«Inferno Vasto, Dema vieni da noi:
pronta una stanza per vedere com'è»

«Inferno Vasto, Dema vieni da noi: pronta una stanza per vedere com'è»
di Nico Falco
Mercoledì 13 Giugno 2018, 22:42
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Stanza singola, arredata, televisore a colori, aria condizionata, vasca idromassaggio, colazione continentale abbondante, offresi gratis a referenziato con fascia tricolore a tracolla. Un’unica condizione: calarsi nei panni di un residente del quartiere per capire le difficoltà che affronta ogni giorno chi abita in quelle zone. La provocazione arriva dagli attivisti del Comitato Vasto, che ieri hanno diffuso sui social network una lettera aperta indirizzata al sindaco di Napoli. La stanza c’è davvero, assicurano, non è uno scherzo, ed è dotata di tutti i comfort. A patto, però, che Luigi de Magistris accetti la sfida: passare sette giorni con loro, dalla mattina alla sera, come un cittadino comune. 
LA LETTERA
La bizzarra offerta, spiegano i comitati, arriva dopo aver cercato inutilmente per mesi un dialogo con il primo cittadino per trovare una soluzione ai problemi che affliggono il Vasto e le aree di Porta Nolana e di piazza Garibaldi. «Siamo ormai al limite della vivibilità diurna e notturna - si legge nella lettera - a causa della massiccia presenza di extracomunitari, tra i quali vi sono persone che si comportano in spregio delle regole del vivere civile. Questo si unisce alle già pesanti situazioni di micro e macro criminalità nostrana, con cui facciamo i conti da sempre. Siamo certi - continuano i comitati, rivolgendosi al sindaco - che Lei non si renda conto della gravità della nostra situazione, visto che non abbiamo mai ascoltato la sua voce in difesa delle nostre istanze che sono sfociate anche in una recente manifestazione». «Invitiamo lei o un suo delegato - prosegue la lettera - a vivere con noi per una settimana, per toccare con mano i problemi dei luoghi frequentati dai nostri figli quando non sono costretti a barricarsi in casa. Ne scaturirà non solo la presa di coscienza di ciò che denunciamo ma anche un serio dibattito sulla integrazione possibile a cui la nostra città, e principalmente questi quartieri, non si sono mai sottratti. Nell’attesa - concludono - la salutiamo dalla Napoli che non è sulle cartoline».
RISSE E RIFIUTI
L’ultimo episodio risale soltanto a domenica scorsa: una rissa tra giovani africani, cominciata a spintoni e finita a bottigliate, conclusasi con l’arrivo delle pattuglie della polizia municipale dirottate sul posto. Ma, raccontano i residenti, scene del genere sono all’ordine del giorno: i marciapiedi, in special modo quelli delle strade più interne, diventano una distesa di lenzuola su cui vengono esposte cianfrusaglie, prodotti contraffatti e anche oggetti recuperati dalla spazzatura. E, per tutto il giorno, centinaia di ragazzi, ospiti dei centri di accoglienza della zona, si radunano in strada e spesso diventano molesti dopo aver bevuto. Anche gli scenari criminali sono cambiati: i delinquenti napoletani a caccia di turisti ci sono ancora ma si sono spostati sui mezzi pubblici; borseggi, rapine e spaccio di droga tra i vicolo sono diventati appannaggio di giovani immigrati africani.
L’ORDINANZA MOVIDA
Da venerdì scorso la zona fa parte di quelle soggette alla nuova cosiddetta “ordinanza movida”, che impone regole più stringenti agli esercizi commerciali, in special modo per la vendita di alcolici e per la pulizia degli spazi esterni, e predispone controlli più incisivi della polizia municipale. «Qui non abbiamo discoteche - raccontano i residenti - chi prima beveva per strada adesso con l’ordinanza si rintana nei negozietti, il problema resta. Però abbiamo notato che quando arriva una volante molti dei ragazzi che bivaccano sui marciapiedi si spostano e che i gestori degli esercizi commerciali, dove spesso viene venduto alcol illegalmente, abbassano la saracinesca. Speriamo che le cose stiano cambiando».
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