Napoli, lavori fermi nella Galleria Vittoria: «Il Comune ha sbagliato il progetto di restauro»

Napoli, lavori fermi nella Galleria Vittoria: «Il Comune ha sbagliato il progetto di restauro»
di Valerio Esca
Giovedì 21 Gennaio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 11:02
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Progetto da rifare e lavori al palo. È un’odissea senza fine quella della Galleria Vittoria, che resterà chiusa probabilmente ben oltre la data stabilita dal Comune per la riapertura, ovvero inizio della primavera. Fine marzo era stata individuata come data di completamento dei lavori di messa in sicurezza, come ribadito dal dirigente comunale e dall’assessore Clemente durante gli ultimi incontri in commissione Mobilità. C’è grande fibrillazione in questi giorni negli uffici comunali, perché le poche pagine scritte dal gip Enrico Campoli (la Galleria è sotto sequestro da fine settembre 2020, ndr) sono la pietra tombale sul progetto di messa in sicurezza avanzato dal Municipio. Tutto da rifare. «L’attenzione di questa amministrazione per la Galleria Vittoria è massima – spiega l’assessore al Patrimonio, Lavori pubblici e Infrastrutture, Alessandra Clemente - La giunta ha approvato un progetto di rifunzionalizzazione dell’intera galleria e, a seguito dell’approvazione del bilancio, ha stanziato 600 mila euro per l’esecuzione dei lavori. La ditta esecutrice è stata già individuata ed è pronta a partire. A tal fine, a dicembre, abbiamo chiesto il dissequestro temporaneo della galleria per procedere con i lavori. A seguito del diniego di dissequestro temporaneo, ordinanza da poco notificata agli uffici, gli uffici sono al lavoro per una replica che fornisca tutte le rassicurazioni sull’operato del Comune. L’attenzione su questa vicenda è massima, lo dimostrano le risorse stanziate». 

Il gip ha detto no alla richiesta di dissequestro avanzata poche settimane fa dal Comune, che spingeva per riaprire, almeno in parte, la galleria al traffico (e di condurre in parallelo i lavori di ristrutturazione). La procura in pratica non si fida di Palazzo San Giacomo e lo spiega bene il gip: «Non c’è alcuna eliminazione delle esigenze cautelari»; non si ravvisa «l’eliminazione di potenziale pericolo per la pubblica e privata incolumità». La documentazione presentata «non consente di asserire che non ci sia più alcuna situazione di concreto e attuale pericolo». La documentazione risulta incompleta perché le «verifiche di tenuta e di sicurezza sono state condotte solo su base qualitativa e visiva». Il problema principale riguarderebbe le infiltrazioni di acqua provenienti da Monte di Dio, parte superiore della galleria.

I tecnici dell’Abc e del Comune non sono stati in grado di capire quale sia l’origine delle infiltrazioni, come spiegato in commissione dall’amministrazione stessa. 

 

I 607 mila euro stanziati il 29 dicembre dal Comune, per la manutenzione straordinaria «finalizzata alla rifunzionalizzazione della Galleria» probabilmente non basteranno. Ma cosa prevede il progetto del Comune? Per riaprire in sicurezza Palazzo San Giacomo ha previsto l’eliminazione dei pannelli ammalorati, la verifica strutturale degli archi in calcestruzzo, e la sostituzione dei pannelli vecchi con un nuovo ancoraggio. Le analisi svolte e le azioni previste dall’ente non hanno però soddisfatto la procura. La replica del sindaco de Magistris è arrivata ieri mattina dai microfoni di radio Crc: «Non ci aspettavamo questo provvedimento dell’autorità giudiziaria perché avevamo ben altri auspici e avevamo messo a lavoro tanta gente, avevamo trovato i soldi, la ditta è pronta. I nostri dirigenti stanno leggendo il provvedimento verso cui abbiamo massimo rispetto e cercheremo di lavorare insieme per evitare che i tempi si allunghino». «La città – incalza il sindaco - non si può permettere un ulteriore prolungamento di questa situazione soprattutto senza limiti di tempo perché non si crea solo un danno alla circolazione ma questa situazione andando verso la primavera, tempo in cui ci si augura che le misure anti-Covid possano affievolirsi, potrebbe diventare tema di ordine e sicurezza pubblica».

 «In commissione avevo chiesto, senza ottenere risposta, a dirigente ed assessore Clemente, di dirci se avessero individuato le cause delle infiltrazioni, e quindi fossero poi intervenuti per eliminarle definitivamente – spiega Matteo Brambilla, consigliere comunale del M5S -. Leggendo la delibera 480, con la quale vengono stanziati 600mila euro ho avuto, ahimè, la conferma che non ci sono le risposte che cercavo». «Sarà un disastro per la mobilità cittadina – tuona invece il presidente della commissione Mobilità del Comune, Nino Simeone - Non so cosa stiano facendo a Palazzo San Giacomo per affrontare questa emergenza, ma mi auguro che qualcuno tra il sindaco, assessori e consiglieri-consulenti vari, stiano trovando qualche soluzione alternativa». 

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