Bologna-Napoli, giù la maschera!

di Francesco De Luca
Lunedì 17 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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La trasferta di Bologna deve essere il punto di ripartenza per il Napoli, colpito duro dalla Fiorentina ed eliminato dalla Coppa nella prima partita. Fuori Ospina e capitan Insigne (oltre agli azzurri impegnati in Coppa d’Africa), sono rientrati tutti, anche se Spalletti non garantisce di poter contare già da oggi in pieno su Osimhen e Zielinski. La presenza di Victor tra i convocati è un segnale incoraggiante non soltanto per fattori tecnici, sicuramente importanti: presentando la partita, il tecnico ha sottolineato il coraggio di questo ragazzo destinato a diventare un campione. Vuole vederne anche nel Napoli, apparso smarrito giovedì scorso allo Stadio Maradona. Mentre il bomber sistemerà la maschera protettiva da portare almeno due mesi per evitare problemi in campo, la squadra tiri giù la sua e mostri il suo vero volto.

Sconfitta con i viola subita per una questione fisica, certo, perché la mazzata degli infortuni è stata pesante, soprattutto quando il Covid è tornato nello spogliatoio azzurro obbligando Spalletti a schierare sempre gli stessi nelle prime tre partite del 2022. Ma è pur vero che, dopo un inizio di stagione molto incoraggiante (8 vittorie consecutive e primo posto), il Napoli ha riproposto una negativa caratteristica del suo recente passato, del post-Sarri: la discontinuità nelle prestazioni e nei risultati, segnale di poca affidabilità e anche freno per progetti ambiziosi (fallito per due volte consecutive il traguardo Champions). Le assenze, come sottolinea l’allenatore che prepara bene i suoi discorsi pre-partita, «devono essere un problema quantitativo e non qualitativo». Non sempre è così. Poter nuovamente disporre della rosa che aveva consentito agli azzurri, in un certo momento neanche tanto lontano, di essere al comando nelle classifiche di campionato ed Europa League autorizza a credere nell’obiettivo fissato a inizio stagione, occupare uno dei primi 4 posti. Spalletti non si è mai nascosto ma sul discorso scudetto è sempre stato chiaro: «Ci siamo anche noi». Che non vuol dire «ci siamo soltanto noi».

Luciano ha bisogno di vedere contro il Bologna, squadra per cui Mihajlovic vorrebbe finalmente un ruolo da protagonista, «forza e coraggio».

Il vero volto del Napoli. La forza fisica e mentale, il coraggio «che deve avere chi indossa questa maglia». È un concetto molto caro all’allenatore che fa leva sull’aspetto emotivo e psicologico, oltre che sull’organizzazione tattica, fin da quando ha messo piede a Castel Volturno. Hanno colpito gli sbandamenti del Napoli nella partita di Coppa Italia, ancor prima delle espulsioni di Lozano e Fabian, il cui minutaggio crescerà nelle partita di Bologna perché Politano ha bisogno di tirare il fiato e a centrocampo serve la luce dello spagnolo. Il Bologna aspetta un segnale da Arnautovic, a secco da novembre, per tentare un colpo contro la squadra che tra i suoi tifosi annovera Sinisa, anni fa contattato da De Laurentiis prima che virasse su Sarri. È il Napoli, più dell’avversario, che può creare difficoltà a se stesso. Se non gioca con «forza e coraggio», se perde il senso della compattezza tattica. È difficile che già oggi Spalletti possa sfruttare l’arma Osimhen, una risorsa preziosa se il nigeriano riesce a governare certi atteggiamenti contro l’arbitro e i difensori che rischiano di farlo deragliare.

Su un punto il tecnico è stato netto: niente alibi, quello dei giocatori affaticati per le tre partite giocate in sette giorni è stato già speso dopo la Fiorentina. Spalletti ha aggiornato il suo libro delle frasi celebri definendo l’alibi «la cassaforte per chi non ha nulla da spendere, il rifugio per menti deboli». È convinto che questo gruppo abbia un’anima forte per poter riprendere il percorso di inizio stagione. E non lo preoccupa il distacco dalle primissime posizioni perché Inter e Milan dovranno giocare a Fuorigrotta. Ma certo oggi al Dall’Ara la squadra deve riaccendere il motore affinché non si debba aggiornare anche il libro delle occasioni perdute. Giù la maschera.

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