La chance per rendere virtuosa la ripartenza

di Angelo De Mattia
Mercoledì 31 Maggio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 1 Giugno, 06:00
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Le ultime Considerazioni Finali del governatore Ignazio Visco hanno ben corrisposto alla tradizione dell’”istituzione speciale”, come egli ha chiamato la Banca d’Italia, e all’intento esclusivo di migliorare le condizioni del Paese a fianco dello lo Stato. Sono il preannuncio del passaggio del testimone, forte dell’esperienza di chi ha lavorato con ruoli diversi per cinquant’anni a Palazzo Koch. Ma non si tratta di un manifesto, come si sarebbe detto in altri tempi; tanto meno di un’agenda, che non ha portato bene.

Bensì si tratta del ragionamento bilanciato, al termine di dodici anni di governatorato, su cause, effetti e rimedi alle crisi che sono state (e sono tuttora) affrontate. Ebbene, oggi l’economia mostra una confortante capacità di reazione difronte alle conseguenze della guerra in Ucraina e all’uscita dalla pandemia, dice Visco. Accelera l’accumulazione di capitale, migliora la produttività, recupera la competitività internazionale.

Luci e ombre. Finora le pressioni salariali nell’Eurozona sono state contenute, aggiunge, ma per un recupero del potere d’acquisto occorre una crescita più sostenuta della produttività. E qui bisognerebbe aggiungere che non basta quella del lavoro, ma bisognerebbe riferirsi alla produttività totale dei fattori.

Perché se è vero che l’inflazione è destinata ad attenuarsi quest’anno, al 2% si tornerà probabilmente non prima del 2025. Sicché l’orientamento della politica monetaria (leggi i tassi) deve garantire un rientro graduale, non lento. E come proteggere il funzionamento delle istituzioni multilaterali e ridare forza alla cooperazione internazionale? Visco, che esalta i benefici della globalizzazione, sostiene che il loro rafforzamento è la risposta più diretta alla grave violazione del diritto internazionale scatenata dalla Russia. Ma sul piano interno bisognerà perseguire misure economiche in grado di migliorare il benessere di tutti i cittadini.

E qui sono in primo piano la necessità delle riforme strutturali e l’assunzione di responsabilità condivise da parte degli Stati dell’Unione anche con le occorrenti modifiche istituzionali.

Ma è sulla necessità di chiudere al più presto la partita del Pnrr che il governatore insiste particolarmente nelle Considerazioni Finali, ammettendo la possibilità che possa essere modificato. Ma non c’è più tempo da perdere: le recriminazioni sul passato vanno superate perché il Piano rappresenta un raro tentativo di definire una visione strategica per il Paese. A questo punto, se si tiene conto della riforma sul fisco avviata dal governo con l’obiettivo di ridurre la pressione sui fattori produttivi per stimolare investimenti e occupazione senza prescindere da progressività, welfare e vincoli del debito, allora il richiamo rivolto a imprese, lavoratori e governi (riferito all’Eurozona) per favorire la caduta dell’inflazione al 2%, dovrebbe avere una valenza ben più ampia e dovrebbe misurarsi con l’arco di tutti più urgenti problemi tra i quali quelli della transizione tecnologica e ambientale, ma anche della natalità e delle pensioni, del salario minimo e delle migrazioni.

Quanto al sistema bancario, per Visco è in condizioni sufficientemente buone, sebbene incomba lo spettro dei crediti deteriorati, come ha segnalato anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Un’annotazione finale: sulla politica monetaria il governatore è parso sin troppo prudente nel suggerire una discesa dei tassi «graduale, ma non lenta». Tuttavia, anch’essa dovrà fare la propria parte per il sostegno dell’economia, più adeguatamente bilanciato con l’azione di contrasto dell’inflazione: un raddrizzamento è necessario, proprio in nome della chiamata in causa di tutti i soggetti sociali, politici ed economici.

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