L'onda neobigotta prova a distruggere il mito di Gates

di Titti Marrone
Martedì 18 Maggio 2021, 23:32 - Ultimo agg. 19 Maggio, 07:50
4 Minuti di Lettura

Bill Gates, ovvero il genio assoluto, l’imprenditore ricchissimo, il filantropo generosissimo, il profeta dei disastri climatici, non bello ma super smart con il suo cappellino da baseball. Fino a poco fa era questo l’invidiabile identikit dell’uomo che in un garage con un amico s’inventò la startup Microsoft destinata a cambiare il mondo e la vita di tutti. Ora nel Paese dove il bigottismo delle origini rischia di saldarsi alla versione grottesca del #MeToo, un’onda di neo puritanesimo bacchettone travolge pure “l’uomo più intelligente della stanza”.

E le rivelazioni seguite al suo divorzio da Melinda French rimbalzano dal Wall Street Journal al New York Times, reclamando un identikit rovesciato che suona così: Bill Gates ovvero il fedifrago poliamoroso, il frequentatore di pedofili, il molestatore sessuale seriale in combutta con altri maschi predatori.
La prima accusa viene da un’ingegnera informatica sua dipendente, legata a lui da una relazione consenziente cominciata nel 2000 e a detta degli avvocati finita “amichevolmente” alcuni anni dopo. Chiusasi la relazione, nel 2019 la signora chiese il trasferimento a un nuovo incarico, scrisse una lettera alla Microsoft in cui spifferava tutto sul legame con Bill e con gesto non propriamente elegante sollecitò pure la consegna dell’avvelenata missiva a sua moglie Melinda. Non è dato sapere se Mrs. Gates l’abbia letta o no, ma una cosa si sa: la richiesta di divorzio partì proprio in quello stesso anno. Poco dopo, Bill si dimetteva dalla startup che aveva fondato, e che intanto stava varando un codice interno di rafforzamento per regolamentare i comportamenti inappropriati, soprattutto nei rapporti tra dirigenti e dipendenti.


La seconda e la terza accusa, sulle cattive frequentazioni, scaturiscono dall’indagine interna avviata dopo le dimissioni di Bill Gates. Ne sarebbero venute fuori una certa familiarità di Bill con il pedofilo Jeffrey Epstein e un’amicizia con un ulteriore impresentabile, il fidatissimo amministratore Michael Larson, dalla consolidata fama di predatore di donne. E a conferma del detto “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, secondo i suoi accusatori pure Bill ha cominciato a provarci.

Infatti avrebbe preso a elargire avances a svariate donne con cui era in rapporto di lavoro, sia pure via mail e con testo standard pensato in ossequio al politically correct: “Se ti mette a disagio, fai conto di non aver ricevuto questo messaggio”.


Ammesso che le mail siano autentiche, anche il linguaggio con cui sono scritte tradisce il senso incombente dell’ossessione cui nemmeno Bill Gates apparirebbe estraneo, e che domina su tutta questa vicenda: è il bigottismo intollerante della società statunitense, che torna sotto nuove vesti e impone la sua visione assai poco laica. Tutto ciò sovrasta anche le sacrosante istanze da cui è nato il movimento #MeToo, facendo prevalere la convinzione assurda che non vede differenza tra un corteggiamento, un’avance e uno stupro. E se anche una relazione consensuale però extraconiugale, come quella avuta da Gates, provoca su giornali seri titoli come “è crollato un mito”, che resta da dire? Che la sua colpa è stata quella di avere tradito la moglie, oppure di non aver saputo tenere nascosto di avere avuto un’amante, o di non essersi assicurato che tacesse? Un tempo si sarebbe detto che queste sono preoccupazioni da moralismo borghese piccolo piccolo.

Ma forse il nocciolo di tutto è altrove, e risiede nel fatto che sotto quel cappellino da baseball Bill Gates ha dei pensieri non solo da inventore geniale, ma da uomo cui piacciono le donne: da far inorridire i baciapile paladini della monogamia. Vogliamo concludere che è un sentimento disdicevole? Dove sta scritto che Bill Gates non possa averne altre, oltre la ex moglie Melinda French, ovviamente consenzienti cioè in grado di dire di no o di sì? E nel caso del sì, libere come lui di fare insieme quello che pare a loro? Quanto alla moglie ormai ex, può sempre divorziare, e lo farà. Le frutterà una fetta non piccola dei 128 miliardi di dollari dell’ex ragazzo Bill (nomen omen?), quello con il cappellino. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA