«Puntate fino a duecento euro, i nostri figli ostaggi del gioco a Napoli»

«Puntate fino a duecento euro, i nostri figli ostaggi del gioco a Napoli»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 11 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 16:34
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Settemila euro il primo premio e carte vendute all’asta anche a duecento euro ciascuna. Un “Mercante in fiera” assai dispendioso, quello organizzato nel salotto di una casa di Chiaia tra Natale e Capodanno. Esperto il banditore, che ha fatto sfoggio della sua abilità per ricavare più soldi possibili, pieni di danaro i ragazzini seduti intorno al tavolo pronti a tirare fuori cifre esagerate pur di aggiudicarsi il maggior numero di carte e puntare dritti al primo premio. Età media: vent’anni

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A raccontare la serata, anche in un lungo post su Facebook, è Alessandra Thanel, mamma di due ragazzi poco più che ventenni: «Settemila euro il primo premio - scrive sulla pagina dell’associazione «31salvatutti» creata dall’avvocato Federica Mariottino - mi domando tutti questi soldi chi glieli dà?». Quesito assolutamente legittimo al quale, lei stessa, offre una risposta: «I genitori, naturalmente. Ma è fin troppo chiaro che questi ragazzi più ne hanno e più ne spendono. Con tutto ciò che ne deriva». A cominciare dall’abuso di alcol che gira in grande quantità anche durante queste serate: «Lo sanno tutti che quando si siedono al tavolino, poi bevono - prosegue la Thanel - adesso va di moda il poker, mi hanno riferito alcune amiche, le stesse dalle quali ho saputo del “Mercante in fiera”, che a organizzare le “partitelle” sono pure i minorenni. Anziché andare a fare sport si chiudono in casa con le carte in mano, roba da non credere». A Natale si è giocato parecchio: in città ma anche a Roccaraso dove, nei giorni delle feste, tanti giovani napoletani hanno scelto di trascorrere le vacanze, con o senza genitori. «I miei figli, che hanno più di vent’anni, devono farsi bastare cinquanta euro alla settimana. E gli ho anche detto che se li scopro a fumare, quei cinquanta, si riducono a venticinque - aggiunge la Thanel - sono convinta che un po’ di rigore sia necessario altrimenti diventa tutto più difficile». Non è la sola, mamma Alessandra, a raccontare le notti al tavolo verde dei ventenni napoletani. Su Facebook sono in tante a denunciare un fenomeno che, da mesi, tiene banco tra i giovanissimi. Una vera e propria manìa - pare che vada molto di moda soprattutto in alcuni ambienti - la partita a poker prima di dare il via alla serata nei locali notturni della città: «Un’abitudine che si sta diffondendo in maniera piuttosto allarmante - spiega anche Federica Mariottino - raccolgo gli sfoghi di tanti genitori che non riescono ad allontanare i propri figli dal tavolo verde». Già, perché se da un lato ci sono giovani pieni di soldi, pronti a vincere, o perdere, cifre stratosferiche - come quelli che hanno partecipato al “Mercante in fiera” da nababbi in un appartamento di Chiaia - dall’altro ce ne sono altri che - se pur con meno soldi - giocano lo stesso. 

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Da qui la preoccupazione delle famiglie che, insieme con il dramma alcol, vedono avvicinarsi anche lo spettro del gioco d’azzardo. Secondo gli esperti è necessario non abbassare mai la guardia e controllare l’uso che i ragazzi fanno del danaro che viene dato loro. Le cifre attuali restano importanti se si considera che il gioco d’azzardo è illegale per i minorenni, che però, ugualmente riescono con facilità a entrare in contatto con i posti adibiti al gioco. «È chiaro che quando si organizzano queste serate di gruppo, ci finiscono dentro anche i minori - prosegue la Thanel - il diciottenne è facile che si accompagni alla sedicenne.

E se gioca uno, gioca l’altra, se beve uno, beve l’altra. Non mi stancherò mai di ripeterlo: se vogliamo evitare che i nostri figli prendano strade sbagliate dobbiamo controllarli e soprattutto evitare di riempirli di soldi. Ma questo è solo il mio parere».

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