Frane, Casamicciola come Sarno: montagna indebolita dagli incendi

Grasso (Geologi): «Costruire qui è come giocare alla roulette russa»

Argille e sabbie slittate, quarta volta in un secolo
Argille e sabbie slittate, quarta volta in un secolo
di Mariagiovanna Capone
Domenica 27 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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Il fiume di fango e detriti dalle pendici dell’Epomeo ha raggiunto piazza Anna De Felice, l’area del lungomare dedicata alla giovane vittima che tredici anni fa morì per la frana del 2009. Una tragedia che aggiunge dolore a dolore, che però si è annullato in questo intervallo di tempo, dimenticando che le calamità accadono anche per incuria e mancata manutenzione.

Il territorio ischitano è da sempre martoriato da eventi simili, è la sua natura geologica, in particolare il versante dell’Epomeo rivolto verso Casamicciola sembra essere epicentro di disastri naturali: alluvioni, frane, terremoti. Una terra tanto bella quanto fragile, in cui gli interventi dell’uomo non hanno aiutano a mantenerne il labile equilibrio. Eppure basterebbe poco per capirne la pericolosità: una lettura alle cartografie esistenti dove orlo di scarpata di frana, conoide di debris flow e/o torrentizio, faglie, area di alterazione e rottura di pendio sono ben visibili anche all’occhio inesperto tramite segni colorati rossi e blu.

E se questo non bastasse, ecco altre informazioni reperibili dalla app Georisk voluta dall’Ordine dei Geologi della Campania «per incentivare la consapevolezza delle aree a rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale» come sottolinea il presidente Egidio Grasso.

In questo caso le aree a rischio molto elevato ed elevato sono evidenziate da sfumature di rosso, proprio a ridosso dell’area del stacco, a circa 780 metri sul monte Epomeo.

 

La ferita sulla montagna dell’isola Verde è ben visibile. L’area del distacco è un taglio netto che si è fatto largo tra il bosco, indebolito dagli incendi e da un periodo siccitoso che ha reso ancora più fragile il versante, composto prevalentemente da argille e sabbie che inglobano frammenti di pomici, appoggiati sul tufo verde fratturato da processi idrotermali (infatti qui è pieno di fumarole e sorgenti) e da un sistema di faglie molto complesso, la cui principale ha dato luogo al sisma del 2017. «Il distacco è stato lineare, con un meccanismo simile a quello di Sarno» spiega il presidente Grasso. «Una copertura detritica superficiale appoggiata sul tufo per Ischia, e sui calcari per Sarno. Le piogge appesantiscono questi depositi che vanno in disequilibrio saturandosi, la pendenza è poi l’altro fattore determinante per l’attivazione della frana, proprio come l’Epomeo che è soggetto a frequenti fenomeni come evidenziato dalle cartografie».

Su quella del progetto IFFI del 2005 inserito sul Sistema Informativo Territoriale della Regione Campania c’è una frana in particolare che sembra seguire la stessa direzione di quella avvenuta ieri. La storia in questa porzione dell’isola è densa di avvenimenti tragici: 11 morti nel 1910, in anni più recenti, una vittima nel 1987, e un’altra nel 2009, quando una colata di fango e detriti uccise la 14enne Anna De Felice. Frane mortali sono avvenute anche a Barano, 5 vittime nel 1978, 4 nel 2006 e una nel 2015.

Sebbene l’assetto geologico-strutturale non sia dei più favorevoli, a favorire i crolli c’è la mano dell’uomo con disboscamenti (lo scorso agosto questo versante ha subito due incendi molto gravi che si sono estesi fino a Forio e Panza), cementificazione e assenza di manutenzione degli alvei. «Se la pioggia rappresenta l’elemento scatenante, la mancata manutenzione può pregiudicare l’equilibrio di quest’area così fragile, in particolare quella della rete scolante, risalente a 50 anni fa, non adeguata ai volumi attesi dovuti ai cambiamenti climatici degli ultimi anni. Occorre anche aggiornare le carte, e imporre l’apporto del geologo in tutte le fasi della pianificazione territoriale» sottolinea il presidente Grasso.

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Ma anche i cittadini possono fare la loro parte. «Abbiamo provato a informare quelli delle aree a rischio senza risultati. Quando avvengono tragedie simili si cerca il colpevole, ma un’area a rischio frana è il colpevole: costruire qui è giocare alla roulette russa. In agosto la Regione Campania ha approvato la legge 13/2022 che prevede per chi decide di ricostruire fuori sito, di aumentare la volumetria del 50%: è un’opportunità da cogliere». Per Grasso «serve un cambio netto di atteggiamento dei cittadini perché le istituzioni stanno offrendo delle possibilità. Però ci devono essere anche dei vincoli: i fondi Eco bonus dovrebbero essere assegnati solo a chi utilizza prima il Sisma bonus, altrimenti avrò una casa calda ma sempre fragile». La Regione ha inoltre investito quasi 7 milioni per per interventi di difesa suolo a Ischia, di cui oltre 3 milioni per un intervento di «riduzione dell’erosione e di stabilizzazione dei versanti» a Casamicciola, ancora in progettazione.

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