sud da Napoli a scendere?
«Noi siamo dei meccanici non dei progettisti. Mettiamo a disposizione degli strumenti. Abbiamo superato i 60 soci ci sono comuni, tra cui quello di Napoli, Regioni come la Campania, ministeri e altri Enti. Quello che osservo è che la pubblica amministrazione sta facendo passi importanti in avanti. C’è un progetto - per ora con i piccoli comuni - dove stiamo introducendo l’intelligenza artificiale. Che consente al funzionario di avere gli atti prestampati e aggiornati. Di conseguenza si evitano errori e perdite di tempo, sullo sfondo c’è naturalmente la possibilità di utilizzare questo strumento anche nei grandi comuni e tra questi Napoli ma sono coinvolti in tal senso anche i comuni di Lacco ameno, Caggiano, Campora, Cerreto Sannita, Letino, Ospedaletto D’Alpinolo, Rocca Bascerana. In totale sono 32 in Campania».

Entriamo nel merito, al di la delle sperimentazioni cosa emerge?
«In Italia sulla selezione quello che abbiamo notato sono i trend: fino al 2018 i concorsi pubblici non si facevano c’era il turnover. Immediatamente prima della pandemia abbiamo gestito il concorso della Campania. Dopo il Covid c’è stato molto lavoro perché grazie anche al Pnrr si sono fatti tanti concorsi, incluso quello del Comune di Napoli, e non se ne faceva uno da tanti anni. Ed è emerso un fenomeno nuovo: abbiamo meno candidati rispetto al passato che però vincono più concorsi.

E questo genera concorrenza tra le pubbliche amministrazioni. Abbiamo raccolto 2 milioni di candidature e il 26% è risultato idoneo a più concorsi, ha potuto scegliere e io lo vedo come un fatto positivo».

Tuttavia, questo fenomeno potrebbe essere dovuto alla scarsa attrattività della pubblica amministrazione. Un laureato in ingegneria che ha vinto il concorso a Napoli guadagna 1400 euro al mese, non le sembra pochino?
«È una domanda che ci siamo posti pure noi proprio riguardo agli ingegneri che possiamo dividere in due tipologie: quelli civili e gli informatici. E quello che penso io è che alle pubbliche amministrazioni manca qualcosa oltre alle possibilità finanziarie, vale a dire raccontarsi in maniera diversa. Con il Comune di Napoli stiamo preparando delle iniziative, ma sarà il sindaco Gaetano Manfredi a parlarne al momento opportuno».

Cosa significa raccontarsi in maniera diversa per le amministrazioni pubbliche?
«Ci sono tre ambiti: andare a scovare dove sono i potenziali candidati e non affidarsi solo a quello che viene scritto in Gazzetta ufficiale quando si varano concorsi. Andare a prendere i millenials e i post millenials che non leggono giornali e non vedono la tv ma stanno sui social. Raccontare bene loro il valore che ha il servizio pubblico, quello che vanno a fare. Un buon ingegnere in Campania potrebbe significare non avere altre tragedie come quella di Ischia».

E poi?
«Illustrare che nelle Pa si inizia un percorso professionale, in tanti pensano che una volta entrati finisce tutto. Ma non è così, lo ha detto Manfredi che in Comune chi vi entra andrà a fare formazione e di qualità.

Ma lei cosa consiglia ai giovani del sud che si avvicinano ai concorsi pubblici?
«Le cose stanno cambiando, in questo momento è come se avessero il vento a favore. Andiamo verso un mondo dove vi sarà competizione non tanto per trovare il lavoro o il posto nella Pa, ma per offrirlo. Il fenomeno delle rinunce è una cosa nuova così come la concorrenza tra le amministrazioni. Io dico ai giovani restate al sud la pubblica amministrazione si sta evolvendo e scegliete tra i tanti bandi che sentite più vostri».

Come procedono le attività della sede del Formez di Napoli?
«Da dicembre siamo nella nuova sede presso il centro polifunzionale dell’Inail nell’area est dove, in questi giorni stiamo ospitando alcuni degli orali del concorso del comune. Le nostre radici sono nel sud e a Napoli e per noi è un onore scommettere su questa città e su una zona dove vogliamo far parte della comunità. Incontrerò presto il direttore del carcere di Poggioreale per verificare se si possono fare progetti insieme».

Lei è stato ministro per i beni e le attività culturali, Napoli è l’epicentro di un boom turistico senza precedenti. Però sui servizi zoppica. Come si fa a mettere a sistema la cultura, la vera ricchezza di Napoli?
«Innanzitutto il boom è una ottima notizia, è dovuto alla cultura, all’enogastronomia e questo deve diventare un fenomeno permanente negli anni. Napoli deve essere un pilastro del turismo culturale in tutta l’area del Mediterraneo. Serve tecnologia e tutto quello che può facilitare l’utilizzo delle proposte culturali. Poi c’è il tema delle persone: se guardo al settore pubblico, ai musei, alla Soprintendenza, alle biblioteche, a me sta molto a cuore quella dei Gerolamini), agli archivi, vanno reclutate persone e competenze».

Ma il Comune non ha soldi per fare altri concorsi a oggi...
«Le risorse che dobbiamo assumere devono essere le migliori e non è un fatto banale: la pubblica amministrazione non può essere assistenzialismo come è successo spesso in passato. Napoli ha un fascino che non va sottovalutato, anche se vendendo cose straordinarie tutti i giorni, forse per voi è diventata la normalità»

I concorsi del Formez sono davvero blindati? A prova di brogli?
«Sì, senza dubbio. Con la ripresa dei concorsi post pandemia abbiamo eliminato la carta e questo è molto importante per assicurare il rigore della procedura, dall’utilizzo dei tablet durante le prove scritte al sorteggio per le domande degli orali. A ragazzi dico: studiate e ancora studiate: solo così si vincono i concorsi».
 

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