Allarme frane alla Gaiola, quattro chilometri a rischio

Allarme frane alla Gaiola, quattro chilometri a rischio
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 7 Agosto 2019, 00:00
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A lanciare l’sos sono centinaia di appassionati che sui kayak solcano ogni giorno le acque del Golfo, ma in pochi sanno che «i punti a rischio frana sono oltre quattro chilometri: da Trentaremi a Nisida, da Coroglio a Punta Cavallo», spiega Maurizio Simeone, presidente del Centro studi interdisciplinari Gaiola Onlus.

Un vero e proprio boom quello del kayak, che – tra noleggi e tour – sta producendo un giro d’affari importante, sebbene «al momento non esista nessuno che sia autorizzato ad accompagnare turisti a bordo», prosegue Simeone. Oltre il 60% del tratto compreso tra Trentaremi e Marechiaro, come segnato sulla mappa del “Parco sommerso di Gaiola” indica in verde fosforescente «il tratto di costa a rischio frana dove bisogna tenersi a debita distanza di sicurezza». Un semaforo rosso attutito solo in parte dai controlli di Capitaneria e Guardia Costiera. Parte così una giornata di sensibilizzazione, «Kayak etico e sostenibile». Appuntamento domani sulla spiaggia del porticciolo della Gaiola: kayakers, noleggiatori e appassionati potranno ricevere informazioni, vademecum e un qrcode per le regole di navigazione in digitale. 

Rocce bellissime, antiche e storiche che si sbriciolano di continuo in alto e più sotto ci sono le teste dei canoisti, più o meno esperti, che si avventurano ovunque ci sia uno scoglio, un panorama da non perdere, un riflesso magico del sole sull’acqua, in incastro di colore tra pietre e mare.

Diverse frane si sono già verificate non lontano da Punta Cavallo e dalla Scuola di Virgilio. L’allarme è in centinaia di punti del Golfo. Servono attenzione e regolamentazione per scongiurare incidenti. A lanciare l’avvertimento, oltre al Csi Gaiola, è la Federazione italiana canoa. «Il lavoro di recupero dell’area – aggiunge Gaiola onlus – ha permesso la nascita negli ultimi anni di fiorenti attività economiche legate al noleggio e tour in kayak lungo la costa che permettevano di navigare in modo alternativo riscoprendo luoghi prima di dominio del degrado. 

Purtroppo con il passare degli anni, la moda del Kayak è diventata un fenomeno di massa e ha iniziato a portare con sé non poche problematiche legate in primo luogo alla sicurezza degli stessi utenti ed in secondo luogo alla tutela di alcuni habitat particolari e del patrimonio archeologico. Quotidianamente vengono segnalati kayakers in transito o sosta in aree ad alto rischio frana e interdette per motivi di sicurezza o conservazione. L’allarme è stato più volte lanciato anche dalla Federazione Italiana Canoa e Kayak che mette in evidenza come questo nuovo business esploso negli ultimi anni metta in mare persone spesso inesperte nell’utilizzo stesso del mezzo, che non conoscono le regole del mare, la normativa vigente, esponendole quindi a rischi e situazioni pericolose per la propria e altrui incolumità». 

Esisterebbero dei punti inaccessibili, ma quasi nessuno informa i kayakers. Altro problema che ne deriva è quello relativo alla tutela delle rocce storiche: «Il continuo trascinamento di centinaia di kayak sulle scogliere tufacee del Parco – aggiunge Simeone – sta completamente distruggendo biocenosi fondamentali come quelle della frangia mesolitorale o delle pozze di marea sciafile delle grotte di Trentaremi, senza considerare che spesso non si tratta di semplici scogliere ma di strutture archeologiche del I Sec. a.C.. Problematiche e danni spesso inconsapevoli dovuti a disinformazione ma anche alla più banale inciviltà come dimostra l’abbandono di rifiuti in luoghi della costa una volta inaccessibili ed ora resi raggiungibili grazie al kayak». Per tutti questi motivi, Parco Sommerso di Gaiola e Federazione Italiana Canoa e Kayak, d’intesa con la Capitaneria di Porto di Napoli e con il patrocinio del Comune di Napoli, hanno organizzato la campagna di domani. Volontari del Csi Gaiola onlus e della Fick, con il supporto della Guardia Costiera, sensibilizzeranno bagnanti, noleggiatori e kayakers sull’uso del mezzo e distribuiranno adesivi, da affiggere sui kayak, muniti di qrcode per permettere di visualizzare su qualsiasi cellulare le regole del vademecum di navigazione.
 
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