«I nostri figli in lacrime,
mai più in quelle aule»

«I nostri figli in lacrime, mai più in quelle aule»
di Fabio Jouakim
Mercoledì 17 Aprile 2019, 22:30
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Inviato a Sant’Anastasia

Benedetta, 9 anni, non è tra i bambini colpiti dalla parete crollata a scuola. Ma lo choc è stato ugualmente fortissimo, tanto da non voler mangiare una volta tornata a casa. «Golosa com’è... Immaginate che spavento abbia preso». Il padre Antonio B. ha saputo dell’incidente quando è arrivato a scuola per venire a prendere la figlia: con il cuore in gola si è precipitato all’interno, temendo il peggio, prima di scoprire che la bimba era illesa. Una circostanza che però non fa sbollire la rabbia, anche quando sono passate oltre tre ore dal crollo: «Quello che è accaduto - dice - è la dimostrazione evidente che questa sede non è sicura. Appena riuscirò a contattarla, chiederò spiegazioni alla preside. Se non verranno fatti interventi urgenti di messa in sicurezza non manderò più mia figlia in questa scuola, glielo posso garantire».

LA RABBIA
La dirigente scolastica dell’istituto intitolato al tenente Mario De Rosa - l’altro plesso si trova in via Regina Margherita - Maria Capone per ora non parla, almeno con i giornalisti: dopo essere stata ascoltata dagli inquirenti, esce da una porta laterale della scuola e si nega a taccuini e telecamere. «Preferisco non parlare, potrei inquinare le indagini - dice con cortesia - Le autorità verificheranno ogni eventuale responsabilità». Sicuramente dovrà rispondere ai genitori, spaventati come e più dei figli. Erika G., mamma di Maria Vittoria, racconta: «Neanche mia figlia ha mangiato per lo spavento, per farla distrarre un po’ ho deciso di portarla al catechismo. Ma la paura è stata tanta. Nel pomeriggio ci siamo sentiti con gli altri genitori e siamo tutti d’accordo: se a scuola non faranno i lavori i nostri bimbi resteranno a casa anche dopo Pasqua». Anche sui social l’onda della rabbia e dell’indignazione, in particolare dei genitori che hanno visto i loro figli in pericolo in un luogo che dovrebbe essere sicuro, tracima con foto e commenti. Soprattutto perché l’istituto comprensivo intitolato al tenente De Rosa ha visto, due anni fa, la chiusura di un intero plesso, quello delle elementari di via Sodani, per inagibilità, e il conseguente trasferimento di parte dei bambini dapprima nel plesso di via Umberto I, e poi in un altro istituto comprensivo, in attesa della consegna dell’ex centro polivalente Liguori. Un altro papà, Roberto C., scrive su Facebook: «Invece di pensare alle strade pensate alla sicurezza delle scuole elementari. Quello che è successo in classe è una vergogna». «Adesso - scrive sui social Maria R. - mettiamo mano al tetto, prima di dover piangere davvero i morti».
Qualcuno ha già definito l’incidente, tutto sommato finito con un bilancio lieve, il «miracolo di Pasqua» voluto dalla mano della Madonna dell’Arco, il cui santuario è poco lontano da qui. A parte i miracoli, proprio il fatto che sia stato usato nella costruzione del sottile muro divisorio un materiale più leggero, il calcestruzzo areato, rispetto a quello tradizionale, avrebbe evitato maggiori danni alle persone colpite dalla parete crollata. 

L’ANGOSCIA
Urla e caos, scappando dall’aula interessata dal crollo. I bambini si sono rifugiati nell’atrio della scuola per la paura, in questo ultimo tremendo giorno prima delle vacanze di Pasqua (la scuola doveva riaprire alle lezioni il 29 aprile). Ma mentre lo spavento dei bambini con il passare delle ore viene diluito grazie all’affetto dei genitori, c’è l’angoscia di una futura mamma che fatica a passare. Si tratta di Daniela, l’insegnante di sostegno che ha visto cadere sulla cattedra la parete e che per fortuna ha riportato solo una lieve ferita. Il suo primo pensiero, però, dopo aver messo in sicurezza gli alunni non è stato per la sua salute ma per quella del bambino che porta in grembo. Daniela è infatti al quarto mese di gravidanza. Dopo essere stata sottoposta alle cure dei medici del 118, si sarebbe subito recata dal proprio ginecologo, ottenendo tutte le rassicurazioni sul futuro della gravidanza. Uno spavento difficile da assorbire, che lascia strascichi fino a pomeriggio inoltrato, quando contattata fa sapere che non è dello stato d’animo giusto per rispondere.
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